Totenfrau 2 – La Recensione: il ritorno della signora dei morti

La signora dei morti è tornata. Brunhilde Blum, la necrofora e giustiziera protagonista di una prima stagione adrenalinica della serie austriaca Totenfrau ha un lavoro da completare. E lo porterà a termine mantenendo alta la tensione, anche se non mancheranno le storture che, in parte, avevano caratterizzato anche il primo capitolo della serie d’oltralpe. Dove… Leggi di più »Totenfrau 2 – La Recensione: il ritorno della signora dei morti The post Totenfrau 2 – La Recensione: il ritorno della signora dei morti appeared first on Hall of Series.

Mar 28, 2025 - 11:41
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Totenfrau 2 – La Recensione: il ritorno della signora dei morti

La signora dei morti è tornata. Brunhilde Blum, la necrofora e giustiziera protagonista di una prima stagione adrenalinica della serie austriaca Totenfrau ha un lavoro da completare. E lo porterà a termine mantenendo alta la tensione, anche se non mancheranno le storture che, in parte, avevano caratterizzato anche il primo capitolo della serie d’oltralpe.

Dove ci aveva lasciato Totenfrau

Partiamo da dove ci eravamo lasciati: dopo la morte improvvisa e misteriosa di suo marito, il poliziotto Mark, investito proprio davanti casa da un misterioso pirata della strada, Blum ha cominciato un’indagine senza esclusione di colpi che l’ha portata a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora dell’orrore. Un giro di snuff movie gestito dai personaggi più in vista della città, la piccola e pittoresca località turistica Bad Hannenhof (il classico piccolo paese in cui tutti si conoscono e nel quale non succede mai niente, da leggere rigorosamente con la voce di Elisa True Crime). Questi altolocati mostri, legati da un antico patto di morte, reclutano ragazze straniere, fatte entrare illegalmente nel paese con la promessa di una vita migliore, per poi letteralmente farle a pezzi a beneficio di telecamera e distribuire i filmini a gente più pervertita e malata di loro.

Se nella prima stagione di Totenfrau avevamo avuto una panoramica piuttosto schietta dell’entità e della profondità dell’infezione della corruzione, della perversione e del marcio all’interno della città, nella seconda stagione tocchiamo il fondo, con una vera e propria discesa all’inferno che trascinerà non solo l’impavida Blum, ormai a suo agio (si fa per dire) nei panni della dispensatrice di giustizia e morte, ma anche i suoi affetti più cari. Il suo braccio destro e collaboratore Reza, al quale aveva confidato già nella prima stagione la sua crociata, coinvolgendolo e guadagnandosi un prezioso alleato, ma purtroppo anche innocenti. In primis la figlia Nela, presa in ostaggio dal villain principale di questa seconda stagione di Totenfrau e che sostituisce il marito Mark alla voce “ragioni per sterminare mezza città”

totenfrau 2
Credits: Netflix

Riesumare il passato

Dopo due anni di vita tranquilla, passata sempre a preparare i morti per la sepoltura nel suo laboratorio adiacente a casa, su Blum e Reza cade un macigno: una riesumazione rischia di riportare la donna sotto i riflettori, dopo che già nella prima stagione la sua presenza aveva attirato le indesiderate attenzioni dell’ambiziosa ispettrice Birgit Wallner. Nella bara i poliziotti trovano pezzi di un altro cadavere, per la precisione del rampollo della famiglia di imprenditori della neve e degli alberghi Edwin Schönborn. E non sarà il solo, perché nel cimitero di Bad Hannenhof Reza e Blum hanno disseminato i resti degli altri componenti della confraternita criminale, che rischiano ora di tornare a tormentarli dopo due anni.

L’indagine si riapre e così Blum deve tornare in sella alla sua moto, a seminare morte e giustizia.

Giustizia che, nella seconda stagione di Totenfrau, non è più per il marito, ma per la figlia che viene usata come moneta di scambio dallo spietato magnate edilizio Sarkissian (e che aveva avuto la malaugurata idea di mettersi insieme al nuovo rampollo della dinastia Schönborn, l’idealista Alex).

Tutto è bene quel che finisce bene (?)

Ma non solo, perché la sete di giustizia di Blum si allarga a tutta la città, volendo idealmente metterla a ferro e fuoco per mostrare il marcio sotto la superficie. Un marcio che non risparmia nessuno, dalle forze di polizia alla politica al mondo dell’imprenditoria, tutti vengono sbugiardati (e giustiziati) da Blum, presentata in questa seconda stagione di Totenfrau come una vera e propria eroina invincibile. E questo conduce, inevitabilmente, a costruire un plot armor indistruttibile, che rappresenta una vera dannazione per le serie crime di medio livello, categoria nella quale rientra l’ambiziosa ma non sufficientemente eccellente Totenfrau.

Al protagonista non può e non deve succedere niente, né a livello giudiziario né tantomeno a livello fisico. La necessità di chiudere il cerchio narrativo con una soluzione che non contempli mai la morte né tantomeno la galera si potrà anche giustificare con la sospensione dell’incredulità, ma qui stiamo parlando di una sospensione che va contro anche le basilari leggi della gravità. Difficile dire se vedremo una terza stagione di Totenfrau, dal momento che la missione di Blum ormai è completata e il suo destino è tornare al suo laboratorio a preparare i morti e, saltuariamente, intrattenere conversazioni rivelatorie con loro. Un po’ di mancherà la sua freddezza, il suo aderire perfettamente al canone delle nuove eroine true crime, che più che col cuore, ragionano con l’istinto e un senso insopprimibile di giustizia. 

I punti forti

I punti di forza, d’altro canto, di questa seconda stagione sono anche quelli che avevano contraddistinto la prima, anche se manca l’elemento novità. L’indubbia bellezza dei paesaggi austriaci, incantati e idilliaci e perfettamente in contrasto con la cupezza della trama. L’innegabile bravura della protagonista Anna Maria Mühe, molto credibile nei panni della giustiziera fredda e implacabile e sempre più prestante fisicamente. La tensione narrativa sempre altissima, anche se con colpi di scena non sempre così imprevedibili ma che riescono comunque a tenere lo spettatore incollato alla televisione, dando l’impressione di aver assistito a un lungo film d’azione (una sorta di Io vi troverò teutonico) più che a una serie tv.

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