
Nel centro delle nostre città si sta sviluppando un microclima sempre più estremo, modellato dall’asfalto, dal cemento e dall’assenza di verde. Le
isole di calore urbane, un fenomeno meteo noto ma ancora sottovalutato, stanno rapidamente cambiando la vivibilità di metropoli come
Milano,
Torino,
Bologna,
Firenze e
Roma. Queste aree, più calde delle zone rurali circostanti, non solo accentuano gli effetti delle
ondate di calore, ma ne prolungano le conseguenze anche durante la notte.
Che cos’è un’isola di calore e perché si forma L’
isola di calore urbana è un’area cittadina in cui la temperatura è costantemente più alta rispetto alle zone limitrofe non urbanizzate. La causa principale è l’
accumulo di calore da parte dei materiali usati nelle costruzioni:
cemento, asfalto, vetro e superfici scure trattengono il calore solare durante il giorno e lo rilasciano lentamente al calare del sole. A ciò si aggiunge la
scarsità di vegetazione, l’
assenza di corpi idrici, la
limitata ventilazione naturale e la
presenza di emissioni antropiche (auto, condizionatori, fabbriche). Il risultato è un
microclima urbano alterato, con temperature che in estate possono essere anche
5 °C più alte rispetto alle campagne vicine.
Effetti meteo amplificati nelle città italiane Durante l’estate, le città italiane colpite dal fenomeno dell’isola di calore registrano una serie di effetti meteo sempre più evidenti:
temperature massime elevate,
minime notturne altissime, e
assenza di refrigerio notturno. Le
notti tropicali sono un sintomo diretto di questo squilibrio, così come l’aumento dell’
afa e della
percezione del disagio termico. A
Napoli,
Genova,
Palermo o
Cagliari, ma anche a
Milano o
Trieste, si osserva come le temperature restino alte anche oltre le ore 23, con conseguenze notevoli sulla salute e sul benessere quotidiano. La persistenza del calore urbano può spingere l’utilizzo dei
condizionatori d’aria, che però, paradossalmente, aggravano ulteriormente il problema immettendo calore residuo all’esterno.
Salute, ambiente e isole di calore: una sfida urbana Il
surriscaldamento urbano ha impatti diretti sulla salute delle persone. Le
malattie cardiovascolari, gli
attacchi di calore, e l’aggravamento delle
malattie respiratorie sono più frequenti proprio in queste zone meteo più stressanti. Gli
anziani, i
bambini, e chi lavora all’aperto sono i più esposti, e le
emergenze sanitarie estive si concentrano spesso in quartieri densamente edificati e poveri di verde. Anche l’
ambiente urbano soffre. Gli alberi sopravvivono con maggiore difficoltà, il suolo si compatta e impermeabilizza, aumentando il rischio di
allagamenti improvvisi in caso di forti piogge. Le città si trasformano così in
trappole termiche difficili da governare, che richiedono un ripensamento profondo della pianificazione urbana.
Soluzioni contro le isole di calore: ripensare lo spazio urbano La meteorologia urbana suggerisce diverse strategie per contrastare l’effetto delle isole di calore. L’introduzione di
tetti verdi,
facciate vegetali,
pavimentazioni riflettenti, e la
piantumazione strategica di alberi sono misure che aiutano a ridurre l’assorbimento di calore. Anche l’uso di materiali innovativi, come
asfalti chiari o drenanti, può contribuire a mitigare il riscaldamento e migliorare la qualità dell’aria. Progetti come quelli già sperimentati a
Bologna,
Torino o
Padova dimostrano che una
città più verde è anche una città più fresca. Tuttavia, serve una visione meteo-ambientale più integrata, in cui la gestione del
calore urbano sia una priorità delle politiche pubbliche.
Isole di calore: come il meteo urbano trasforma le città italiane