28.500 automobili potrebbero invadere strade bianche e mulattiere delle montagne venete

Un progetto di legge regionale attualmente in discussione prevede il semaforo verde ai mezzi motorizzati dei titolari di licenza di caccia su strade silvo-pastorali, mulattiere e sentieri. L’opposizione del CAI e di tutti gli amanti della montagna L'articolo 28.500 automobili potrebbero invadere strade bianche e mulattiere delle montagne venete proviene da Montagna.TV.

May 4, 2025 - 16:32
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28.500 automobili potrebbero invadere strade bianche e mulattiere delle montagne venete

La notizia è di quelle che lasciano stupefatti. Al vaglio del Consiglio regionale del Veneto c’è infatti il progetto di legge regionale numero 189 che prevede la possibilità per i veicoli a motore dei cacciatori di percorrere strade silvo-pastorali, mulattiere e sentieri montani. No, non si tratta di un pesce d’aprile tardivo. La proposta arriva da un consigliere regionale già Presidente della Federcaccia Veneto ed è sostenuta dalla maggioranza: basterà – se il testo presentato diventerà legge – essere titolari di una licenza di caccia per poter accedere liberamente su strade di montagna fino a oggi interdette al traffico motorizzato privato. Secondo quanto comunicato dagli stessi promotori i potenziali beneficiari del semaforo verde sono 28.500. Al fine di agevolare loro le cose è prevista anche l’esenzione dal versamento della speciale tassa per il contrassegno dell’auto che sarà obbligatoria per altre categorie di cittadini già autorizzate al transito come lavoratori agricoli e forestali, personale di vigilanza e antincendio, proprietari dei fondi.
L’opposizione a siffatto Progetto di legge è forte – e trasversale – e non si limita alle sole associazioni ambientaliste. Il danno all’ambiente che potrebbe derivare dall’approvazione non sfugge a nessuno, tranne ai promotori del provvedimento e ai loro sostenitori (non pochi, in verità). Nella scorsa legislatura un’analoga proposta era stata respinta prima ancora che potesse essere messa ai voti, ma ora si ricomincia da capo.

Decisa, in proposito la posizione del CAI centrale che si è schierato a fianco del Gruppo regionale CAIVeneto. In una nota diffusa ai media in concomitanza con l’inizio della discussione in Consiglio regionale il Cai ripercorre le fasi dell’annosa questione: “Il disegno di legge, in discussione oggi al Consiglio regionale delVeneto e contro cui sono stati presentati 106 emendamenti, nasce nel 2018 e fin dall’inizio il GR CAI Veneto e la Commissione Tutela Ambiente montano Veneto e Friuli-Venezia Giulia si sono opposti al provvedimento insieme ad altre Associazioni ed Enti, con il risultato che la maggioranza politica al governo della Regione non la porta al voto in Consiglio. Il progetto di legge viene poi riproposto nel 2023 e GR e CITAM VFG reiterano l’opposizione chiedendo un’audizione nella Commissione Regionale dedicata. Il testo del provvedimentoattuale è di fatto il testo del 2023 e anche in questo caso, dal momento della presentazione, sono state esposte le argomentazioni contrarie. In particolare il Cai Veneto si è fatto parte attiva in alcuni tra gli emendamenti presentati per migliorare la normativa in approvazione. Oggi inizia l’esame degli emendamenti e si spera in una inversione e aggiustamento del ddl iniziale, vista la vasta platea che si sta opponendo”.
“Possiamo affermare, anche come CAI Centrale”, sottolinea il delegato ambiente Mario Vaccarella, “che talinormative vanno contro i nostri principi di tutela del territorio, degli ecosistemi e della biodiversità, principi sanciti dal nuovo articolo 9 della costituzione. In particolare, proprio perché i mezzi fuoristrada creano un danno ambientale nei territori montani”.

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