Le Ragazze 2025, l’ultima puntata è un ulteriore regalo alla tv e all’Italia al femminile

Dalla decana che ha fatto di ago e filo il sostentamento di una vita alla pioniera dell'AI in Italia, passando per magistrate discriminate e per storie comuni di libertà e coraggio

Mar 25, 2025 - 13:28
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Le Ragazze 2025, l’ultima puntata è un ulteriore regalo alla tv e all’Italia al femminile

Le Ragazze è un regalo.

Lo abbiamo sempre detto qui su TvBlog, elogiandone la scrittura delicata e al contempo potente, ricamata intorno alle vicende intense, reali, sincere raccolte magnificamente dagli autori negli anfratti della storia comune e della Storia collettiva. Storie di donne e soprattutto di scelte, a volte subite da famiglia e società ma affrontate con coraggio e determinazione, a volte intraprese con testardaggine, indipendenza, anticonformismo ma sempre all’insegna di una libertà che oggi appare non solo trasgressiva per l’idea che abbiamo del passato, ma che – anzi – oggi suona addirittura rivoluzionaria, considerati i tempi oscuri in cui viviamo.

Alla scrittura brillante e alla illuminata ricerca delle storie da raccontare si è sempre unita una confezione curatissima, che ha fatto della colonna sonora un’ulteriore storyline, con un proprio arco narrativo per ciascuna delle vicende narrate in ogni appuntamento. Un ritratto dell’Italia, non solo al femminile va detto, che rappresenta un patrimonio culturale da tutelare, televisivamente parlando, e da divulgare al di fuori del piccolo schermo. Da quel ‘prodromo’ che fu Le Ragazze del ’46 a quel che è poi diventato il programma, capace in ogni puntata di tenere insieme ‘ragazze’ dagli anni ’40 ai ’90 cui possono ritrovarsi anche le ragazze del Duemila (che personalmente mi auguro entrino nel racconto, soprattutto come indice della longevità del programma) e nelle quali tutt*, senza distinzione di età, genere, orientamento sessuale e religioso, possano riconoscersi per qualche aspetto. Perché in fondo quelle delle Ragazze sono storie universali, che si siano svolte nelle province più interne del Paese o che abbiano trovato spazio nell’Upper class italiana. Le Ragazze resta una chicca che negli anni non ha perso nulla della sua bellezza, della sua importanza e della sua capacità di raccontare l’attualità, anche se con i ricordi delle ‘ragazze’ di un tempo. Del resto le ragazze restano sempre ragazze, per sempre.

Le Ragazze è un regalo, dicevamo, che vale la pena non solo recuperare – se lo si è perso – ma anche rivedere. Le Ragazze è sempre attuale, per quella sua capacità di raccontare con un taglio sempre contemporaneo, puntando sulle dinamiche individuali, sulle passioni, sui sentimenti, sulle motivazioni ad agire che ci accomunano al netto delle epoche storiche. Nello stesso tempo sono una testimonianza preziosa e riescono per questo a essere sempre ancorata al presente.

Quest’ultima puntata, ad esempio, va in onda all’indomani dell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 ottobre 1944: e allora vale la pena recuperare il racconto di Mira, una ragazza degli anni ’50 che perse il padre proprio quel giorno per mano dei Nazisti e dei Fascisti e che fu tra i bambini che salirono sui cosiddetti “Treni della Felicità” in cerca di un po’ di pace – e di cibo – presso le famiglie della Pianura Padana che li accolsero. Ecco, per ricordare quel che è davvero la guerra – in giorni in cui sembra siano solo status e slogan da pubblicare sui social – non c’è niente di più potente che ripercorrere la storia di Mira.

Le Ragazze, le storie del 25 marzo 2025

Come anticipato, vanno in onda questa sera, martedì 25 marzo 2025 in prima serata su Rai 3 le ultime storie di questa ottava edizione.

La Ragazza degli anni ’40: Agnese Laurenza

Si apre come sempre con la decana, ovvero con una ragazza degli anni ’40, Agnese Laurenza nata nel 1933 a Caivano (NA), in una famiglia di origini contadine. La madre casalinga è molto brava a cucire, il padre fa il commerciante di prodotti alimentari con un carretto trainato dal cavallo, che muore in un incidente quando lei ha solo 15 anni. Agnese, che avrebbe tanto voluto studiare, frequenta così una scuola di taglio e diventa sarta. A vent’anni è talmente brava che comincia a realizzare anche abiti da sposa. Come d’uso all’epoca, si fidanza con Giuseppe, Finanziere a Venezia, tramite un “sensale”. La paura che sia un poco di buono svanisce al primo incontro: Giuseppe è un uomo dolce e sensibile, con cui ha due figlie, Pina ed Elisa. Niente fa presagire, però, il suicidio di Giuseppe, colpito da una forte depressione. Il lavoro torna ad essere la sua àncora  per garantire un futuro alle bambine. Diventa così una piccola imprenditrice di successo, arrivando ad assumere una decina di apprendiste e ampliando, grazie al passaparola, la sua clientela, spesso composta da donne altolocate e molto esigenti.

