Kendra Wilkinson e le conseguenze della vita con Hefner

Il racconto di Kendra Wilkinson, ex coniglietta di Playboy

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Kendra Wilkinson, ex fidanzata di Hugh Hefner, ha recentemente parlato apertamente di come la sua relazione con il fondatore di Playboy abbia avuto un impatto duraturo sulla sua vita emotiva e sessuale. In un episodio del podcast Amy & TJ, l’ex coniglietta ha raccontato in modo sincero il percorso di consapevolezza e guarigione intrapreso negli anni successivi alla fine della relazione.

Kendra Wilkinson aveva solo 18 anni quando mise piede per la prima volta nella celebre Playboy Mansion, iniziando una relazione con Hugh Hefner, che all’epoca aveva 78 anni. Successivamente, si trasferì nella villa, condividendo la vita con il direttore di Playboy e con le altre due compagne, Holly Madison e Bridget Marquardt. Durante l’intervista, Kendra ha rivelato:

Guarda, ancora oggi ho difficoltà con le relazioni e con la mia visione del sesso. Ho dovuto affrontare un lungo percorso di terapia e, ad un certo punto, mi è stato detto: ‘Potresti avere un piccolo problema con il sesso. Hai un blocco quando pensi all’intimità.’ È la prima volta che lo ammetto.

Il conduttore TJ Holmes le ha poi chiesto in che modo quella relazione, iniziata in un’età così giovane, l’abbia influenzata.

Quando hai solo 18 anni, non hai ancora conosciuto relazioni sane – ha spiegato Kendra Wilkinson. Quell’esperienza ha influenzato profondamente la mia idea di cosa sia una relazione e cosa dovrebbe rappresentare. Mi ha lasciato pensieri malsani

Non mi sento portata per il matrimonio o per una relazione tradizionale. Non è necessariamente una cosa negativa: ognuno fa le proprie scelte nella vita. Alcuni vogliono essere sposati, altri preferiscono rimanere single. Io sono più attratta da idee di vita libere e divertenti

Kendra Wilkinson aveva già raccontato in passato il difficile periodo vissuto dopo aver lasciato la Playboy Mansion di Hugh Hefner. In un’intervista a People, aveva descritto le sue battaglie interiori:

Cercavo di affrontare tutto da sola, di guarire senza aiuto. Ma non funziona così. Mi isolavo, mi sentivo in colpa, davo la colpa al mondo, a me stessa. Stavo perdendo il controllo e non mi sentivo abbastanza forte per andare avanti

Oggi, però, racconta di aver compiuto grandi passi avanti:

Un anno fa ero piena di insicurezze e mi criticavo duramente. Ora mi sento bella. Non sono più la ragazza che fa festa e beve tequila tutta la notte, ma ho affrontato i miei demoni. Sono la madre migliore che posso essere, do tutto ai miei figli e a me stessa. Sono fiera di aver lottato, di aver cercato aiuto e di aver ricevuto il trattamento di cui avevo bisogno.

Che ne pensate?

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