Champagne film, recensione: oltre la carriera, per un Peppino Di Capri inaspettatatamente contemporaneo

Cinzia Th Torrini e Francesco Del Gaudio portano in tv un Peppino Di Capri che, prima di tutto, è Giuseppe Faiella: più che la carriera, ad agganciare sono le crisi e i dubbi del privato

Mar 25, 2025 - 11:43
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Champagne film, recensione: oltre la carriera, per un Peppino Di Capri inaspettatatamente contemporaneo

Champagne, il film-tv su Peppino Di Capri, è la fiction che non ti aspettavi: perché di fronte a innumerevoli produzioni del genere biopic che esaltano carriere su carriere, in questo caso si sono intraprese due strade, che scorrono parallelamente fino alla fine e che ci ricordano quanto, dietro a un artista, c’è sempre una persona.

La recensione di Champagne, il film

Ci si sarebbe potuti aspettare che la sceneggiatura del film-tv dedicato a Giuseppe Faiella fosse costellata dei suoi successi, dei momenti di crisi e delle risalite della carriera. E così, in parte, è: Champagne è pur sempre un biopic che punta a raccontare la carriere di Peppino Di Capri fino alla vittoria del suo primo Sanremo nel 1973. Ma è davvero la sua carriera ad agganciarci nel corso del film-tv?

La risposta è no: gli sceneggiatori decidono infatti di dare ampio spazio, nel corso del racconto, alla vita privata di Peppino Di Capri, raccontando prima il bambino prodiglio che fu (bravissimo il piccolo Alessandro Gervasi) e poi il giovane uomo che decide -archetipo, questo, di ogni romanzo di formazione- di allontanarsi dalle proprie radici per trovare la propria strada e il successo.

Il Peppino che viene raccontano in Champagne è dunque un giovane dalle idee chiare: sa di appartenere alla musica e di trovare il giusto posto su un palco, davanti a un microfono e un pianoforte. Ma al tempo stesso è un uomo che cerca il proprio posto nel mondo anche tramite le relazioni. Ed entra così in gioco Roberta, la sua prima moglie.

Quello che fa Champagne, più della narrazione canonica di una carriera o di un giovane che deve allontanarsi dalla famiglia per trovare ragione del proprio talento, è mettere in mostra una relazione apparentemente felice, ma che presto rivela le sue ombre più delle sue luci.

Alla fama, ai soldi e alle feste fa spazio l’insicurezza, la manipolazione, la crisi: Champagne rivela una sofferenza che, per un artista che ha fatto ballare più generazioni con il suo twist, non era affatto scontata e che, piuttosto, riesce a rendere il personaggio principale molto più tridimensionale e vicino al pubblico contemporaneo.

L’operazione messa in atto da Rai Fiction e O’ Groove, insieme alla regista Cinzia Th Torrini, è stata dunque vincente: Francesco Del Gaudio si mette in gioco in tutto e per tutto, capace anche di interpretare con la sua voce i brani iconici di Peppino Di Capri, e al tempo stesso portando in scena il malessere (a volte celato, altre no) di un uomo che cercava amore, ma ha trovato quella che oggi si potrebbe definire una relazione tossica.

Non a caso una delle scene più riuscite è proprio quella in cui Peppino canta per la prima volta in pubblico e davanti alla moglie, durante la sua festa di compleanno, “Roberta”: il brano -uno dei più celebri del cantautore- diventa un manifesto di una crisi, un appello a tornare all’amore che era e al perdono reciproco.

Ecco che, allora, Champagne segue la narrazione dell’artista che dietro la consacrazione deve vivere momenti di difficoltà personali, ma ribalta le dosi di quanto raccontato rispetto ad altre produzioni simili. La libertà di mostrare un Peppino Di Capri in affanno non tanto per la sua arte, quanto per il suo amore, permette al film-tv di avere toni più drammatici, mai cupi, a volte da tinte soap-operistiche ma capaci di trascinare il pubblico fino alla conclusione.