Cosa vedere in Alto Adige, un sogno a occhi aperti tra laghi e Dolomiti

Lasciati conquistare dall'Alto Adige: un viaggio tra laghi leggendari, piramidi di terra, borghi medievali e panorami spettacolari delle Dolomiti.

Apr 27, 2025 - 09:13
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Cosa vedere in Alto Adige, un sogno a occhi aperti tra laghi e Dolomiti

C’è un nome che, al solo pronunciarlo, risveglia immagini di paesaggi maestosi, di vette alpine che sembrano sfidare il cielo e di dolci colline ricamate da filari di vigneti a perdita d’occhio; un luogo dove il sole splende per oltre 300 giorni all’anno e le Dolomiti, Patrimonio UNESCO, vegliano su terre generose da cui nascono prodotti d’eccellenza quali mele succose, vini pregiati e speck dal profumo inconfondibile.

È l’Alto Adige, terra amata e sognata dai viaggiatori di tutta Europa, dove le radici profonde della storia si incontrano con l’energia frizzante dell’innovazione e del design contemporaneo. Scopriamo insieme le tappe che non si possono assolutamente perdere.

Lago di Braies

Nel cuore delle Dolomiti e nell’abbraccio della Croda del Becco, a 1494 metri di altitudine spicca il Lago di Braies dalle sfumature turchesi, uno dei luoghi più affascinanti e amati dell’Alto Adige.

Con una superficie di 31 ettari e una profondità massima di 36 metri, si adagia placido nell’estremità settentrionale del Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies, a dominio della Valle di Braies nell’Alta Pusteria.

D’estate, il sentiero che ne delimita il perimetro regala rigeneranti passeggiate immerse nel silenzio interrotto soltanto dal fruscio dei rami e dal battito d’ali degli uccelli. Ma è d’inverno che il lago si trasforma davvero: quando la neve cade abbondante e il ghiaccio ricopre la sua superficie, il paesaggio si tramuta in un sogno bianco e camminare lungo le rive innevate diviene un’esperienza che sa di fiaba.

I giardini di Castel Trauttmansdorff

A Merano la natura sfoggia tutto il suo splendore ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, un angolo di paradiso dove ogni anno centomila fiori sbocciano in un tripudio di colori che inebria i sensi.

A pochi passi dal centro della cittadina termale, i giardini si estendono su dodici ettari, accarezzati da un clima mite che consente l’incredibile convivenza tra palme mediterranee e piante alpine. Ad aprile, un tappeto di violette e tulipani, tra cui spicca la rara “Tulipa Trauttmansdorff“, accoglie i visitatori con profumi dolcissimi e colori vividi. Le magnolie si aprono come nuvole rosa, gli oleandri ondeggiano lievi al vento, i salici piangenti e i cipressi rievocano storie adi altri tempi.

Percorrendo i sette chilometri di sentieri che si snodano tra i giardini del sole, i boschi del mondo, i giardini acquatici e terrazzati e i paesaggi dell’Alto Adige, ci si sente trasportati in una dimensione altra. E dove l’imperatrice Sissi amava passeggiare, si può scoprire persino un olivo di sette secoli proveniente dalla Sardegna.

Come se non bastasse, il regno sotterraneo delle piante svela, in un percorso scavato nella roccia, i misteri nascosti nel ventre della terra. I più piccoli, intanto, possono perdersi nell’allegria del mondo degli animali, tra pecore ungheresi, caprette nane, conigli e pavoni dalle piume iridescenti.

Piramidi di terra del Renon

Piramidi di terra del Renon
Fonte: iStock
Favoloso panorama delle Piramidi di terra del Renon

Sull’altopiano del Renon, la natura ha scolpito con mano sapiente uno dei paesaggi più sorprendenti dell’Alto Adige: le piramidi di terra. Pilastri sottili e slanciati, sovrastati da pesanti massi che sembrano sfidare le leggi della gravità, si ergono come custodi di un mondo modellato dal tempo e dagli elementi.

Lo straordinario fenomeno geologico affonda le radici nella storia glaciale della regione, quando i ghiacciai, ritirandosi, lasciarono dietro di sé un mosaico di detriti e rocce. L’acqua e il vento, lavorando senza sosta per millenni, hanno eroso tutto ciò che non era protetto da una pietra superiore, dando vita a queste architetture naturali dal fascino lunare.

Le piramidi di terra del Renon, ma anche quelle di Terento e Perca, sono la testimonianza visibile di un equilibrio delicato: camminare tra le colonne è come attraversare un paesaggio sospeso tra sogno e realtà, mentre all’orizzonte si stagliano le cime delle Dolomiti.

Il borgo medievale di Chiusa

Nella Valle Isarco, incastonato tra le vette come un gioiello, ecco Chiusa, uno dei borghi più affascinanti dell’Alto Adige, le cui mura antiche e le facciate merlate raccontano di un passato glorioso, di cavalieri e mercanti, di artisti in cerca di ispirazione.

Nel Cinquecento, vi sostò Albrecht Dürer durante il suo viaggio verso l’Italia. Rimasto incantato dalla bellezza del luogo, immortalò il borgo sullo sfondo della sua celebre allegoria “Das große Glück“, conferendo a Chiusa un’aura di romanticismo eterno.

