Negrita, il significato dei brani dell’album “Canzoni per anni spietati”
Il significato di tutti i brani che compongono "Canzoni per anni spietati", il nuovo atteso album di inediti dei Negrita. L'articolo Negrita, il significato dei brani dell’album “Canzoni per anni spietati” proviene da imusicfun.

Il significato di tutti i brani che compongono Canzoni per anni spietati, il nuovo atteso album di inediti dei Negrita. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.
Negrita, il significato dei brani dell’album “Canzoni per anni spietati”
Nel Blu (Lettera ai Padroni della Terra)
Il brano prende ispirazione da un pezzo famoso di Bob Dylan, che è Masters of War. Lì si parlava della società degli anni 60, delle guerre che c’erano in quel momento. Noi invece raccontiamo la società contemporanea, quella del 2025. Un brano dall’andatura marcata, un groove solido e rock and roll. Siamo piuttosto orgogliosi di questo pezzo. In qualche modo è forse anche il pezzo più rappresentativo del disco e non è un caso che lo apra.
Noi Siamo Gli Altri
La società contemporanea tende a schematizzare, e qualche volta lo fa drasticamente: o sei bianco o sei nero, o sei progressista o sei un conservatore… non si considera mai una terza via. Ci sono persone che non si riconoscono in nessuno schieramento e “Noi siamo gli altri” vuol dire questo, che esiste cioè una terza, una quarta, una quinta via alla società contemporanea e cerchiamo di raccontare in questa canzone il mondo che vediamo con i nostri occhi. Abbiamo una coscienza, abbiamo una cultura e vogliamo manifestarla.
Ama o lascia stare
Un brano che a livello di groove ci ha dato subito grandi soddisfazioni. Tra l’altro c’è anche uno special che è molto funky e quindi abbiamo goduto nell’arrangiarlo perché ha un sound molto Negrita di un certo periodo. In questo brano diciamo che, se l’alternativa ad amare è odiare, non ce n’è bisogno.
Song to Dylan
All’inizio della sua carriera Bob Dylan dedicava un brano, Song to Woody, a Woody Guthrie, il suo riferimento musicale da giovanissimo. Abbiamo voluto scrivere un testo rispettando questa tradizione, una Song to Dylan. Anche a livello musicale abbiamo composto una canzone che assomiglia allo stile di Dylan divertendoci con la filologia. È un brano acustico.
Non esistono innocenti amico mio
Era venuto fuori un giro di accordi molto promettente e lo step successivo sarebbe stato quello di scriverci un testo. Era il giorno di Pasqua, Pau era nel suo studio con le finestre aperte. Abita un po’ in collina, sotto a un paese con la ferrovia, la strada, il fiume e l’agglomerato urbano. Ha Sentito le campane della chiesa del paese sotto casa, poi una sirena della polizia e ha preso questo gancio dalla realtà per inserirlo nella prima riga del testo. Da lì a seguire è venuta l’idea e si è completato praticamente da solo. Tanto che il giorno dopo l’ha portato in studio e il pezzo era già praticamente finito. Poi l’abbiamo arrangiato e l’abbiamo fatto diventare quello che ascolterete. Non esistono innocenti, amici miei.
Buona fortuna
Buona fortuna, altrimenti detto Shalalala dal nome di archivio: abbiamo degli hard disk con del materiale vecchio che ogni tanto riascoltiamo e questo è un brano del ‘99 a cui abbiamo voluto dare una chance. Ci abbiamo lavorato per un po’, ne è uscita una versione che non ci convinceva del tutto e abbiamo provato a stravolgerla nella velocità, nel tempo ed è quella che sentite adesso nel disco.
Dov’è che abbiamo sbagliato
Uno dei pezzi più rock che ci sono nell’album. In questo brano cerchiamo di fare un’analisi di pregi e difetti della nostra generazione. Vedendo i risultati nella realtà di oggi, viene da pensare che da qualche parte abbiamo sbagliato. La nostra generazione fondamentalmente ha prodotto ben poche cose rilevanti per l’andamento del mondo e ce ne vogliamo prendere la responsabilità.
Viva l’Italia
C’è una tradizione stupenda di cantautori in Italia. Sarebbe sbagliato credere che, siccome facciamo rock, non ascoltiamo questo genere musicale, anzi, siamo cresciuti ascoltandolo e apprezzandolo. Uno dei nostri preferiti è Francesco De Gregori che ha scritto tantissime canzoni importanti, ogni riga che scrive è un diamante. Abbiamo voluto mostrare la nostra stima nei confronti di De Gregori attraverso questa nostra versione di Viva l’Italia, canzone che ha un contenuto calzante per questo momento storico e che si inserisce bene in questo concept.
Non Si Può Fermare
L’album si chiude con Non si può fermare, che canta Drigo. È una canzone nata durante il lockdown, periodo in cui Drigo sentiva chiaramente che non era il caso di scrivere nulla, avvertendo fortemente il peso del dramma che stavamo vivendo. Una volta finito, se fosse mai finito, avremmo voluto rimuoverlo e non pensarci mai più. Ma qualcosa scavava dentro e questa sensazione arrivava soprattutto quando si avvicinava la bella stagione e sapevamo tutti che, arrivato il bel tempo, saremmo potuti uscire. Si viveva l’attesa dell’estate come qualcosa di enormemente prezioso, una cosa che fino a qualche mese prima davamo semplicemente per scontato. Questa ineluttabilità delle stagioni che cambiano, della Terra che continua la propria esistenza, al di là degli errori, delle cose che l’umanità riesce a fare, ci mette a contatto con la sensazione di grandezza che l’uomo può avvertire, senza confrontarsi invece con la nullità che è realmente di fronte all’enormità dell’Universo. È un brano che, celebrando con gioia l’arrivo dell’estate, vuole anche mettere l’accento sul contrasto che c’è nel rapporto fra uomo e Natura.
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