The Shrouds: la Recensione del nuovo macabro film di David Cronenberg

Ecco cosa ne pensiamo di The Shrouds, il nuovo intenso film di David Cronenberg costruito attorno al trauma del lutto The Shrouds: il nuovo film di David Cronenberg “Al lutto non c’è rimedio” Ha concluso così, David Cronenberg, la presentazione del suo nuovo film The Shrouds, lo scorso lunedì in collegamento streaming da Londra; una […] L'articolo The Shrouds: la Recensione del nuovo macabro film di David Cronenberg proviene da LaScimmiaPensa.com.

Apr 4, 2025 - 09:06
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The Shrouds: la Recensione del nuovo macabro film di David Cronenberg

Ecco cosa ne pensiamo di The Shrouds, il nuovo intenso film di David Cronenberg costruito attorno al trauma del lutto

The Shrouds: il nuovo film di David Cronenberg

“Al lutto non c’è rimedio”

Ha concluso così, David Cronenberg, la presentazione del suo nuovo film The Shrouds, lo scorso lunedì in collegamento streaming da Londra; una storia di dolore estremamente personale poiché ispirata dall’esperienza di lutto subita dal regista dopo la morte della moglie nel 2017.

Dunque, non solo è il film più intimo di Cronenberg, ma anche un vero e proprio ritorno a suoi precedenti film di genere incentrati sul body horror (eXinstenZ, The Fly, Videodrome). Ormai è risaputo quanto il regista sia affascinato, quasi ossessionato, dal deterioramento del corpo, ma non è solo questo che bolle in pentola in questo film.

The Shrouds si può definire un dramma paranoide e profondamente macabro sull’elaborazione del lutto, camuffato, però, da film di fantascienza sullo sviluppo tecnologico, con all’interno una buona dose di thriller investigativo e cospirativo dove tutti sono sospettati. A primo impatto sembrerebbe solo un mix confusionario di generi, eppure nel corso della visione tutto acquisterà un senso, dando come risultato un quadro straziante e anche piuttosto oscuro sulla natura umana.

The Shrouds è la storia di un miliardario tecnologico, Karsh (Vincent Cassel) che ha recentemente perso la moglie per un cancro. Il lutto lo ha fatto sprofondare in una spirale di insano tormento e di nocivo attaccamento al corpo ormai defunto della moglie e che lo ha portato alla creazione di una società chiamata Gravetech.

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L’invenzione di punta di questa società è un sistema ad alta tecnologia che permette alle persone in lutto di guardare i propri cari decomporsi tramite un’app sul proprio telefono. Sulle lapidi, infatti, non saranno presenti delle foto dei defunti ma bensì uno schermo in cui apparirà la registrazione in tempo reale del corpo in decomposizione a 365 gradi.

Una nuova e audace innovazione del lutto utilizzata dal protagonista come unico modo per rimanere in contatto con la moglie, osservarne i cambiamenti giorno dopo giorno ed elaborarne la perdita a modo proprio. Nell’accezione più atipica e disturbante del termine, questa può essere definita la massima espressione dell’amore dopo la morte.

Una notte, però, le tombe verranno vandalizzate, le registrazioni sospese e l’intero database violato. Da questo momento in poi si metteranno in moto una serie di eventi che prenderanno le forme di un’intricata rete di cospirazioni che coinvolgerà tutti, dai parenti più stretti al mercato creato da questo particolare servizio funebre, un mercato che monetizza gli ultra ricchi e le aziende iper tecnologiche.

Nel corso di questa investigazione ai limiti della paranoia, i personaggi della storia mostreranno le loro anomalie più personali e le depravazioni più segrete, perché probabilmente è proprio questo che succede quando ci si avvicina sempre di più al mondo ultraterreno e si oltrepassa quel confine tra i vivi e i morti. In questo senso, infatti, The Shrouds è un cinema di morte in cui il dolore per la perdita di una persona amata mangia sulla carne dei vivi mentre il corpo del defunto si decompone in silenzio, segretamente e lontano dalla luce del sole.

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Come disse Cronenberg durante la conferenza a Roma, quando ami qualcuno per tutta la vita e improvvisamente ti viene portato via, nascono nell’animo umano una serie di meccanismi estremamente personali per gestire quella perdita, e con essa tutti quegli interrogativi che non avranno mai risposta.

Talvolta questi meccanismi possono essere semplici ed innocui processi auto-difensivi e talvolta invece possono sfociare in comportamenti e pensieri disturbanti, come in questo film; qui la perdita di un corpo si trasforma in brama, brama di osservare, stare in contatto e addirittura possedere quel mucchio di ossa che un tempo rappresentavano la persona amata.

