Caldo mostruoso da metà Maggio, poi tre mesi di meteo infernale

  Non è una previsione meteo, ma una rianalisi. La tremenda e lunghissima Estate 2022. Non si è trattato soltanto di un periodo caratterizzato da temperature elevate, ma di un evento climatico di portata plurisecolare, che ha messo in crisi i parametri tradizionali con cui siamo soliti valutare l’andamento stagionale.   Nel corso dei mesi […] Caldo mostruoso da metà Maggio, poi tre mesi di meteo infernale

May 5, 2025 - 08:19
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Caldo mostruoso da metà Maggio, poi tre mesi di meteo infernale
Non è una previsione meteo, ma una rianalisi. La tremenda e lunghissima Estate 2022. Non si è trattato soltanto di un periodo caratterizzato da temperature elevate, ma di un evento climatico di portata plurisecolare, che ha messo in crisi i parametri tradizionali con cui siamo soliti valutare l’andamento stagionale. Nel corso dei mesi di Giugno, Luglio e Agosto, l’Europa è stata sottoposta a un’ondata di calore persistente e straordinariamente intensa. I dati mostrano un incremento medio delle temperature pari a +1,34°C rispetto alla media calcolata sul trentennio 1991-2020, un valore che ha ampiamente superato anche quello registrato nell’Estate 2021. Quest’ultima, fino a quel momento, deteneva il primato di stagione più calda in Europa. Il nuovo scarto termico, pari a ulteriori +0,4°C, ha consolidato l’Estate 2022 come l’emblema di un nuovo standard meteo. Anticiclone Africano: per mesi l’unico attore protagonista La figura barica che ha caratterizzato e condizionato in modo determinante la configurazione atmosferica estiva è stata l’Anticiclone africano, una vasta struttura di Alta Pressione che ha occupato stabilmente il bacino del Mediterraneo e buona parte del continente. A differenza del più mite Anticiclone delle Azzorre, questo sistema è noto per trasportare masse d’aria provenienti direttamente dal Sahara, contribuendo a un’impennata delle temperature e a un’assenza quasi totale di precipitazioni significative. In Italia, l’influenza dell’Anticiclone africano si è manifestata attraverso un’estate di eccezionale intensità, seconda solo alla tragica Estate 2003, che ancora oggi rappresenta un caso studio di riferimento. I valori termici hanno spesso oltrepassato la soglia dei 40°C in numerose città, compromettendo la qualità della vita e mettendo sotto pressione sia la popolazione che i servizi essenziali. In Francia, il copione è stato pressoché identico: numerose regioni, dal sud fino alle zone settentrionali, hanno registrato ondate di calore prolungate. Ma il dato più simbolico arriva dal Regno Unito, dove per la prima volta nella storia meteorologica, Londra ha toccato i 40°C. Un dato che ha scatenato un dibattito globale, poiché testimonia come anche le regioni considerate tradizionalmente temperate non siano più immuni dalle conseguenze del riscaldamento climatico. Siccità apocalittica, la peggiore da mezzo millennio Parallelamente all’aumento delle temperature, l’Estate 2022 si è distinta per una drastica riduzione delle precipitazioni. La scarsità di piogge ha assunto dimensioni allarmanti, trasformando la stagione in una delle più aride degli ultimi decenni. Se non altro perché cominciò già a Dicembre 2021… Le regioni agricole hanno risentito pesantemente della siccità, con raccolti compromessi e riserve idriche ai minimi storici. Fiumi enormi e lunghissimi come il Po, la Loira e il Danubio hanno subito un calo drammatico dei livelli idrometrici. In alcuni tratti, il letto del fiume è emerso completamente, evidenziando non solo una situazione critica per la navigazione, ma anche per l’ecosistema fluviale e le attività industriali e civili collegate. Non era mai successo nei precedenti 5 secoli! La permanenza dell’Alta Pressione ha impedito l’arrivo delle classiche perturbazioni atlantiche, escludendo la possibilità di rinfrescare il suolo e rigenerare il ciclo idrico. Mediterraneo caldissimo, una cosa che purtroppo si ripete Tra gli effetti più rilevanti osservati durante l’Estate 2022 vi è stato il riscaldamento anomalo delle acque del Mar Mediterraneo. Le temperature superficiali hanno raggiunto valori compresi tra i 29°C e i 31°C in diversi punti del bacino, superando abbondantemente le medie stagionali. Un mare così caldo, più simile a quello delle latitudini tropicali che a un bacino temperato, ha creato le condizioni ideali per la formazione di fenomeni atmosferici estremi. In particolare, con il passaggio dalla Estate all’Autunno, si è assistito allo sviluppo di temporali violenti e grandinate di notevole intensità. Notti tropicali, pesanti da superare Le cosiddette notti tropicali, durante le quali la temperatura minima non scende sotto i 20°C, sono diventate una presenza costante anche nelle regioni del Nord Italia. Un tempo limitate al Sud e alle isole, queste condizioni si sono estese fino a coinvolgere regioni come la Lombardia, il Lazio, l’Emilia-Romagna e la Toscana. Queste notti calde ostacolano il recupero fisiologico della popolazione, creando disagio termico continuo e peggiorando le condizioni di salute per le fasce più vulnerabili. Gli effetti sul sonno, sulla circolazione sanguigna e sul sistema cardiovascolare si sono fatti sentire con particolare intensità tra gli anziani e le persone affette da patologie croniche. Dal 2003 è cambiato qualcosa L’Europa, tra tutte le macroregioni mondiali, risulta purtroppo particolarmente vulnerabile a queste trasformazioni. Le ondate di calore si stanno moltiplicando in frequenza e intensità, mentre i periodi di siccità si allungano e si intensificano . Le Alpi rappresentano uno degli hotspot del cambiamento climatico, con i ghiacciai in forte ritiro e la perdita progressiva delle riserve idriche montane. Insomma, capite bene che il quadro meteo del futuro è quantomai fosco e dobbiamo prenderne atto…

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