I comuni del G20Spiagge si organizzano: nasce una “centrale operativa” per la tutela del mare
L’allarme è stato lanciato di nuovo, questa volta a Sorrento. Ottanta delegati del G20Spiagge – organismo che dal 2018 riunisce le 20 destinazioni marinare più visitate d’Italia – si sono confrontati sull’emergenza del momento: il Mediterraneo è sempre più caldo, la sua temperatura è aumentata di 0,88 gradi rispetto al periodo preindustriale, il suo livello continua L'articolo I comuni del G20Spiagge si organizzano: nasce una “centrale operativa” per la tutela del mare sembra essere il primo su Dove Viaggi.

L’allarme è stato lanciato di nuovo, questa volta a Sorrento. Ottanta delegati del G20Spiagge – organismo che dal 2018 riunisce le 20 destinazioni marinare più visitate d’Italia – si sono confrontati sull’emergenza del momento: il Mediterraneo è sempre più caldo, la sua temperatura è aumentata di 0,88 gradi rispetto al periodo preindustriale, il suo livello continua a salire (è cresciuto di oltre 10 cm dal 1993). Le coste, così come le conosciamo oggi, rischiano di scomparire.
Una minaccia che spaventa oltre il 40 per cento dei comuni che vantano le più belle e famose spiagge italiane.
Che fare? Le città balneari che fanno parte del G20 hanno deciso di non restare a guardare, e hanno creato un hub, un “cervello operativo” per decidere, concordare, coordinare iniziative comuni. Servono, hanno detto, politiche ambientali da concordare insieme per salvare le coste e il mare d’Italia. Servono, soprattutto, partner, aziende e istituti di ricerca che aiutino la comunità ad affrontare un’emergenza così grande.
Il cambio di passo per salvare il mare (e il turismo)
Un “cambio di passo”, lo hanno chiamato. Una svolta indispensabile, anche per conservare quella grande ricchezza che il turismo rappresenta per queste città.
Perché il 41 per cento dei viaggiatori europei – secondo le analisi più recenti – “quando sceglie la meta delle sue vacanze, la sceglie anche in base alle condizioni climatiche che incontrerà” . Ed elementi come comfort climatico, qualità delle acque e paesaggio costiero influenzano sempre più la percezione delle località costiere.
Cosa serve per cambiare: un hub operativo
Cosa serve per cambiare? Un nuovo modello di economia, secondo Massimo Coppola, sindaco di Sorrento. «Il nostro obiettivo deve essere divenire un modello di blu e green economy. Bisogna trovare un punto di equilibrio sociale» – ha spiegato – «che non sacrifichi le esigenze legittime degli operatori economici dei nostri territori, ma che al tempo stesso non penalizzi ulteriormente l’ambiente. E soprattutto che consenta ai nostri cittadini di non perdere spazi di vivibilità».
Roberta Nesto, coordinatrice nazionale del G20Spiagge e sindaco di Cavallino Treporti, ha parlato anche delle conseguenze, a volte pericolose, dell’overtourism. «Dobbiamo imparare a gestire in modo intelligente i flussi. Tutti i flussi, sia che si tratti di traffico, sia di turismo, o di rifiuti. È questa oggi la vera sfida per chi amministra. Ma per farlo dobbiamo avere gli strumenti e questo è quello che, come amministratori, chiediamo. Credo sia il momento giusto per attivare questo hub permanente di lavoro, che nasce da un confronto serrato su cambiamento climatico ed emergenze meteo, gestione dei rifiuti ed erosione delle coste e delle spiagge».
Cosa è il G20 spiagge
Nato nel 2018, il G20Spiagge è la prima rete nazionale per la salvaguardia dell’ambiente. Ne fanno parte i comuni di Alghero, Arzachena, Bibbona, Caorle, Castiglione della Pescaia, Cattolica, Cavallino Treporti, Chioggia, Comacchio, Grado, Jesolo, Lignano Sabbiadoro, Riccione, Rosolina, San Michele al Tagliamento, San Vincenzo, Sorrento, Taormina, Viareggio e Vieste. Venti città che da sole attraggono 50 milioni di persone, il 12 per cento delle presenze turistiche totali in Italia.
Il prossimo appuntamento del G20Spiagge sarà ad Alghero, dal 14 al 16 maggio 2025.
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