Noto per decostruire e ricostruire il corpo con una freddezza da obitorio, Cronenberg stavolta esplora il modo in cui l’essere umano tende a trattenere fedelmente quell’immagine perfetta di una persona defunta, e lo fa in maniera estremamente particolare, ovvero facendo intrecciare la decomposizione del corpo con la bellezza.

Proprio mentre marcisce il cadavere di sua moglie, l’ossessione del protagonista aumenta; il suo modo ruota interamente attorno a quello del sudario dove sono avvolte le spoglie di Becca, a tal punto da rivedere il cadavere della moglie nella donna che sta frequentando. Ma la caratteristica più interessante di questa ossessione del protagonista è la calma meditativa e silenziosa che mantiene nella sua paranoia; anche quando verrà a sapere che qualcuno ha tagliato i cavi di trasmissione dei sudari, negandogli la possibilità di vedere le spoglie della moglie, Karsh non mostrerà il minimo segno di agitazione.

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L’ossessione, per Cronenberg, dunque acquisisce una forma ben diversa dalla tipica concezione che abbiamo di essa, bensì è qualcosa di ipnotizzante che paralizza mente e corpo. E parlando di corpo, il regista solleva anche un quesito piuttosto interessante; visto che il corpo è definito spesso come realtà, che cosa ne è di quella realtà quando il corpo in questione è sepolto a metri e metri sotto terra? Domande come queste trasformano il film in un vero e proprio esperimento mentale che sollecita i lati più oscuri e macabri della nostra immaginazione.

La storia, infatti, si sviluppa su vari livelli narrativi, rendendo la visione estremamente dinamica. E talvolta quando l’interesse per la storyline personale del protagonista viene meno, è il mistero dell’investigazione che tiene alta l’attenzione dello spettatore. Proprio quando pensi di poter capire cosa sta succedendo, un colpo di scena ti rivelerà le vere intenzioni di un personaggio che fino a quel momento ritenevi innocente.

Questa sarà una tecnica che verrà usata per tutto il film, fino all’ultimo imprevedibile, spiazzante colpo di scena. La regola di Cronenberg contro qualsiasi cosa che sia soprannaturale o spettrale è valida anche in The Shrouds, ed è probabilmente questa la ragione per cui il film riesce così bene a creare situazioni disturbanti per lo spettatore, senza però mostrargli niente di fondamentalmente spaventoso; il terrore giace sempre nel plausibile.

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Sfruttando la paura per ciò che è astruso e filosofico, e mischiandola con il sesso, la morte e l’ossessione, Cronenberg conserva il mistero e l’erotismo prevalenti nel suo cinema, in maniera più trattenuta rispetto al passato, rendendola la sua opera più raffinata e contemplativa.

Questo è anche grazie al direttore della fitografia Douglas Koch, colui che lavorò anche a Crimes of the Future, che riesce magistralmente a mettere in evidenza la luce in agguato nell’oscurità anche quando l’atmosfera è cupa e oscura. Ad esempio, all’interno della tomba della moglie è visibile un bagliore luminescente in mezzo alla sua carne in decomposizione, creando proprio quella lotta tra luce e oscurità, vita e morte, che permane in tutto il film.

La visione di The Shrouds non è un semplice passatempo, ma uno stimolo continuo e provocatorio della mente che ha l’audacia di mettere in scena quei pensieri che l’essere umano non riesce nemmeno a ripetere a voce alta; dopo due ore in sala, il film sviluppa all’interno dell’animo dello spettatore una sorta di timore reverenziale, forse per il suo essere così spiazzante, sardonico, privo di sentenza, spudorato, senza regole, così immobile, silenzioso e cadaverico da prendere le forme di un rigor mortis.

Un modo brillante attraverso cui David Cronenberg sfrutta il cinema come portale per i suoi dubbi e quesiti più profondamente deviati.

The Shrouds: il Trailer

The Shrouds: il cast

  • Vincent Cassel – Karsh
  • Diane Kruger – Becca / Terry / Hunny
  • Guy Pearce – Maury
  • Sandrine Holt – Soo-Min Szabo
  • Elizabeth Saunders – Gray Foner
  • Jennifer Dale – Myrna Slotnik
  • Eric Weinthal – Dr. Hofstra
  • Steve Switzman – Dr. Jerry Eckler
  • Jeff Yung – Dr. Rory Zhao

A cura di Flavia Orsini

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