Un 2024 segnato da un meteo estremo e notti tropicali Il
meteo del 2024 ha lasciato un’impronta indelebile su gran parte del continente
europeo, manifestando un’intensità che ha superato molte aspettative. L’anomalia più rilevante riguarda l’aumento dei giorni contraddistinti da
stress termico elevato, una condizione che ha effetti diretti sulla
salute pubblica e sulla qualità della vita. Secondo le analisi rilasciate da
C3S/ECMWF, si è registrato il
secondo numero più alto di sempre per giornate con
strong, very strong ed extreme heat stress, superati soltanto dal 2010. La stessa dinamica è emersa nel caso delle
notti tropicali, ovvero quelle notti in cui la temperatura non scende sotto i
20°C, che si sono moltiplicate, specialmente nelle zone del
Sud Europa, come la
Grecia meridionale e alcune aree dell’
Italia. In questi territori si sono contate
fino a 55 notti tropicali in più rispetto alla media, mentre alcune zone del sud della
Spagna hanno sperimentato un lieve calo, con una decina di notti in meno.
Il ruolo del calore notturno e la minaccia alla salute Il peggioramento delle condizioni notturne è un fattore determinante. In meteorologia si parla spesso di massime diurne, ma il
mancato raffrescamento notturno è ciò che più incide sul
benessere fisiologico. Una temperatura minima costantemente alta riduce le possibilità dell’organismo di rigenerarsi, aumentando i rischi legati a
disidratazione, problemi cardiocircolatori e disturbi del sonno. Questo aspetto è stato sottolineato anche da organizzazioni come la
World Health Organization e la
NOAA, che hanno associato direttamente le ondate di calore notturne a
un incremento dei decessi. Nel
2023, infatti, in
Europa si sono verificati circa
47.700 decessi attribuibili al caldo, mentre nel
2022 il numero è stato ancora più elevato, con
circa 61.700 vittime. Il 2024 non dispone ancora di un bilancio ufficiale, ma i segnali raccolti lasciano intendere una continuità con le tendenze peggiorative degli anni precedenti.
L’indice UTCI e l’importanza dei parametri ambientali Per comprendere a fondo gli effetti del meteo sul corpo umano, strumenti come l’
Universal Thermal Climate Index (UTCI) risultano fondamentali. L’UTCI va ben oltre il semplice dato termometrico: integra
umidità, velocità del vento, radiazione solare e
calore proveniente dalle superfici. Questo indice restituisce una sorta di “temperatura percepita” molto più fedele alla realtà del vissuto quotidiano. Nel
2024, proprio l’UTCI ha evidenziato
estese aree del Sud e dell’Est Europa colpite per lunghi periodi da
strong heat stress, specialmente tra i mesi estivi e l’inizio dell’autunno. Il dato più eclatante è quello del
17 luglio 2024, quando
il 20% del territorio europeo ha sperimentato condizioni di
very strong heat stress, eguagliando un primato che durava dal
7 agosto 2010.
Il crollo dei giorni freddi: un altro segnale allarmante Un altro fenomeno che merita attenzione è il
crollo dei giorni con cold stress, scesi nel 2024
al livello più basso mai registrato. Questo non significa che il freddo sia scomparso, ma che si è concentrato in
brevi periodi ad alta intensità, caratterizzati da condizioni climatiche più estreme. Questo sbilanciamento stagionale non è soltanto curioso: è la conferma di una
trasformazione rapida e strutturale del clima europeo. Anche regioni storicamente meno esposte al caldo estremo, come il
Centro Europa e il
Nord del continente, hanno iniziato a vivere
episodi anomali, con picchi di calore improvvisi che hanno messo a dura prova
infrastrutture, agricoltura e sistemi sanitari. Il
rapporto dell’IPCC avverte che tali cambiamenti potrebbero aggravarsi se non verranno adottate strategie efficaci per contrastare il cambiamento climatico.
Verso l’estate 2025: un avvio senza esitazioni Alla luce di quanto avvenuto nel 2024, l’
estate 2025 sembra destinata a iniziare sotto il segno della
continuità climatica. I segnali anticipatori non mancano e tutto lascia pensare che i fenomeni di
stress termico,
notti tropicali e
assenza di refrigerio proseguiranno, se non peggioreranno. La meteo, con i suoi
segnali sempre più marcati, ci impone di
ripensare le abitudini estive, le politiche urbane e i modelli di prevenzione sanitaria. Siamo di fronte a
una nuova normalità climatica, in cui la meteo non è più soltanto una questione di previsioni giornaliere, ma
un indicatore potente dello stato di salute del pianeta.
Estate 2025 in arrivo: dopo un meteo tropicale senza precedenti