
Gli scienziati stanno riscrivendo le dimensioni della
Grande Muraglia Ercole-Corona Boreale, una delle più colossali
strutture cosmiche mai osservate. Un recente riesame basato sull’analisi di
lampi di raggi gamma suggerisce che questa titanica formazione, già impressionante a
10 miliardi di anni luce, potrebbe in realtà raggiungere una lunghezza
fino a 15 miliardi di anni luce. Il nuovo studio, caricato sulla piattaforma di preprint
arXiv, apre interrogativi profondi sulla nostra comprensione della
struttura dell’Universo, mettendo in discussione principi cardine della cosmologia moderna.
Come i lampi gamma hanno rivelato una super-struttura inimmaginabile La
Grande Muraglia Ercole-Corona Boreale venne individuata per la prima volta oltre un decennio fa, grazie alla distribuzione anomala dei
lampi di raggi gamma. Questi fenomeni straordinariamente luminosi derivano da eventi catastrofici come la
nascita di buchi neri o la
fusione di stelle di neutroni, e la loro osservazione permette di tracciare la posizione di galassie lontanissime. Nel
2014, gli astronomi
István Horváth,
Jon Hakkila e
Zsolt Bagoly segnalarono per la prima volta l’esistenza di questa immensa concentrazione di galassie. Recentemente, collaborando con un team più ampio, hanno riesaminato
542 lampi gamma con
redshift ben documentati, scoprendo che la struttura si estende su una porzione dello spazio molto più vasta di quanto precedentemente calcolato.
Il principio cosmologico messo alla prova I dati aggiornati suggeriscono che la
Grande Muraglia si estende da un
redshift di 0,33 a 2,43, traducendosi in una distanza di circa
15 miliardi di anni luce. In un
Universo osservabile che misura circa
93 miliardi di anni luce in larghezza, una struttura simile sfida direttamente il
principio cosmologico, secondo il quale l’Universo, su larga scala, dovrebbe essere
omogeneo e
isotropo. Secondo questa teoria, sostenuta da numerose evidenze come la distribuzione della
radiazione cosmica di fondo, nessuna regione dello spazio dovrebbe mostrare irregolarità così estreme. Tuttavia, scoperte precedenti di strutture giganti — come il
Quipu (1,3 miliardi di anni luce), la
Grande Muraglia Sloan (1,37 miliardi di anni luce) e l’
Arco Gigante (3,3 miliardi di anni luce) — avevano già messo in discussione questa visione “liscia” del cosmo. La possibile estensione a
15 miliardi di anni luce della
Grande Muraglia Ercole-Corona Boreale rappresenterebbe una
anomalia ancora più drammatica, rendendo urgente un ripensamento dei modelli cosmologici attuali.
Prossimi passi: alla ricerca delle risposte nascoste tra le galassie Gli scienziati sottolineano che, sebbene i dati sembrino confermare l’esistenza concreta della
Grande Muraglia, il significato cosmologico di questa super-struttura rimane ancora oscuro. Le implicazioni potrebbero riguardare
nuove dinamiche nell’evoluzione dell’Universo, modifiche ai modelli di
inflazione cosmica o la presenza di
meccanismi ancora sconosciuti che regolano la formazione delle galassie su scala ultra-massiccia. Il documento, attualmente in fase di revisione, potrà avere un impatto rilevante anche sugli studi futuri condotti da osservatori come il
James Webb Space Telescope e progetti come
Euclid dell’
ESA, che mirano a esplorare la materia oscura e l’energia oscura su scala cosmica. Fonti autorevoli che stanno discutendo la notizia includono
NASA,
Nature Astronomy, e la rivista
Scientific American.
Una revisione sorprendente ridisegna i confini dell’Universo conosciuto