Le Iene e quel servizio con Haaland non andato in onda. Peppe Quintale: “Mai capito il perché”

Peppe Quintale e la rivelazione a TvBlog: "A mio avviso era un servizio divertentissimo". L'episodio risale al 2022: "Dopo quel fatto lasciai. Non era lo stesso contesto de Le Iene che avevo salutato vent’anni prima"

Mar 23, 2025 - 14:03
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Le Iene e quel servizio con Haaland non andato in onda. Peppe Quintale: “Mai capito il perché”

Un servizio con Erling Haaland mai andato in onda. La rivelazione arriva da Peppe Quintale che, intervistato da TvBlog nell’ambito della rubrica ‘Tv Off’, racconta di un clamoroso incontro avvenuto sotto l’occhio delle telecamere de Le Iene, con il filmato che però sarebbe rimasto nel cassetto.

Due anni fa rientrai nel cast per un paio di mesi”, ha raccontato Quintale. “Fu complicato. Pensai che volessero leggerezza, invece trovai una trasmissione cambiata, dominata dalle inchieste. Lavorai a due servizi, ma ne trasmisero solo uno”.

Nel primo caso, il comico intercettò Antonio Cassano, che nell’autunno del 2022 affermò che Maradona al Napoli aveva vinto lo scudetto “con una squadra di scappati di casa”. Scoppiò la bufera e l’inviato tentò di stemperare gli animi e fare da paciere. Nessuna traccia invece del secondo, con protagonista addirittura la stella del Manchester City.

Perché non lo trasmisero? Non lo so e non intendo valutarne i motivi. A mio avviso era un servizio divertentissimo che nacque dopo che l’attaccante aveva confidato a una tv inglese che il rigore della sua vita lo avrebbe fatto calciare a Balotelli. Mi sembrò una dichiarazione curiosa, quindi mi recai da Mario, che ai tempi stava in Svizzera, per informarlo e fargli firmare il pallone con cui avrebbe tirato il penalty. Poi volai in Inghilterra da Haaland. Prima gli elencai tutte le ‘balotellate’ e in seguito gli chiesi se fosse ugualmente convinto della sua scelta. Alla sua risposta affermativa gli consegnai il pallone autografato”.

Pertanto, il secondo atto della collaborazione tra Quintale e Le Iene si interruppe lì: “Preferii lasciare e ringraziai senza sbattere la porta. Non era lo stesso contesto che avevo salutato vent’anni prima. Non discuto se fosse migliore o peggiore, ma era un altro programma. Di quel lavoro mi rimborsarono il viaggio, perché il servizio ti viene pagato solo se viene trasmesso”.