Gaia Banfi, una storia fuori dal tempo nel nuovo album “La Maccaia”

La Maccaia è il nuovo album di Gaia Banfi, in cui affiora un linguaggio personale dove convivono, con naturalezza, canzone d'autore, pop e sperimentazioni L'articolo Gaia Banfi, una storia fuori dal tempo nel nuovo album “La Maccaia” proviene da imusicfun.

Apr 6, 2025 - 00:20
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Gaia Banfi, una storia fuori dal tempo nel nuovo album “La Maccaia”

La Maccaia è il nuovo album di Gaia Banfi, pubblicato da Trovarobato. Il mare, ruvido e increspato. Sentieri luminosi, strade bianche che si perdono in campagne assolate. E vicoli ombrosi di città antiche dove il vento sussurra segreti.

Anticipato da Piazza Centrale e dal successivo Seia, il disco della cantautrice, produttrice e polistrumentista, nuova promessa della scena musicale italiana, si muove sulle tracce dei ricordi per raccontare una storia fuori dal tempo, usando un linguaggio molto personale nel quale convivono, con naturalezza, canzone d’autore, pop e sperimentazioni in campo elettronico.

Ipnotica e magnetica, la sua musica è una seduzione sottile, inafferrabile, un’emozione che si insinua nella mente con delicatezza, un invito a perdersi nella sua bellezza. Una passione che tocca le corde più profonde dell’anima, senza la foga travolgente dei sensi, ma con l’intensità di un sentimento puro e profondo.

Gaia Banfi nasce a Milano, vive ormai da anni a Bologna, ma nel suo album a risuonare è Genova, luogo della sua infanzia, che qui diventa però immaginaria ambientazione di una dimensione simbolica in cui ognuno può riconoscersi, attraverso sette brani in cui prendono voce tutte quelle malinconie che si gonfiano man mano che si cresce, le mancanze, gli amori turbolenti e scuri, quelli non corrisposti, ma anche la vitalità, la scoperta, l’assenza di giudizio e infine la consapevolezza, le conquiste interiori, la clemenza e l’amore per sé stessi.
La maccaia è una particolare condizione meteorologica che si verifica esclusivamente nel Golfo di Genova quando soffia lo scirocco, il cielo si copre e l’umidità raggiunge livelli molto elevati creando così una sorta di substrato nebbioso che cavalca il mare e si confonde con esso. La descriveva già Paolo Conte nella sua celebre Genova per noi: – racconta Gaia. La mia passione per l’immagine e l’osservazione mi spinge sempre ad avvicinare il più possibile, sul piano sensoriale, suoni e visioni. Così ho provato a visualizzare come sarebbe ascoltare il mio disco mentre la nebbia si stratifica sul mare. Magari passeggiando lungo Corso Italia, la strada che costeggia il litorale di Genova e che ho attraversato in tanti momenti da bambina. Un’immagine ben precisa da cui nasce l’atmosfera in cui è calato l’album, costantemente pervasa da un’ombra delicata, dove le immagini si svelano lentamente, come fossero visioni che ora emergono dalla foschia e dalla luce ora, invece, si oscurano, lasciando spazio al mistero.

In questo scenario etereo si muovono le scelte artistiche di Gaia Banfi in un gioco di contrasti tra suoni acidi e altri estremamente più morbidi, tra minimalismo e arrangiamenti maestosi e quasi ripetitivi come il mare quando si infrange sugli scogli. Il suo mondo musicale si ispira a un approccio di ricerca e attenzione alle sonorità di artisti come Bon Iver e Radiohead; al dialogo tra elettronica e jazz come nei dischi Promises dei Floating Points o Focus di Stan Getz e Eddie Sauter; all’incrocio tra vocalità e suoni dissonanti come nell’evoluzione del progetto solista di Robert Wyatt; fino alla fascinazione per la musica meditativa, la spiritualità e le musiche popolari e di altre culture. Se dal punto di vista della struttura lo schema canzone viene totalmente decostruito, la recente riscoperta di alcuni dischi di cantautori come De André e Lucio Battisti emerge, invece, nella scrittura intima ed evocativa, fatta di parole senza tempo che dipingono paesaggi e oggetti in un suggestivo chiaroscuro, come se alba e tramonto, con le loro sfumature cangianti, fossero eternamente presenti. La voce avvolgente, delicata e penetrante allo stesso tempo, si alterna ai cori che esprimono l’estrema necessità dell’artista di cantare a squarciagola, abbandonando ogni timidezza. Il ritmo cadenzato delle metriche scandisce, infine, il tempo rassicurante, il presente, come un battito cardiaco che pulsa nella quiete.

Il viaggio di Gaia va alla ricerca di immagini e emozioni del passato, come fossero oggetti o amuleti individuati nel sottosuolo con un ramo a Y da rabdomante, rappresentato nella copertina, e si apre con una voce narrante a cui la cantautrice consegna un inno al qui e ora, alla conoscenza di se stessi, consacrato poi dal mare di Macaia: mantrico e aspro, introduce un’esperienza quasi meditativa e resta poi lì, come silenziosa presenza sullo sfondo per tutto il viaggio in questo paese immaginario, con la sua chiesa, la sua Piazza Centrale e un desiderio di fuga che si fa strada tra synth, suoni ambientali, voci di bambini. Poi le passeggiate solitarie lungo la riva di un mare inquieto, burrascoso (Il Lungoriva di Genova), per proseguire con Amar, in collaborazione con l’artista italo-argentina REHHLL: l’amore di un pescatore per una donna di fantasia, di cui lui riesce a sentire la voce ogni volta che, con la sua barca, si riavvicina al mare. Nelle successive, Congelati, ancora una volta l’ascoltatore viene guidato attraverso spazi sconfinati in una costante altalena tra momenti cupi e altri di beatitudine, tra elettronica ed elementi acustici, per poi arrivare a fermarsi con Seia, quel momento che la cantautrice definisce “il miracolo della mia giornata”, quando si lascia andare il pensiero privo di ogni controllo. Un finale aperto, luminoso, che affida a un pianoforte e a un grande coro di voci l’augurio più bello: quello di perdonarsi per i momenti più difficili e di abbandonarsi senza freno, invece, agli stati di gioia più puri. Una celebrazione della consapevolezza come bene prezioso, come uno stato di coscienza neutrale che ci permette di abbracciare una prospettiva diversa, libera dai pregiudizi innati dell’essere umano. Una conclusione nel segno della riconciliazione per questo cammino in un tempo sospeso, che potrebbe essere oggi come cento anni fa.

Tracklist

1.  Macaia
2.  Piazza centrale
3.  Il lungoriva di Genova
4.  Amar
5.  7
6.  Congelati
7.  Seia

Foto di Gloria Capirossi


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