L’incredibile ascesa dei cammelli in Australia Quando si pensa ai
cammelli, la mente corre subito a paesi come
Egitto,
India o le regioni desertiche del
Medio Oriente. Tuttavia, la realtà contemporanea sorprende:
l’Australia ospita una delle più grandi popolazioni di cammelli selvatici al mondo, superando persino molte nazioni dove questi animali sono da sempre parte integrante della cultura e della quotidianità. Secondo il
Guinness World Records, l’
Australia detiene il primato globale per il numero di
cammelli non domestici, superando largamente paesi come
Somalia,
Ciad e
Sudan, dove i cammelli vengono ancora oggi impiegati per scopi agricoli o di trasporto. Invece, in
Australia, questi animali si sono trasformati in una vera e propria minaccia ecologica.
Come i cammelli sono arrivati nel continente australiano Originatisi in
Nord America milioni di anni fa, i cammelli migrarono in
Asia grazie al
ponte di Bering circa
6-7 milioni di anni fa, estinguendosi nel continente americano con l’arrivo degli esseri umani e la fine dell’ultima era glaciale. Tuttavia, le popolazioni asiatiche ed africane prosperarono, adattandosi ai climi più estremi. L’
Australia rimase fuori da questa espansione naturale, fino a quando le
autorità coloniali, nel XIX secolo, decisero di
importare dromedari per facilitare la costruzione delle infrastrutture nell’entroterra, in particolare la
linea telegrafica transcontinentale. Provenienti principalmente da
Afghanistan e
Pakistan, insieme ai loro
cameleeri, questi animali divennero fondamentali per la colonizzazione dell’
Outback.
L’impatto devastante sull’ecosistema australiano Con l’avvento dell’automobile, molti cammelli vennero semplicemente
abbandonati nel deserto. Da lì,
iniziarono a riprodursi senza controllo, trovando nelle vastità aride dell’entroterra australiano un ambiente perfetto,
quasi privo di predatori e competitori naturali. Oggi si stima che
la popolazione superi il milione di esemplari, con alcune fonti che parlano addirittura di numeri molto più alti. I cammelli rappresentano una vera
minaccia per la biodiversità locale. Consumano grandi quantità di vegetazione nativa, competono con le specie indigene per le risorse e possono
prosciugare rapidamente le riserve d’acqua, fondamentali per la sopravvivenza degli animali autoctoni. Inoltre, il loro passaggio causa
erosione del suolo e distruzione di habitat naturali.
Controllo e gestione: una questione controversa Negli ultimi anni, il governo australiano ha avviato
programmi di abbattimento e controllo per cercare di limitare i danni, eliminando oltre
100.000 esemplari. Ma il numero rimane comunque
imponente. Se da un lato si riconoscono alcuni
effetti positivi come il contenimento delle
erbacce invasive e la
riduzione del rischio incendi, dall’altro l’impatto netto dei cammelli sull’ecosistema è considerato
altamente negativo.
Una presenza che non accenna a diminuire A differenza del resto del mondo, dove i cammelli sono
domestici e sfruttati per fini alimentari o commerciali, in
Australia sono ormai un
problema ecologico crescente. Una popolazione in continua espansione, difficilmente gestibile e con
pochi predatori naturali, rende la loro presenza
sempre più minacciosa per il fragile equilibrio ambientale del continente. Fonti: Guinness World Records – Most feral camels Australian Department of Environment – Camel Management
L’Australia ha più cammelli dell’Egitto: un’invasione silenziosa