La Groenlandia vuole i turisti e cavalca l’effetto Trump
Farsi pubblicità senza spendere neanche un euro, anzi una corona (danese). È il caso della Groenlandia che, grazie a Donald Trump, è ormai costantemente sui media di tutto il mondo. Tanta curiosità ha generato anche un’impennata, non prevista, del turismo. Il presidente statunitense, infatti, non fa passare un giorno senza ricordare al mondo che il territorio autonomo della Danimarca è destinato, secondo lui, a far parte degli Stati Uniti per motivi di sicurezza nazionale e internazionale. Continue reading La Groenlandia vuole i turisti e cavalca l’effetto Trump at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Farsi pubblicità senza spendere neanche un euro, anzi una corona (danese). È il caso della Groenlandia che, grazie a Donald Trump, è ormai costantemente sui media di tutto il mondo. Tanta curiosità ha generato anche un’impennata, non prevista, del turismo.
Il presidente statunitense, infatti, non fa passare un giorno senza ricordare al mondo che il territorio autonomo della Danimarca è destinato, secondo lui, a far parte degli Stati Uniti per motivi di sicurezza nazionale e internazionale. Questo ha riacceso l’interesse dei viaggiatori, soprattutto statunitensi, per questa destinazione.
A spingere gli afflussi di nuovi turisti verso l’isola, situata nell’estremo nord dell’Oceano Atlantico, è anche la recente apertura dell’aeroporto internazionale di Nuuk, che ha reso più facile raggiungere la Groenlandia dagli Stati Uniti; a partire da giugno, United Airlines opererà voli diretti da New York a Nuuk, sostituendo la più lunga rotta Copenaghen-Kangerlussuaq-Nuuk.
TURISMO IN AUMENTO
Stando ai numeri, Statistics Greenland aveva registrato un aumento del 14% degli arrivi internazionali nel 2024, con 355.000 pernottamenti in hotel, rispetto ai 210.000 del 2014.
Non c’è dubbio che a spingere l’arrivo di nuovi turisti sicuramente sia stato il nuovo aeroporto. Il 75% degli operatori turistici, secondo Visit Greenland, segnala un aumento delle prenotazioni dopo l’apertura dello scalo di Nuuk, ma anche la crescente attenzione mediatica sta facendo la sua parte e nell’isola, oggi, l’aria che si respira, tra chi vive di turismo, è ottimistica e le aspettative sono alte.
Ivik Knudssen-Ostermann, la cui azienda, Greenland Cruises, gestisce gite in barca per vedere gli iceberg blu della Groenlandia, ha raccontato alla Cnn che la sua banca gli ha chiesto di espandersi, prima di un previsto afflusso di turisti dagli Stati Uniti:«Già ora, stiamo ricevendo molte più prenotazioni di quante ne abbiamo ricevute in precedenza, soprattutto a causa di un uomo con il cognome di Trump che ha davvero rimesso la Groenlandia ‘sulla mappa!’», ha dichiarato l’operatore.
Per Lars Ipland, un turista danese in visita a Nuuk, la Groenlandia era una delle ultime parti del mondo che non aveva visto: «Fa parte della Danimarca; quindi, ho pensato di doverla vedere perché, ora, con tutta l’attenzione, non sai cosa succederà la prossima settimana e se ci sarà un’altra bandiera quassù».
I PROSSIMI AEROPORTI
Altri due aeroporti internazionali sono in fase di sviluppo: uno a Ilulissat, il principale centro turistico della Groenlandia, dove si trova il fiordo di ghiaccio dichiarato Patrimonio dell’Unesco, che sarà completato entro il 2026, e l’altro a Qaqortoq, nel Sud, che permetterà di attraversare l’isola in meno di un’ora e mezza di volo.
Non c’è dubbio che queste nuove infrastrutture permetteranno voli più frequenti e a prezzi più competitivi rispetto ai collegamenti attuali, rendendo la Groenlandia una destinazione più facile per i visitatori. L’incremento del turismo le consentirà di diversificare l’economia, che attualmente dipende dalla pesca per il 95%, e di rafforzare l’industria dell’estrazione mineraria.
Resta da vedere se la maggiore accessibilità e i tanti turisti che arriveranno troveranno una Groenlandia pronta a gestire un’ondata di persone – ad oggi in Groenlandia ci sono soltanto 90 chilometri di strade asfaltate – su un territorio con un ecosistema tanto fragile e a rischio inquinamento.