FIMI: Il mercato discografico supera i 499 milioni di dollari nel 2024 con lo streaming in forte crescita

La musica italiana continua a crescere, e lo fa trainata dallo streaming. Secondo il nuovo report annuale di FIMI, il mercato discografico italiano nel 2024 ha registrato una crescita dell’8,5% su base annua, raggiungendo un valore totale di 461,2 milioni di euro (pari a circa 499,1 milioni di dollari secondo il tasso di cambio medio […] L'articolo FIMI: Il mercato discografico supera i 499 milioni di dollari nel 2024 con lo streaming in forte crescita proviene da All Music Italia.

Mar 26, 2025 - 12:13
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FIMI: Il mercato discografico supera i 499 milioni di dollari nel 2024 con lo streaming in forte crescita

La musica italiana continua a crescere, e lo fa trainata dallo streaming. Secondo il nuovo report annuale di FIMI, il mercato discografico italiano nel 2024 ha registrato una crescita dell’8,5% su base annua, raggiungendo un valore totale di 461,2 milioni di euro (pari a circa 499,1 milioni di dollari secondo il tasso di cambio medio dell’anno).

I numeri raccontano un settore sempre più orientato al digitale, dove lo streaming in abbonamento si conferma il motore principale. Ma non mancano altri dati rilevanti che fotografano una trasformazione profonda nel modo in cui si consuma e si produce musica in Italia.

FIMI – Mercato discografico italiano 2024 – lo streaming

A guidare la crescita del mercato è stato ancora una volta lo streaming in abbonamento, che da solo ha generato 204,9 milioni di euro (circa 221,8 milioni di dollari): si tratta del 44,4% di tutti i ricavi. Il dato è in aumento del 17,1% rispetto all’anno precedente.

Secondo FIMI, questa crescita è dovuta non tanto a un’esplosione degli ascolti, quanto all’aumento dei prezzi degli abbonamenti da parte delle piattaforme. Gli stream da abbonamento sono infatti aumentati del 14,3%, ma i ricavi sono cresciuti ancora di più, segno che ogni singolo ascolto ha fruttato di più rispetto al passato.

Lo streaming gratuito con pubblicità invece ha avuto una crescita quasi nulla (+0,4%), fermandosi a 50,5 milioni di euro. È stato superato per la prima volta dallo streaming video (come YouTube), che ha raggiunto 52,7 milioni, in crescita del 14,1%.

FIMI aveva già segnalato che il numero di ascolti da streaming gratuito è salito di oltre il 50% nel 2024, ma i ricavi non sono cresciuti in modo proporzionale. Questo significa che la pubblicità rende meno per singolo ascolto, e quindi le entrate da questo canale sono sempre più difficili da far crescere.

Nel 2024 sono stati registrati 95 miliardi di stream tra modelli gratuiti e in abbonamento, con un incremento del 31% rispetto all’anno precedente. Il pubblico ha premiato soprattutto le nuove uscite: l’82% degli ascolti ha riguardato brani pubblicati dal 2010 in poi.

Vinile in crescita, calano CD e download

I download digitali hanno subito un calo del 12,7%, scendendo a 3,9 milioni di euro. I supporti fisici nel complesso sono diminuiti del 2,1%, fermandosi a 61,3 milioni di euro, ma il vinile si conferma in controtendenza con un +6,8% (38,9 milioni).

Il calo generale dei supporti fisici è stato legato anche al cambiamento delle politiche statali: la sostituzione del Bonus Cultura con le nuove Carte Cultura da 500 euro ha ridotto l’incentivo diretto all’acquisto di musica registrata. I nuovi strumenti, destinati ai 18enni in base al reddito o al merito scolastico, prevedono un tetto di spesa pubblica fissato a 190 milioni l’anno.

Export +13,8%, spinge la musica italiana

La musica italiana convince anche all’estero. Le esportazioni hanno totalizzato 27,95 milioni di euro, con una crescita del 13,8%, grazie soprattutto al boom dell’export digitale (+24,4%). Negli ultimi cinque anni, il valore dell’export musicale italiano è aumentato del 140%.

Cresce anche la quota di musica italiana sul mercato interno: dal 59% del 2014 si è passati all’84% nel 2024. Merito di un ricambio generazionale in atto: l’età media degli artisti presenti nella Top 10 annuale si è abbassata di oltre il 30% nell’ultimo decennio.

Altri dati: diritti connessi su, synch in calo

Tra gli altri segmenti, crescono i diritti connessi (+2,6%, 74,8 milioni), mentre calano i diritti di sincronizzazione (-4,8%, 12,9 milioni), penalizzati secondo FIMI dalla concorrenza tra licenziatari e da una lieve riduzione degli investimenti in quell’area.

 

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