Riforma porti, i sindacati a Salvini: “Il controllo resti pubblico”
Botta e risposta tra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e il fronte sindacale sulla riforma dei porti. Nei giorni scorsi, intervenendo a un evento a Genova, il vice premier ha assicurato che entro fine primavera la riforma del sistema portuale italiano sarà legge, aggiungendo che «il nuovo assetto normativo prevede corposi investimenti in tutte e 16 le autorità portuali con la nascita di una holding pubblica che sarà aperta anche ai privati». Continue reading Riforma porti, i sindacati a Salvini: “Il controllo resti pubblico” at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Botta e risposta tra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e il fronte sindacale sulla riforma dei porti. Nei giorni scorsi, intervenendo a un evento a Genova, il vice premier ha assicurato che entro fine primavera la riforma del sistema portuale italiano sarà legge, aggiungendo che «il nuovo assetto normativo prevede corposi investimenti in tutte e 16 le autorità portuali con la nascita di una holding pubblica che sarà aperta anche ai privati».
Immediata la replica della Uiltrasporti, che in una nota del segretario generale, Marco Verzari, e del segretario nazionale, Giuliano Galluccio, sottoline polemicamente: “Invece di pensare a svendere i porti sarebbe più utile concentrarsi su come garantirne la competitività, attraverso regole chiare di concorrenza e rafforzando la presenza pubblica e il ruolo di controllo delle Autorità di sistema portuale. Le parole di Salvini dimostrano l’intenzione del ministero di muoversi in questo ambito in totale solitudine, senza ascoltare la comunità portuale, che già più volte ha espresso le proprie perplessità su questa riforma”.
“I porti, e più in generale il demanio marittimo — prosegue la nota – costituiscono un elemento chiave per la nostra economia, per l’approvvigionamento energetico e, più in generale, per la sicurezza del Paese. Per questo motivo continuiamo a sostenere con convinzione la necessità che il controllo di questo settore rimanga in capo alla gestione pubblica. Non è possibile anche solo immaginare un’operazione che, di fatto, sottrarrebbe al controllo pubblico un asset strategico per l’interesse nazionale, specialmente in una fase storica come quella attuale, in cui il modello dell’economia globalizzata sembra aver fallito e si sta tornando verso modelli più “regionalizzati”, come il nearshoring e il friendshoring“.
La nota del sindacato si conclude con una osservazione mirata: “Occorre rilanciare il coordinamento tra i porti e questo è possibile solo attraverso un ministero dotato di una struttura tecnica adeguata e di pieni poteri di indirizzo e vigilanza. Piuttosto che avventurarsi in fantasiose riforme, chiediamo dunque al legislatore di ripartire dalle richieste concrete del mondo portuale: più tutele sociali e più sicurezza. Elementi che possono essere garantiti solo dal mantenimento del controllo pubblico dei porti”.