La Porta dell’Inferno, l’incredibile storia della voragine di fuoco nel deserto

Ribattezzata "Porta dell'Inferno", la spettacolare voragine di fuoco brucia nel deserto del Turkmenistan dal 1971. Ma non è un fenomeno naturale

Apr 29, 2025 - 12:02
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La Porta dell’Inferno, l’incredibile storia della voragine di fuoco nel deserto

Lontano dalle rotte più battute esiste un luogo che sembra appartenere a un altro mondo, dove la terra respira fiamme e il cielo è costantemente illuminato da un bagliore “infernale”. Si chiama Darvaza Crater, ed è conosciuto dai pochi che ne parlano come la Porta dell’Inferno. Un nome che evoca immagini spettrali e anche spaventose, ma che nei fatti rappresenta un mistero geologico e umano che brucia senza sosta.

Che cos’è la Porta dell’Inferno

Con le parole Porta dell’Inferno si fa riferimento a un enorme cratere di gas situato nel deserto del Karakum, in Turkmenistan. Un posto misteriosissimo e dalle dimensioni notevoli poiché possiede circa 60-70 metri di diametro e una profondità di 20-30 metri. Qui fiamme ardenti bruciano senza sosta da decenni e la colpa è soprattutto dell’uomo: nel 1971, un gruppo di geologi sovietici stava perforando il suolo per estrarre gas naturale, ma la piattaforma su cui stavano lavorando crollò in una cavità sotterranea piena di gas metano.

Per evitare che il gas nocivo si diffondesse nell’atmosfera e causasse danni e anche per evitare un’esplosione, i geologi decisero di incendiare il cratere, pensando che il fuoco avrebbe consumato il gas in pochi giorni. Ma non fu affatto così. Le fiamme continuano a bruciare ancora adesso, trasformando il sito in un’attrazione unica al mondo, visibile da chilometri di distanza, soprattutto di notte.

Oggi la Porta dell’Inferno è sì un luogo spettacolare, ma anche un simbolo delle conseguenze impreviste delle attività umane e della potenza incontrollabile della natura.

Darvaza Gas Crater, Turkmenistan
Fonte: iStock
Veduta del Darvaza Crater di notte

Dove si trova la Porta dell’Inferno?

Come accennato, la Porta dell’Inferno si trova in Turkmenistan e, più precisamente, nel deserto del Karakum, a circa 260 km a nord della capitale Aşgabat. Per essere ancor più accurati, il cratere è situato vicino al villaggio di Darvaza, in una zona remota e scarsamente popolata, che lo rende difficile da raggiungere.

Sorge quindi in posizione piuttosto isolata, al punto che parliamo di un territorio accessibile solo tramite una strada non segnalata. In sostanza, chi vuole visitarla deve essere preparato ad affrontare il viaggio in condizioni piuttosto estreme.

Perché continua a bruciare

La Porta dell’Inferno continua emettere fiamme “eterne” perché il gas naturale nel sottosuolo del cratere non è mai stato completamente consumato. Il gas metano sotterraneo è ben più abbondante di quanto i geologi si aspettassero, e per questo non smette di fuoriuscire dal terreno, alimentando il fuoco in modo costante da ormai più di 50 anni dall’incendio originale.

Ma non è l’unico motivo: il cratere è alimentato da un’ulteriore riserva di gas che è difficile da esaurire a causa della sua vasta estensione nel sottosuolo. Questa continua combustione del gas, tra le altre cose, ha un impatto significativo sull’ambiente poiché il metano, che alimenta il fuoco, è un potente gas serra, molto più dannoso per il nostro pianeta rispetto all’anidride carbonica. Ciò vuol dire che la sua combustione contribuisce al riscaldamento globale, e per questo motivo nel corso degli anni il cratere è diventato un simbolo delle problematiche legate all’uso irresponsabile delle risorse naturali.

Turkmenistan, la Porta dell'Inferno
Fonte: iStock
La Porta dell’Inferno di giorno

Non vi sorprenderà sapere che, nel 2022, il presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedow, ha annunciato piani per spegnere la Porta dell’Inferno. Un’idea che è stata discussa soprattutto con lo scopo di riuscire ridurre l’inquinamento, e conseguentemente favorire uno sviluppo economico sostenibile. Eppure, fino a oggi, non è stato ancora realizzato nulla di concreto. I motivi? Probabilmente anche l’impatto turistico, poiché la Porta dell’Inferno è raggiunta ogni anno da migliaia di visitatori, sia locali che internazionali, che si avventurano nel deserto per ammirare le fiamme e scattare fotografie spettacolari. Nelle sue vicinanze, infatti, sono stati anche installati dei campi tendati per potervi soggiornare.

