Eurovision, 70 tra ex concorrenti e vincitori chiedono l’esclusione di Israele

L’Eurovision Song Contest 2025 non è ancora iniziato e già ci sono le prime polemiche. Un anno fa moltissimi fan dell’evento e anche alcuni concorrenti si sono schierati contro la partecipazione di Israele e la sua rappresentante Eden Golan. Addirittura durante una delle esibizioni di Eden c’è stata una sorta di rivolta del pubblico, una […] L'articolo Eurovision, 70 tra ex concorrenti e vincitori chiedono l’esclusione di Israele proviene da Biccy.

May 8, 2025 - 04:48
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Eurovision, 70 tra ex concorrenti e vincitori chiedono l’esclusione di Israele

L’Eurovision Song Contest 2025 non è ancora iniziato e già ci sono le prime polemiche. Un anno fa moltissimi fan dell’evento e anche alcuni concorrenti si sono schierati contro la partecipazione di Israele e la sua rappresentante Eden Golan. Addirittura durante una delle esibizioni di Eden c’è stata una sorta di rivolta del pubblico, una forte contestazione con urla e fischi. Quest’anno la situazione è ancora più infuocata, visto che a pochi giorni dalla prima puntata più di 70 tra autori, commentatori, coristi, ex concorrenti e vincitori dello show hanno firmato una lettera in cui hanno chiesto pubblicamente l’esclusione di Israele dalla competizione. L’organizzazione dell’evento ha già risposto attraverso il rappresentante di EBO e ha fatto sapere il motivo per il quale la cantante israeliana Yuval Raphael non verrà squalificata.

La lettera contro la partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest.

“I sottoscritti ex partecipanti all’Eurovision esortano tutti i membri dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) a chiedere l’esclusione di KAN, l’emittente pubblica israeliana, dall’Eurovision Song Contest. KAN è complice della condotta di Israele contro i palestinesi di Gaza e del regime pluridecennale di apartheid e occupazione militare contro l’intero popolo palestinese.

Crediamo nel potere unificante della musica, ed è per questo che ci rifiutiamo di permettere che la musica venga usata come strumento per sbiancare i crimini contro l’umanità. L’anno scorso, siamo rimasti sconcertati dal fatto che l’UER abbia permesso a Israele di partecipare mentre continuava il suo genocidio a Gaza, trasmesso in diretta per il mondo intero. Il risultato è stato disastroso.

Invece di riconoscere le critiche diffuse e di riflettere sui propri fallimenti, l’UER ha reagito raddoppiando i suoi sforzi, garantendo la totale impunità alla delegazione israeliana e reprimendo gli altri artisti e le altre delegazioni, rendendo l’edizione 2024 la più politicizzata, caotica e sgradevole della storia del concorso.

Il silenzio non è un’opzione. In un momento in cui i movimenti autoritari e di estrema destra sono in aumento in tutto il mondo, il nostro dovere di far sentire la nostra voce è diventato più pressante. Ci uniamo quindi per affermare che la complicità dell’UER con il genocidio di Israele deve cessare.

Continuando a promuovere la rappresentazione dello Stato israeliano, l’UER ne normalizza e ne sbianca i crimini. L’UER ha già dimostrato di essere in grado di prendere provvedimenti, come nel 2022, quando ha espulso la Russia dalla competizione. Non accettiamo questo doppio standard nei confronti di Israele.

Siamo solidali con i concorrenti di quest’anno e condanniamo il ripetuto rifiuto dell’UER di assumersi le proprie responsabilità.

In qualità di cantanti, autori di canzoni, musicisti e altri che hanno avuto il privilegio di partecipare all’Eurovision, esortiamo l’UER e tutte le emittenti associate ad agire ora e a prevenire ulteriore discredito e interruzione del festival: Israele deve essere escluso dall’Eurovision”. [meride embed="24911"]

La risposta di EBU: il comunicato firmato dal responsabile delle comunicazioni Dave Goodman.

“Comprendiamo le preoccupazioni e le opinioni profondamente radicate riguardo all’attuale conflitto in Medio Oriente. L’EBU non è immune agli eventi globali, ma, insieme ai nostri Membri, è nostro compito garantire che il Concorso rimanga – nel profondo – un evento universale che promuove connessioni, diversità e inclusione attraverso la musica.

Tutti aspiriamo a mantenere l’Eurovision Song Contest positivo e inclusivo e aspiriamo a mostrare il mondo per come potrebbe essere, piuttosto che per come è. Ricordiamo che l’EBU è un’associazione di emittenti di servizio pubblico, non di governi, che possono partecipare all’evento ogni anno se soddisfano i requisiti richiesti. Non è nostro compito fare paragoni tra i conflitti.

Nell’ambito della sua missione per garantire un futuro sostenibile ai media di servizio pubblico, l’EBU sostiene il canale televisivo israeliano Kan contro la minaccia di privatizzazione o chiusura da parte del governo israeliano. L’EBU rimane allineata ad altre organizzazioni internazionali che hanno analogamente mantenuto la loro posizione inclusiva nei confronti dei partecipanti israeliani alle principali competizioni in questo momento.

Cordiali saluti, Dave Goodman”.

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