Il Castello delle Meraviglie torna a vivere: Sammezzano si avvia verso una rinascita

Il castello dormiente, gioiello orientale nel cuore verde della Toscana, si sta svegliando. Non si tratta di una favola, ma di una realtà che, mattone dopo mattone, si prepara a scrivere un nuovo, emozionante capitolo

May 2, 2025 - 15:27
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Il Castello delle Meraviglie torna a vivere: Sammezzano si avvia verso una rinascita

Dopo più di trent’anni di silenzio, incuria e un’aura da palazzo incantato dimenticato nel bosco, il Castello di Sammezzano, capolavoro dell’arte orientalista a pochi chilometri da Firenze, si prepara finalmente a risorgere. A riportarlo (quasi) ufficialmente in vita è la famiglia Moretti, che ha acquistato la proprietà con un progetto ambizioso: farne un polo culturale, museale e anche ricettivo.

Il comitato Savesammezzano, che da anni si batte con passione e ostinazione per la tutela del sito, ha annunciato la notizia con un post che trasuda entusiasmo: “Possiamo finalmente iniziare a sorridere e guardare con reale ottimismo al futuro”. E se lo dicono loro, che questo futuro l’hanno aspettato a lungo e con il fiato sospeso, c’è da crederci davvero.

Un sogno moresco nel cuore della Toscana

Sembra uscito da Le Mille e una Notte e invece è incastonato tra le colline di Reggello, a circa 30 chilometri da Firenze. Il Castello di Sammezzano è un unicum assoluto nel panorama europeo: 365 stanze (una per ogni giorno dell’anno), arabeschi che sembrano danzare sulle pareti, cupole a cipolla, mosaici sgargianti, maioliche e soffitti policromi che lasciano senza fiato.

A volerlo così fu il visionario marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 trasformò una residenza seicentesca in un palazzo delle meraviglie, ispirandosi all’estetica moresca e orientale. Il risultato? Un tripudio di colori, forme e simbolismi, capace di far girare la testa anche agli appassionati più smaliziati d’arte.

Poi, l’oblio. Il castello è rimasto chiuso e inaccessibile per oltre tre decenni, preda del degrado, delle infiltrazioni, delle intemperie e anche dell’incuria umana. Le aste andate a vuoto si sono alternate a speranze puntualmente deluse, e persino un enorme ecomostro in cemento armato è spuntato nei dintorni, deturpando il contesto. Ma ora, lo scenario cambia.

Lo scorso 28 aprile, il Tribunale ha omologato il concordato della SMZ Srl, e l’intera proprietà è passata, secondo fonti ufficiali, alla famiglia Moretti. Una notizia che segna un prima e un dopo nella storia di Sammezzano.

Castello di Sammezzano, interno
Fonte: Ansa
Vista dall’interno delle sale del Castello di Sammezzano

Il piano Moretti: via l’ecomostro, spazio alla bellezza

La famiglia Moretti, in particolare Ginevra, artefice della spinta finale, e Giorgio, già noto a Firenze per aver fondato gli Angeli del Bello, ha un piano ben preciso: partire dalla memoria, guardare al futuro. Il primo passo sarà l’apertura di un museo dedicato alla storia del castello, aperto al pubblico. Un gesto simbolico ma fondamentale per restituire a Sammezzano la sua anima.

E poi, largo ai lavori veri: restauro del piano nobile, riqualificazione del parco secolare, abbattimento del “mostro” in cemento di 9.500 metri quadri che incombe nei pressi del castello, e la creazione di spazi per eventi, matrimoni, turismo culturale e ospitalità di charme. Un progetto monumentale, ma che finalmente sembra essere concreto.

Restano da attendere i termini di legge: trenta giorni per eventuali ricorsi e sessanta per l’eventuale prelazione dello Stato, attivabile da metà maggio. Ma il clima è sereno. “Sì, confermiamo l’acquisto – ha dichiarato Giorgio Moretti – anche se ci sono ancora passaggi tecnici da rispettare. Tuttavia il nostro impegno è concreto e prioritario”.