Intervista a Bruco degli SOS (Save Our Souls), l’approccio live del nuovo album “MACTE ANIMO!”

Intervista a Bruco, fondatore e frontman della band SOS (Save Our Souls), che ha da poco pubblicato il nuovo album "MACTE ANIMO!" L'articolo Intervista a Bruco degli SOS (Save Our Souls), l’approccio live del nuovo album “MACTE ANIMO!” proviene da imusicfun.

Mar 23, 2025 - 19:15
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Intervista a Bruco degli SOS (Save Our Souls), l’approccio live del nuovo album “MACTE ANIMO!”

Intervista a Bruco, fondatore e frontman della band SOS (Save Our Souls), che lo scorso 10 marzo ha presentato al Legend Club di Milano per la prima volta live il nuovo album “MACTE ANIMO!” (SA Project / Believe).

Intervista a Bruco degli SOS (Save Our Souls)

Bruco, SOS, questa è un’occasione speciale: un concerto a Milano e, soprattutto, la prima volta che portate dal vivo i brani del nuovo disco. Come ti senti?
Sì, è un momento davvero importante per noi. Porteremo per la prima volta un nuovo spettacolo con i brani dell’album MACTE ANIMO!, un titolo che significa coraggio. È un disco ricco di spunti di riflessione, tocca temi come la salute e sicurezza sul lavoro, la sostenibilità, ma anche la consapevolezza di sé e del mondo in cui viviamo.

Parlando proprio di questo, il disco racconta la realtà di oggi, divisa tra il mondo dei social, dove tutto è perfetto e filtrato, e la vita reale, fatta anche di difficoltà. Qual è il messaggio principale che volete trasmettere?
Vogliamo far riflettere su questa dualità. Da un lato, i social ci mostrano un mondo patinato, dove tutti sembrano perfetti. Dall’altro, la realtà ci mette di fronte a situazioni difficili che vanno affrontate con coraggio. È importante essere consapevoli di entrambi gli aspetti e non perdersi dietro illusioni.

Musicalmente, il disco ha un’impronta molto live. Quanto è importante per voi suonare dal vivo?
Per noi è fondamentale. Siamo musicisti che amano suonare dal vivo e tra di noi. Ognuno di noi continua il proprio percorso di crescita musicale: io, ad esempio, ho ripreso a suonare il pianoforte due anni fa. Questo disco è suonato da persone che amano davvero la musica e vogliono trasmettere questa passione al pubblico.

Affrontate tanti temi importanti: come si fa a essere credibili senza risultare didascalici o giudicanti?
Noi raccontiamo ciò che vediamo, senza voler insegnare nulla a nessuno. Non siamo influencer, non abbiamo la pretesa di dire agli altri cosa fare. Semplicemente, condividiamo le nostre riflessioni e lasciamo che ognuno tragga le proprie conclusioni.

Che ruolo ha questo album nel vostro percorso artistico?
È una tappa fondamentale. Dal 2018, con il nostro primo brano Ancora Vivere, abbiamo vissuto un’evoluzione incredibile. Abbiamo creato una rete di persone che ci supporta, come Fondazione LHS e Faraone Academy, che ci aiutano a portare avanti il nostro progetto in tutta Italia.

A proposito di Faraone Academy, avete collaborato con loro per il brano Con gli occhi aperti. Ci racconti com’è nata questa collaborazione?
Faraone Academy si occupa di formazione e ci supporta fin dal primo brano. Un giorno, Laura Volpe ci ha suggerito di scrivere una canzone che parlasse di sicurezza in modo positivo. Così è nato Con gli occhi aperti, che racconta la storia di una persona che cade da un’altezza, ma si salva grazie ai dispositivi di protezione individuale. Un messaggio di speranza e consapevolezza.

I vostri testi hanno un forte legame con la tradizione cantautorale italiana. C’è qualcuno che ti ha aiutato in questo percorso?
Sì, voglio ringraziare Andrea Amati. Quando ho iniziato a lavorare su questo nuovo progetto, sentivo il bisogno di un supporto nella scrittura. Con Andrea ci confrontiamo molto e lavoriamo bene insieme. Grazie a lui sono nati brani davvero belli, che rappresentano un’evoluzione rispetto ai lavori precedenti.

Dal 2018 avete messo la sicurezza sul lavoro al centro della vostra musica. Cos’è stato a farvi credere in questo progetto?
Un nostro fan, Andrea, mi ha suggerito di scrivere una canzone sulla sicurezza sul lavoro. All’inizio ero scettico, ma poi ho deciso di provarci ed è nato Ancora Vivere, che parla dell’uso del cellulare alla guida. La sicurezza non riguarda solo il lavoro, ma ogni aspetto della vita quotidiana.

Da quel momento avete avuto un percorso incredibile…
Sì, abbiamo suonato in teatri, aziende, scuole, fino ad arrivare all’Agenzia Spaziale Italiana. È stato un viaggio straordinario che ci ha permesso di portare la nostra musica e il nostro messaggio a tantissime persone.

Il vostro approccio non è mai paternalistico, ma diretto e sincero. È questo che vi rende credibili?
Esatto. Noi non siamo formatori, esistono le regole e i corsi di formazione per questo. Noi usiamo la musica per stimolare una riflessione. Se qualcuno, ascoltando Ancora Vivere, ci pensa due volte prima di guardare il cellulare alla guida, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

Hai detto che il brano è nato anche da un’esperienza personale…
Sì, un giorno stavo guidando e, distratto da una notifica, ho rischiato di investire delle persone. Da lì è nata la canzone. Non vogliamo dare lezioni, raccontiamo esperienze reali e lasciamo che il pubblico tragga le proprie conclusioni.

Avete iniziato la vostra carriera negli anni ‘90 e avete vissuto tante epoche musicali. Cosa ti piace e cosa ti manca della musica di oggi?
Mi piace che oggi, con meno soldi, si possono fare molte più cose. Gli strumenti digitali permettono di registrare e collaborare in modo più semplice rispetto al passato. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un registratore a quattro tracce…

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