Come visitarla in sicurezza

Il posto è remoto e decisamente particolare, e per questo per visitarlo in sicurezza è necessario essere adeguatamente preparati:

  • Pianificazione del viaggio: bisogna informarsi bene sulla zona prima di partire, perché non ci sono strade ben segnate. È quindi di fondamentale importanza avere una mappa dettagliata o un GPS;
  • Guida locale: è altamente consigliato assumere una guida locale esperta, che conosce l’area e in grado di muoversi nel deserto con più sicurezza;
  • Preparazione del veicolo: è indispensabile un’auto 4×4 a causa di strade sterrate, sabbie mobili e terreni irregolari;
  • Controllo del veicolo: deve necessariamente essere in buone condizioni, con abbastanza carburante, gomme in ottimo stato e attrezzi di emergenza;
  • Abbigliamento e attrezzatura: si suggerisce di indossare abiti leggeri ma coprenti per proteggersi dal sole e anche di mettere un cappello per evitare scottature. Vale la pena portare anche abiti caldi per la notte;
  • Protezione solare: possibilmente ad alta protezione, insieme a occhiali da sole per difendersi dai raggi UV intensi del deserto;
  • Scarpe robuste: devono essere adatte per camminare su terreni accidentati e sabbiosi;
  • Acqua e cibo: occorre avere con sé una quantità abbondante di acqua potabile, poiché le temperature nel deserto possono superare i 50°C durante il giorno. Il cibo deve essere non deperibile, come barrette energetiche o snack, poiché le risorse nelle vicinanze sono piuttosto limitate;
  • Sicurezza e precauzioni: evitare di avvicinarsi troppo al cratere, sia per le temperature estremamente elevate sia per i gas che fuoriescono che sono pericolosi;
  • Non andare di notte senza una guida: la visibilità è scarsa nelle ore buie, e le temperature possono scendere drasticamente;
  • Comunicazioni: se possibile portare un telefono satellitare o altre forme di comunicazione per emergenze. È fondamentale anche informare qualcuno che ci si trova proprio lì e quando si prevede di tornare;
  • Campeggio: alcuni tour organizzano campeggi nelle vicinanze del cratere, ma le condizioni sono molto spartane. Meglio portare tutto il necessario per la notte;
  • Assicurazione sanitaria e di viaggio: che copra eventuali incidenti o emergenze sanitarie.
Gate of Hell, Turkmenistan
Fonte: iStock
Pazzesca veduta dall’alto della Porta dell’Inferno

Misteri e folklore

Un posto così particolare e atipico non poteva di certo essere esente da misteri e folklore. È vero che è un danno provocato dall’uomo, ma il suo continuo bruciare è anche (e certamente) un fenomeno geologico straordinario, al punto da aver affascinato la fantasia e l’immaginazione di molti.

In diverse culture locali, per esempio, la Porta dell’Inferno è stata interpretata come un passaggio verso il mondo dei morti, un portale che collega la Terra a un altro piano di esistenza, quello dell’aldilà. Le fiamme sono quindi simili a quelle che si pensa alimentino gli inferi nelle tradizioni religiose e mitologiche. Per questo motivo, esistono storie secondo cui chi si avventurava troppo vicino al cratere possa essere in qualche modo risucchiato in un altro mondo, come se fosse un “varco” tra la vita e la morte.

Per la mitologia turkmena qui abitano esseri mitologici simili a dei guardiani infernali, che proteggono il confine tra il mondo terreno e quello sotterraneo. Il fuoco eterno che arde nel cratere potrebbe rappresentare una sorta di “guardiano” che impedisce il passaggio tra i due mondi.

Altre storie popolari narrano di anime perdute che giacciono sotto la terra, imprigionate dalle fiamme, incapaci di sfuggire al fuoco eterno. Poi c’è chi è convinto che alcune anime siano rimaste intrappolate nel cratere, vittime di un destino che le lega a quel luogo infernale.

C’è poi la leggenda dei “diavoli”, che sostiene che un tempo il cratere fosse la dimora di demoni o creature malvagie, conosciuti come “diavoli del deserto”. Stando ai racconti, questi esseri, in grado di generare il fuoco eterno, avrebbero usato la Porta dell’Inferno come una prigione, sigillata dalle fiamme, per evitare che le loro energie oscure si disperdessero nel mondo che conosciamo oggi. Si dice che chi si avvicina al cratere possa sentire delle voci inquietanti o vedere ombre strane che si muovono tra le fiamme.

Non manca chi lo considera un luogo maledetto, da evitare a tutti i costi, mentre altri lo vedono come una sorta di luogo sacro, in cui il fuoco eterno rappresenta una forza cosmica che regola l’ordine dell’universo.