Macondo, alla ricerca della città di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez
Macondo di Cent'anni di solitudine esiste? Pare proprio di sì ed è la città natale di Gabriel Garcia Marquez: benvenuti ad Aracataca

Case di argilla e canna selvatica, un fiume: ci sono luoghi che, grazie ai libri, diventano leggendari. Posti che potremmo disegnare, di cui non sarebbe difficile tracciare una mappa ben precisa e che nella nostra immaginazione hanno connotazioni ben precise.
Sono quelli che sono nati dalla penna di scrittori famosi, che hanno saputo renderli immortali. Alcuni di questi esistono, altri no, ma magari sono la trasposizione su carta di posti veri a cui gli autori si sono ispirati.
È il caso di Macondo, nucleo narrativo di quel capolavoro della letteratura sudamericana che è Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Una saga familiare straordinaria, infusa di magia, di eventi, di potenza narrativa, ambientata a Macondo, immaginario paese che si trova nella Colombia caraibica.
Ma esiste? Si può visitare? La risposta alla prima domanda è no, ma alla seconda è sì, perché pare che Gabriel Garcia Marquez per tratteggiare questa città si sia fatto ispirato ad Aracataca, Il luogo che gli ha dato i natali. E sì, questa si può raggiungere ed esplorare.
Sulle tracce di Macondo: dove si trova la città di Cent’anni di solitudine
Nel libro Cent’anni di solitudine, uno dei più belli del Novecento, si chiama Macondo, ma nella realtà potrebbe essere Aracataca, proprio la cittadina che ha dato i natali al suo autore: Gabriel Garcia Marquez.
Un luogo che lui ha reso vivido, parte integrante di una storia di famiglia, intrisa di magia ed eventi, che si sviluppa in 100 anni. E già nell’incipit del romanzo lo scrittore ci porta lì, in questa ambientazione perfetta e che ha affascinato intere generazioni di lettori. Così scriveva il Premio Nobel: “Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche”.
E ogni viaggiatore e lettore ha sognato almeno una volta di poter raggiungere quel luogo e respirare quel pizzico di magia che traspirava da ogni pagina.
Zaino o valigia alla mano per raggiungere Macondo, o per lo meno quella che si pensa sia stata la cittadina che ha ispirato Marquez, bisogna andare in Sud Amarica e, più precisamente, in Colombia ad Aracataca: fondata nel 1885 lungo l’omonimo fiume, si trova nel dipartimento Magdalena. È proprio qui che è nato nel 1927 lo scrittore ed è qui che possiamo respirare un po’ della sua vita e della sua arte. Che si vede un po’ ovunque, infatti girare per le sue strade significa imbattersi in murales, farfalle gialle, negozi che fanno subito venire in mete lo scrittore e le sue opere.
C’è stato anche un referendum nel 2006 per modificare il nome della città facendolo diventare Aracataca-Macondo, ma non avendo raggiunto il quorum la cittadina si è tenuta la denominazione precedente, anche se per chi la raggiunge resta, comunque, quella di uno dei capolavori di Marquez. Un romanzo indimenticabile tanto da ispirare una serie tv, ma anche da spingere a partire, per esplorare un luogo in cui si possono vedere le tracce dello scrittore e di una epopea familiare indimenticabile.

Cosa vedere ad Aracataca, la Macondo reale
Senza dubbio vi è una tappa che è imprescindibile quando si visita Aracataca ed è la casa dei nonni dove ha vissuto i primi anni di vita l’autore Premio Nobel per la Letteratura, in anni recenti divenuta museo. Si compone di 14 stanze e qui si possono ammirare le ricostruzioni degli spazi in cui è cresciuto, grazie a lavori che hanno seguito la descrizione di Marquez stesso nel libro Vivere per raccontarla. E fuori chissà che non capiti di imbattersi proprio nel colonnello Aureliano Buendia.
Secondo il sito ufficiale della Fondazione dedicata allo scrittore, la casa è aperta dal martedì al sabato dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, la domenica dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 15.
E poi si deve girare per la cittadina, per vedere le strade, la piazza principale – dove si trova una statua di Gabo – le case e immaginare le scene di Cent’anni di solitudine, ma anche i membri della famiglia Buendia. Tanti muri sono dipinti con disegni che ricordano il grande scrittore e la città è la location perfetta per tutti i fan della sua penna e del realismo magico.
Tra le altre tappe legate alla figura di Marquez merita una visita la Casa del Telegrafista, oggi piccolo museo, ma un tempo luogo di lavoro del papà del Premio Nobel. Dentro vi si possono ammirare oggetti a lui legati.
E poi la ferrovia, quella che ha portato a Macondo il progresso, con la sua stazione ferroviaria: questo era un elemento importate del romanzo e visitarla ci permette di immaginare i trasporti di banane ma anche il fatto che fosse l’anello di congiunzione con il resto del mondo.
Infine, vale la pena dare un’occhiata al fiume, quello evocato sin dalla prima pagina del capolavoro di Marquez.
Aracataca appare come una città colorata e accogliente, che negli ultimi anni è diventata sempre più turistica. E se la ragione principale è legata allo scrittore, va anche ricordato che qui sono nati altri personaggi celebri come il fotografo Leo Matiz e il musicista Antonio Jaramillo.

Come arrivare a Macondo
Arrivare a Macondo è piuttosto semplice, infatti Aracataca si trova a circa un’ottantina di chilometri da Santa Marta, ovvero il capoluogo del dipartimento di Magdalena: questa città si affaccia sul Mar dei Caraibi, alle sue spalle invece si trova la Sierra Nevada de Santa Marta. Quella fra le due tappe è una distanza che si percorre in poco più di un’ora di macchina. Quindi la città, celebre dal punto di vista turistico, è il perfetto punto di partenza per arrivare lì.
E sulle tracce di Macondo è andato anche Jovanotti, Lorenzo Cherubini, in sella alla propria bicicletta nella docu-serie Aracataca – Non voglio cambiare pianeta 2, 22 tappe, sulle tracce di Grabriel Garcia Marquez: al libro Cent’anni di solitudine, infatti, ha raccontato in un video su TikTok, ha dedicato il viaggio del docutrip, che tocca proprio la città di Aracataca.
Insomma, un viaggio assolutamente da fare, magari proprio facendosi accompagnare dalle pagine immortali del capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, una guida davvero speciale e che può rendere la visita ancora più bella.
