Lunga escursione verso i monti Casella, nelle Dolomiti di Sesto

Parte dalla Val Fiscalina l’itinerario che porta su due vette quasi gemelle e poco conosciute. La gita giusta per camminare lontano dalla folla ma senza rinunciare allo spettacolo messo in scena da alcune delle più affascinanti pareti dolomitiche L'articolo Lunga escursione verso i monti Casella, nelle Dolomiti di Sesto proviene da Montagna.TV.

May 2, 2025 - 17:15
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Lunga escursione verso i monti Casella, nelle Dolomiti di Sesto

Sia da Sesto sia da Moso, guardando verso la Val Fiscalina a ovest sono ben evidenti due alture interamente coperte da una fitta foresta di abeti e larici: sono i due Monti Casella, di dentro e di fuori meta di questo itinerario. Raggiungerli non presenta difficoltà tecniche, tuttavia il dislivello complessivo del sentiero rende abbastanza impegnativa l’escursione. Le pendenze non sono mai proibitive ma la salita non ha interruzioni, quindi, occorre pazienza e un po’ di allenamento per apprezzare al massimo quanto la natura può offrire. Pur non raggiungendo un’altezza molto elevata – rispettivamente  2.007 m e 2.060 m -, i Monti Casella sono una valida alternativa a cime più blasonate e famose ed è difficile trovare anche in piena stagione turistica gruppi numerosi lungo i sentieri che si percorrono per raggiungere le due vette.

L’itinerario

Partenza e arrivo: Sesto (BZ), loc.  Bagni di Moso
Dislivello: + 1000 m
Tempo di percorrenza: 6 ore
Difficoltà: E

Si parcheggia la vettura a Bagni di Moso proprio davanti l’impianto di risalita di Croda Rossa di Sesto e, dopo aver attraversato il torrente Rio Fiscalino, si inizia a camminare in un classico “prato a larici” lungo un evidente sentiero fino a raggiungerne un altro dove si seguiranno le indicazioni per Fort Haideck, che si raggiunge dopo circa un chilometro. Ma cos’è un “prato a larici”? Si tratta di un bosco non molto fitto creato artificialmente dall’uomo realizzato in genere dove gli alberi in precedenza sono stati tagliati in modo non selettivo. Un ecosistema così gestito permette notevoli benefici sia per l’ambiente sia per l’uomo, permette infatti di poter ricavare fieno e legname in modo controllato senza disturbare l’avifauna e i selvatici.

Superati i resti del forte si prosegue sulla strada bianca per circa due chilometri e mezzo fino a raggiungere l’incrocio con il sentiero (ben segnalato) che sale a strette svolte nel bosco con una pendenza a tratti decisa e impegnativa. Se si ha l’accortezza di non fare troppo rumore è possibile riuscire a vedere molti selvatici: picchi, scoiattoli ma anche caprioli e volpi che vivono numerosi nella fitta vegetazione.

Dopo un chilometro il sentiero raggiunge una strada bianca e la pendenza diminuisce sensibilmente, i larici e gli abeti diventano meno fitti e lo sguardo inizia a spaziare sulla Cresta Carnica alla nostra sinistra (nord geografico). Non siamo lontani dalla vetta di Monte Casella di dentro, che si raggiunge rimanendo sulla carrareccia per circa un chilometro.

Dalla cima il panorama spazia a 360° dalla Cresta Carnica con Monte Elmo (2.450 m) riconoscibile per il piccolo rifugio in vetta, per proseguire verso est con il Füllhorn (letteralmente Cornucopia 2.445 m) poi Monte Arnese (2.550 m) fino a Cime Frugnoni (2.561 m) e Vanscuro/Pfannhorn (2.678 m).  Poi la Val Fiscalina con tutte le cime della Meridiana di Sesto ben visibili, Pala di Popera, Croda Rossa, Cima Undici, Croda dei Toni e Cima Una. Imponente davanti a noi Cima di Sesto/Gsellknoten (2.876 m.)

Ultima grande montagna prima di incontrare con lo sguardo la Val Pusteria è la cima dei Baranci (2.937 m) con i suoi cento pinnacoli che la caratterizzano.

Si riprende a camminare seguendo il sentiero che scende leggermente verso l’ampia sella che separa i due Monti Casella. La linea da seguire è logica e molto ben segnata, il sentiero inizia subito dopo quello che resta della fortificazione Austro-Ungarica della Grande Guerra. Si continua ancora per un chilometro fino a raggiungere il prato che caratterizza anche la Aussergsell (Monte Casella di fuori 2.007 m).

Subito sotto la cima c’è un laghetto con accanto  una costruzione tipica in legno. Qui furono girate alcune scene del film “Tränen der Sextner Dolomiten” – “Lacrime delle Dolomiti di Sesto”, un film del 2014 diretto da Hubert Schönegger sull’adolescenza di due ragazzi tirolesi arruolati nelle milizie dell’impero Austro-Ungarico durante la Grande Guerra.

Dal laghetto inizia un sentiero in lieve discesa che porta rapidamente a raggiungere una carrareccia dove una palina ben posizionata indica la via da seguire per tornare a valle. È un sentiero ben visibile che prima costeggia il fianco della montagna poi attraversa un impluvio per scendere rapidamente verso la strada bianca percorsa in salita.

Da vedere

Fort Haideck era una struttura militare costruita a fine ‘800 dall’Impero Austro-Ungarico e faceva parte di una linea difensiva che comprendeva anche il forte Mitterberg, le ridotte del monte Casella di Dentro (Innergsell) e del Monte Arnese (Hornischegg). Questo sistema difensivo avrebbe dovuto fermare un possibile attacco italiano da Passo di Montecroce Comelico ma in realtà allo scoppio della Grande Guerra si rivelò vetusto e non in grado di sopportare gli attacchi dei nuovi pezzi di artiglieria italiani. Del forte ora rimangono solo alcuni grossi massi, fu bombardato pesantemente e poi fatto saltare per recuperare materiale da costruzione prima durante la Grande Guerra e in seguito per riedificare Sesto e Moso.

Come arrivare

Per raggiungere Moso da Bolzano seguire la statale della Val Pusteria fino a San Candido per poi continuare per Sesto e una volta superati gli impianti di risalita di Monte Elmo proseguire per la Val Fiscalina fino al parcheggio molto evidente sulla destra.

Dal Veneto raggiungere Padola per proseguire fino a Passo di Montecroce e raggiungere Moso. Terminata la lunga discesa che porta al paese si trova sulla sinistra il bivio per la Val Fiscalina.

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