Le Ragazze degli anni ’60: Luigia Carlucci Aiello e Giovannina Orsino

Partiamo da Luigia Carlucci Aiello, nata nel 1946 in un piccolo comune vicino Fabriano nelle Marche e figura di spicco nel panorama dell’Intelligenza Artificiale in Italia. Cresciuta in un contesto familiare patriarcale, trascorre l’infanzia nella canonica dello zio prete, dove impara a leggere con gli articoli dell’Osservatore Romano. Nel 1964 vince il concorso per la Scuola Normale di Pisa, in un ambiente accademico ancora fortemente maschilista (che oggi non è poi tanto diverso, soprattutto per le discipline STEM). Si laurea nel 1968 in matematica applicata, coltivando una passione per la cibernetica dei calcolatori, e nel 1973 si trasferisce negli Stati Uniti con il marito e il figlio neonato per lavorare al prestigioso Stanford Artificial Intelligence Laboratory.

Torna in Italia nel 1976, ma qui deve affrontare la morte prematura del marito trentenne: decide così di tornare in California con il figlio di 6 anni, alla ricerca di un ambiente più sereno e lontano dai pietismi della famiglia e della scuola. Durante questo periodo prosegue i suoi studi a Stanford e vive uno dei momenti più intensi e impegnativi della sua vita. Rientrata in Italia negli anni ’80, diventa una delle prime docenti universitarie di Informatica e fonda un gruppo di ricerca in Intelligenza Artificiale presso la Sapienza di Roma, dove guiderà progetti innovativi nel campo della Robotica cognitiva e della Sicurezza informatica. Oggi è considerata la madre degli studi sull’Intelligenza Artificiale in Italia.

Si continua con Giovannina Orsino, nata in provincia di Benevento nel 1947 e dall’infanzia segnata dalla nostalgia per i genitori, che la lasciarono con la sorella a casa dei nonni nel 1956 per andare a lavorare a Sanremo. Dopo essersi trasferita anche lei a Sanremo, si diploma come corrispondente commerciale in lingue estere per assecondare il desiderio del padre, che voleva portasse avanti gli studi.

Lavora come barista e receptionist in un campeggio di Sanremo, guidata dal pensiero di aiutare la famiglia, ma nel 1969 lascia il lavoro al camping e rileva, insieme al marito Ivo, una tintoria. Nonostante le iniziali difficoltà, l’attività si fa presto conoscere per la qualità del servizio e per l’impegno di Giovannina e Ivo, che riescono a gestire grossi carichi di lavoro assicurando risultati impeccabili. Oggi la tintoria, che ha superato i 55 anni di attività, è diventata la tintoria ufficiale del Festival di Sanremo.

Le Ragazze degli anni ’80: Paola Di Nicola e Simona Zanini

Paola Di Nicola nasce il 2 aprile del 1966 a Offida (AP) da papà magistrato e mamma casalinga. Terza di quattro sorelle, nei primi anni ’70 si trasferisce con tutta la famiglia a Roma per seguire il lavoro del papà che lo porta ad occuparsi di terrorismo. È proprio in quegli anni in cui il terrorismo uccideva colleghi di suo padre, poliziotti e carabinieri che Paola, appena dodicenne, decide di voler seguire le sue orme.

Laureatasi in giurisprudenza nel 1990, Paola supera il concorso in magistratura del 1992 in cui figura come commissaria Francesca Morvillo che pochi giorni dopo, il 23 maggio, resterà uccisa nella strage di Capaci insieme a Giovanni Falcone e alla scorta. Paola impara che nel momento in cui si indossa la toga la propria identità scompare, ma, sin dal suo primo giorno di lavoro, scopre che essere donna, e quindi potenziale moglie e madre, costituisce un grosso problema per l’ufficio: la discriminazione di genere è evidente e lei la combatte quotidianamente anche con piccoli gesti ‘simbolici’ per alcuni, ma di gran valore.

La storia di Paola si intreccia con quella di Simona Zanini, nata nel 1961 ad Ashland, nel Kentucky, da genitori italiani. Il papà lavora come chimico industriale presso un impianto della Montedison. Simona fa ritorno definitivamente in Italia nei primi anni ‘70, prima a Ferrara, dove durante le scuole medie scopre di avere un’inclinazione naturale per il canto, poi a Milano, dove con gli amici del liceo forma un gruppo musicale esibendosi nei locali. La sua prima esperienza importante risale al 1980 quando viene scelta come cantante di un gruppo musicale prodotto dalla CBS, gli Oldaxe Band, con cui inciderà il singolo “Charter”. Il pezzo non ha fortuna ed il gruppo si scioglie di lì a poco.

Ma la frequentazione dell’ambiente discografico consente a Simona di entrare in contatto con Aldo Martinelli, musicista e produttore di punta dell’Italo Disco, la dance made in Italy che inizia a spopolare anche all’estero. Nasce tra i due un sodalizio dove Simona figura come cantante e come autrice di testi: il duo resta però sempre dietro le quinte. Finita l’era dell’Italo Disco, Simona e Aldo si perdono di vista. A distanza di anni con il revival degli anni ’80 Simona riceve la proposta di fare delle serate e di eseguire per la prima volta in pubblico i suoi pezzi. Simona accetta l’invito e coinvolge Aldo nell’operazione. A distanza di 30 anni tra i due scoppia anche l’amore.

Le Ragazze, gli autori

“Le Ragazze” è un programma di Cristiana Mastropietro, Riccardo Mastropietro e Giulio Testa scritto da Cristiana Mastropietro con Francesco Calella, Gianluca De Martino, Diego Di Gianvito, Vincenzo Galluzzo e Claudia Panero e prodotto da Pesci Combattenti per Rai Cultura. La regia dello studio è di Riccardo Mastropietro, la regia delle storie è di Marcello Orlando.