Perché il modello Radisson funziona: video-intervista al coo Basterrechea

All’ultimo Hotellerie Summit Pambianco, tra i protagonisti del mondo dell’ospitalità c’era anche il chief operating officer del Gruppo Radisson, Chema Basterrechea, che ha dichiarato il suo grande amore per l’italia. Spagnolo e residente a Bruxelles per il suo ruolo in azienda, Basterrechea ha anche una casa a Milano dove cerca di passare il suo tempo libero, per poco che sia. L’Agenzia di Viaggi Magazine lo ha intercettato nel corso della kermesse di Pambianco e realizzato con lui una video-intervista di cui riportiamo il testo qui di seguito: A cosa si deve questa predilezione per l’Italia, un Paese che ha molte somiglianze con la sua Spagna? Continue reading Perché il modello Radisson funziona: video-intervista al coo Basterrechea at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Apr 24, 2025 - 15:46
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Perché il modello Radisson funziona: video-intervista al coo Basterrechea
Perché il modello Radisson funziona: video-intervista al coo Basterrechea

All’ultimo Hotellerie Summit Pambianco, tra i protagonisti del mondo dell’ospitalità c’era anche il chief operating officer del Gruppo Radisson, Chema Basterrechea, che ha dichiarato il suo grande amore per l’italia. Spagnolo e residente a Bruxelles per il suo ruolo in azienda, Basterrechea ha anche una casa a Milano dove cerca di passare il suo tempo libero, per poco che sia. L’Agenzia di Viaggi Magazine lo ha intercettato nel corso della kermesse di Pambianco e realizzato con lui una video-intervista di cui riportiamo il testo qui di seguito:

A cosa si deve questa predilezione per l’Italia, un Paese che ha molte somiglianze con la sua Spagna?
«Sono stato amministratore delegato di Nh Hotels in Italia per 10 anni. Quindi quello è stato un progetto bellissimo, abbiamo acquistato Jolly Hotels con Framon, e abbiamo creato un progetto, la prima azienda alberghiera in quel momento in Italia. Ho dunque vissuto e lavorato in Italia, e me ne sono innamorato. Ora la mia residenza è in Belgio, anche se poi prendo ogni anno più di 140 voli. Sono sempre in giro per il mondo».

Gli azionisti di Radisson sono cinesi. Va spesso in Cina?
«Non tanto. Vado molto, ovviamente, in Europa e tantissimo in India dove siamo la seconda compagnia più grande con 150 alberghi. Il progetto in Cina viene gestito direttamente dai nostri azionisti. Quindi praticamente non serve il nostro supporto. Il turismo e l’hospitality sono un’industria. E un’industria funziona anche con dei modelli operativi. Quindi quello che loro hanno apprezzato è il nostro hotel operating model. Il modo in cui gestiamo sia i nostri dipartimenti sia i nostri ricavi, tutta la struttura commerciale, il revenue management e la tecnologia utilizzata».

In Cina hanno altre dinamiche e altre peculiarità.
«Da azienda proprietaria, anziché imporre un loro modello hanno visto che avevano davanti un’azienda con un piano a cinque anni che sta performando molto positivamente e abbiamo una totale fiducia. Stanno cercando anche di vedere se qualcosa che applichiamo nel resto del mondo può essere anche utile in Cina».

Lì siete arrivati a 150 alberghi del Gruppo mentre appena 4 anni fa erano 23 alberghi. In questi alberghi c’è qualche venatura di cultura occidentale, europea?
«Sì sì, assolutamente. Ad oggi la clientela in Cina continua a essere molto domestica. Succede così anche in India. Quindi dopo il Covid c’è stato ancora abbastanza o c’è ancora uno stallo importante dei movimenti, diciamo, internazionali in quei due Paesi. Ma ovviamente nel futuro la clientela sarà molto più internazionale».

L’Italia sta cambiando modello. Ci sono molti più investimenti dall’estero e in qualche modo anche il modello di hospitality sta importando quello delle catene internazionali.
«Noi siamo passati da tre a 23-24 alberghi firmati. Il nostro obiettivo era entrare sulle grandi città importanti, come Milano, Venezia, Roma e ci siamo già. Ma in parallelo siamo entrati su destinazioni come Napoli, Ferrara, Cortina e anche in Sardegna con un resort. A Bergamo abbiamo trovato un albergo bellissimo nel nuovo sviluppo del Chorus Life».

Quindi ci sono diverse destinazioni e io vedo anche una possibilità per affrontare la sostenibilità. Perché tutti, sia l’amministrazione pubblica sia la controparte privata, dobbiamo fare uno sforzo. Soprattutto in Italia ci sono ancora opportunità enormi.
«Noi facciamo alberghi in affitto solo per il 10% del nostro portafoglio mondiale. Il 90% si concentra su management e franchising».

Da dove prevedete che arriveranno in Italia i turisti per i prossimi anni?
«Al di là delle nazionalità note, europee e nordamericane, noi vediamo che c’è una crescita dall’India, il Paese più affollato al mondo che continua a crescere con dei tassi incredibili. Anche dai mercati asiatici arrivano buoni segnali, e dal Medio Oriente abbiamo tanti clienti perché la nostra presenza è molto alta così come di conseguenza l’awareness».