Carjackers – Ladri ad alta velocità: un action a corto di gas – Recensione
Nora, Steve, Zoe e Prestance lavorano in un grande hotel, rispettivamente come parcheggiatrice, assistente, receptionist e barista. Ma in gran segreto sono anche una banda di rapinatori, pronti a prendere di mira i ricchi clienti che soggiornano in quelle sfarzose stanze. Rapine spettacolari le loro, a volto coperto e su quattro ruote, pedinando e poi […]


Nora, Steve, Zoe e Prestance lavorano in un grande hotel, rispettivamente come parcheggiatrice, assistente, receptionist e barista. Ma in gran segreto sono anche una banda di rapinatori, pronti a prendere di mira i ricchi clienti che soggiornano in quelle sfarzose stanze. Rapine spettacolari le loro, a volto coperto e su quattro ruote, pedinando e poi assalendo le auto di lusso sulle quali le malcapitate vittime si trovano dopo aver lasciato la struttura.
In Carjackers – Ladri ad alta velocità uno degli ultimi colpi, tra i più fruttuosi mai messi in atto, rischia di comportare non pochi problemi. La direttrice dell’albergo infatti, stanca della situazione che rischia di compromettere la nomea del franchise, assume lo spietato mercenario Elias per indagare e mettere fine alle loro imprese criminali. La situazione si complica ulteriormente quando Nora si innamora di un pianista vedovo e padre di una bambina, una relazione che la spinge a cercare di cambiar vita una volta per tutte.
Carjackers, recensione: visto e rivisto
Un action-movie senza arte ne parte, con le dinamiche interne al gruppo trattate in maniera superficiale e diverse forzature nella gestione delle figure secondarie, cominciando proprio da quella love-story che vede al centro la bionda protagonista, del tutto inutile se non ai fini di una morale spiccia sull’etica del male. Nel corso dell’ora e mezzo di visione emergono echi di grandi cult passati e recenti, da Heat – La sfida (1995) fino al dittico di Nella tana dei lupi, accatastati alla rinfusa in una sceneggiatura improbabile e mai capace di avvincere.
Tutto viene dato per scontato in una narrazione ben più che prevedibile, nella quale viene difficile affezionarsi a questa banda di improvvisati criminali, anche quando il destino gioca loro scherzi crudeli. Ma se la cura dei vari caratteri è ai minimi, difficilmente ci si può struggere per quegli eventi pur tragici che permeano la seconda parte del film.
Soldi sporchi
Anche il dualismo sociale sulla lotta ideologica tra ricchi e poveri viene affrontato senza lucidità, con una sorta di bignami dove i primi sono loschi e cattivi, mentre i secondi pensano unicamente al loro tornaconto personale, sacrificando la vocazione alla Robin Hood in favore di una più credibile questione monetaria. Ma l’ambiguità finisce qui, giacché le scelte che i Nostri prendono nel procedere della vicenda si basano su logiche fredde e prive di pathos, con una resa dei conti finale a dir poco assurda per come nata.
La stupidità del cattivo, al quale pur la faccia e la fisicità di Franck Gastambide donano un certo carisma, è tale nel passare da una posizione di assoluta dominanza a quella di sconfitto sacrificale da scadere nel ridicolo involontario. La tensione, sia puramente di genere nelle fasi action che dal punto di vista psicologico, è la grande assente, non l’unica in una produzione alimentare che si consuma nella propria povertà di contenuti.
Conclusioni finali
Una banda di rapinatori, specializzati in colpi su due o quattro ruote ai danni dei ricchi clienti dell’albergo dove loro stessi lavorano come dipendenti, comincia ad attirare fin troppa attenzione dopo l’ultimo colpo e il pericolo di essere scoperti si fa sempre più concreto.
Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, Carjackers – Ladri ad alta velocità è un film a corto di stile e di idee, popolato da personaggi anonimi alle prese con situazioni banali e prevedibili, in un gioco del gatto e del topo che stanca in fretta. E l’ora e mezzo di visione si appesantisce inaspettatamente prima del previsto, non appena compresa la fallacia di una narrazione che non va da nessuna parte.