You: il doppio significato dietro l’ultima frase di Joe Goldberg
Ecco come la battuta finale in You coinvolge gli spettatori con un doppio significato molto tetro Dopo tanti anni You è giunta alla fine e, come abbiamo visto nell’ultimo episodio, Joe Goldberg è finalmente destinato a pagare per i suoi crimini: gli è stata data infatti una sentenza di prigionia a vita, anche troppo poco […] L'articolo You: il doppio significato dietro l’ultima frase di Joe Goldberg proviene da LaScimmiaPensa.com.

Ecco come la battuta finale in You coinvolge gli spettatori con un doppio significato molto tetro
Dopo tanti anni You è giunta alla fine e, come abbiamo visto nell’ultimo episodio, Joe Goldberg è finalmente destinato a pagare per i suoi crimini: gli è stata data infatti una sentenza di prigionia a vita, anche troppo poco forse visto tutto quello che ha fatto. Un lungo percorso, il suo, segnato da ossessioni e violenze che hanno rovinato molte vite.
Ma, nell’ultima scena ambientata in carcere, Joe ha ancora un messaggio per il pubblico che lo ha seguito per tanti anni: un messaggio che, si potrebbe dire, “buca” lo schermo. C’entra il fatto che Joe viene rappresentato nella serie sempre come quello che apparentemente, da fuori, potrebbe apparire come un uomo “normale”.
Joe riflette su questo nel leggere la lettera di una “fan” dietro le sbarre, come il dottor Lecter. Non è un fenomeno troppo strano: personaggi come Ted Bundy avevano i loro ammiratori nella vita reale, e basti pensare alla fascinazione del pubblico per documentari true crime o altre serie come Mindhunters per ricordarci di come i seriali killer abbiano sempre esercitato un fascino sinistro.
Joe ovviamente non può fare eccezione, ma proprio da qui viene la riflessione insita nella sua ultima, provocatoria chiosa nel finale di You: “Perché io sono in gabbia quando queste pazze mi scrivono tutte le cose depravate che vogliono che faccia loro? Forse noi abbiamo un problema come società, forse dovremmo aggiustare quel che c’è di rotto in noi”.
Joe prosegue la sua riflessione leggendo la lettera della ragazza, che gli scrive che “gli crede”, che vorrebbe che lui le facesse “di tutto” e che lei è proprio una “cattiva ragazza”. E Joe argomenta: “Forse il problema non sono io. Forse… sei tu [you]”. E qui Joe guarda in camera, rivolgendosi direttamente allo spettatore e sfondando la famosa quarta parete.
Il significato è chiaro, e si ritrova anche in altre opere thriller che sfruttano lo stesso colpo di teatro come il finale di Memorie di un Assassino di Bong Joon-ho: i malati, i perversi, i depravati e anche i killer o gli assassini si “nascondono” tra le persone qualunque, proprio come Joe. Quindi, dice lui, potrei essere io come potresti essere “tu”.
Ma potrebbe anche trattarsi di una scusa, l’ennesimo meccanismo mentale contorto con il quale Joe cerca di giustificare quello che è e quello che ha fatto. Del resto, è un alibi comune per i criminali e specialmente per i serial killer quello di incolpare “la società” che non li capisce e li costringe alla violenza.
In questo senso, il doppio significato dell’accusa a “Tu” (“You” come il titolo della serie, ovviamente) dimostra come Joe non abbia veramente appreso nulla da tutto quello che gli è successo, pronto sempre ad incolpare il prossimo e non sé stesso e incapace di guardarsi dentro in cerca di ciò che c’è da rimettere a posto. Non è mai cambiato, ed è condannato a restare sé stesso.
Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa e su WhatsApp
L'articolo You: il doppio significato dietro l’ultima frase di Joe Goldberg proviene da LaScimmiaPensa.com.