Elena Maraga su Onlyfans guadagna 30 mila euro al mese
Parla Elena Maraga Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e sul nostro canale WhatsApp Nel mondo dell’educazione, spesso percepito come rigido e tradizionale, la vicenda di Elena Maraga ha scosso l’opinione pubblica e sollevato un dibattito su privacy, etica e libertà personale. Ex maestra in una scuola dell’infanzia paritaria cattolica del Trevigiano, Maraga è diventata protagonista delle cronache per essere […] L'articolo Elena Maraga su Onlyfans guadagna 30 mila euro al mese proviene da LaScimmiaPensa.com.

Parla Elena Maraga
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Nel mondo dell’educazione, spesso percepito come rigido e tradizionale, la vicenda di Elena Maraga ha scosso l’opinione pubblica e sollevato un dibattito su privacy, etica e libertà personale. Ex maestra in una scuola dell’infanzia paritaria cattolica del Trevigiano, Maraga è diventata protagonista delle cronache per essere stata licenziata dopo che alcuni genitori hanno scoperto la sua attività parallela su OnlyFans, la piattaforma online dove gli utenti pubblicano contenuti a pagamento, anche per adulti. Da questo episodio è nato un acceso confronto tra visione educativa, diritti individuali e dinamiche social.
Il cambiamento di vita per Elena è stato repentino. Dopo aver perso il lavoro di insegnante — con uno stipendio mensile di circa 1.200 euro — ha visto i suoi guadagni lievitare fino a circa 29.000 euro in un solo mese grazie alla sua attività su OnlyFans. Un rapporto economico impressionante, quasi 1 a 25 rispetto al suo vecchio impiego.
Nonostante l’evidente vantaggio finanziario, Maraga stessa riconosce che il boom iniziale è stato favorito dall’eco mediatica della vicenda:
La cifra in questione è molto alta, lo so – ha detto a Le Iene. In questo mese è stata quella, certo, ma voglio specificare che sono consapevole che non sarà così per sempre. Mi rendo conto che questo tipo di introito dipende molto da tutta la curiosità scatenata dalla pubblicità che ho avuto per la notizia e la polemica.
Le persone sono curiose, mi cercano e si abbonano. So benissimo che non durerà per sempre. Voglio chiarirlo perché al mondo ci sono tantissime persone che lavorano per cifre molto più basse, e non vorrei offendere nessuno. So che questo mese è andata così, poi le cose si normalizzeranno, spero di stabilizzarmi sui 2mila 3mila al mese
La decisione della scuola di interrompere il contratto è stata formalizzata a fine aprile con la motivazione di “giusta causa”. Secondo l’istituto, l’attività dell’insegnante si poneva in contrasto con i principi cattolici alla base della propria missione educativa. Tuttavia, Elena Maraga non ha intenzione di lasciar cadere la questione e, con l’aiuto del sindacato Cub, impugnerà il licenziamento — non per essere riassunta, ma per contestare la motivazione formale.
Sì ho cambiato di nuovo – dice lei – non voglio limiti nella comunicazione. Non voglio dovermi limitare nel raccontare la mia storia, non ho nessuna colpa per le scelte private che ho fatto. Nel futuro? Non vedo né OnlyFans né l’insegnamento, voglio fare quello che mi interessa davvero, che ora non è più la scuola ma la personal trainer, ho un esame da dare entro l’estate.
Nel frattempo, la Fism (Federazione italiana scuole materne) ha reagito al clamore mediatico introducendo un nuovo codice di comportamento per il personale delle scuole affiliate. Si tratta di un documento di tre pagine che esplicita l’aspettativa di una condotta etica da parte degli insegnanti non solo nel contesto scolastico, ma anche nella vita privata e online. Il testo impone attenzione ai contenuti pubblicati sui social, vieta espressamente immagini esplicite e richiede coerenza tra i comportamenti pubblici e il ruolo educativo ricoperto.
Il caso relativo a Elena Maraga porta alla luce non solo il conflitto tra valori religiosi e scelte personali, ma anche il profondo cambiamento culturale in atto: quello che riguarda il modo in cui identità, lavoro e immagine pubblica si intrecciano nell’era digitale. Se da un lato le istituzioni scolastiche cercano di rafforzare il controllo sul comportamento del personale, dall’altro la vicenda di Elena Maraga solleva domande fondamentali sulla libertà individuale e sulla legittimità di giudicare la vita privata di un lavoratore.
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