Passeggiando per le viuzze acciottolate, tra bovindi fioriti e antichi stemmi, si respira un’atmosfera fuori dal tempo. La rocca di Sabiona, che domina il borgo dall’alto, veglia ancora oggi su cotanto scrigno di meraviglie, che a buon diritto è stato accolto tra “I Borghi più belli d’Italia“.

Le Tre Cime di Lavaredo

Imponenti, maestose, quasi irreali: le Tre Cime di Lavaredo si stagliano come un’icona assoluta delle Dolomiti, custodi silenziose di una bellezza che sfida ogni tentativo di “metterla nero su bianco”: le tre torri di roccia, scolpite dal vento e dalla neve, sono il simbolo di un mondo primordiale che riesce tuttora a commuovere.

Nel Parco Naturale Tre Cime, al confine tra l’Alto Adige e la provincia di Belluno, attraggono da sempre alpinisti e appassionati di escursionismo da ogni dove. Grazie alla strada a pedaggio che porta fino al Rifugio Auronzo, oggi anche chi non è esperto può godere della loro meraviglia senza troppa fatica. Il sentiero che le abbraccia, ampio e accessibile, regala vedute da togliere il fiato.

Le Tre Cime sono un’esperienza da vivere, un’emozione che rimane impressa nel cuore come una promessa di ritorno. Di fronte a loro, si comprende appieno quanto la natura sappia essere grandiosa, capace di creare opere che nessun essere umano potrà mai eguagliare.

Lago di Carezza

Lago di Carezza nelle Dolomiti
Fonte: iStock
Tutto il fascino del lago di Carezza

Perla della Val d’Ega, a pochi chilometri da Nova Levante, il Lago di Carezza incanta con le acque color smeraldo che sembrano cambiare tonalità a ogni soffio di vento o raggio di sole. Non a caso, in ladino viene chiamato “Lec de Ergobando“, il Lago dell’Arcobaleno, un nome che evoca tutta la magia dei suoi riflessi iridescenti. Ma c’è anche un’altra leggenda, più antica e romantica, a spiegarne la bellezza: si racconta che una sirenetta vivesse nelle profondità del lago e che il mago Masarè, innamoratosi perdutamente di lei, cercasse di conquistarla senza successo. In preda alla disperazione, egli scagliò in acqua l’arcobaleno che aveva intrecciato per attrarla, regalando così al lago i suoi magnifici colori.

Il Lago di Carezza è alimentato da sorgenti sotterranee che scendono direttamente dal Latemar, il massiccio montuoso che si specchia, maestoso, nelle sue acque. A seconda delle stagioni, il livello dell’acqua varia sensibilmente: in tarda primavera, grazie allo scioglimento delle nevi, il lago raggiunge la sua massima profondità di 22 metri, mentre in autunno si ritira, lasciando scoperte rive mai del tutto accessibili. In inverno si trasforma in un magico tappeto ghiacciato, incorniciato da boschi innevati.

Un sentiero circolare, percorribile in una ventina di minuti, permette di ammirarlo da differenti prospettive, mantenendo però intatta la “sacralità” delle rive, quasi a protezione della sua magia.

Vipiteno

Tra le cime innevate e le vallate rigogliose, Vipiteno si presenta come un gioiello medievale dal fascino intramontabile, tanto da essere annoverato tra i Borghi Più Belli d’Italia. Il piccolo centro, che unisce il fascino della storia al richiamo della natura, custodisce un patrimonio artistico e culturale che merita una visita.

Infatti, la Torre delle Dodici svetta come un faro tra le case color pastello,  mentre poco distante, il Municipio svela preziosi reperti romani, testimoni della lunga storia del borgo. Gli amanti dell’arte non possono perdere il Museo Multscher, custode di opere straordinarie, o il Museo Civico, che arricchisce ulteriormente l’offerta culturale di Vipiteno.

A loro volta, i dintorni, dalla Val di Vizze a Campo di Trens, offrono un ventaglio di escursioni, trekking e gite in bicicletta che soddisfano sia gli amanti dell’avventura sia chi cerca semplicemente momenti autentici al cospetto delle montagne. E chi desidera tuffarsi in un passato più remoto, può esplorare i castelli tutt’intorno: Castel Wolfsthurn, Castel Tasso e Castel Pietra, rocche che sembrano ancora vegliare sulla vita di queste valli incantate.

Gola del Bletterbach

Ai piedi del Corno Bianco, vicino ad Aldino, si apre uno dei luoghi più sorprendenti dell’Alto Adige: la Gola del Bletterbach, spesso definita il “Grand Canyon” della regione. Lunga otto chilometri e profonda fino a 400 metri, non si tratta soltanto di una meraviglia del paesaggio, ma di un vero e proprio viaggio indietro nel tempo.

Addentrarsi nel Bletterbach significa camminare lungo i millenni: le pareti stratificate raccontano oltre 40 milioni di anni di storia geologica e svelano come si sono formate le Dolomiti, oggi Patrimonio UNESCO: un’escursione, quindi, oltre a essere una piacevole passeggiata nella natura, è un’avventura scientifica e sensoriale, dove si possono osservare con i propri occhi strati di roccia perfettamente conservati, impronte fossili, e segreti antichissimi che emergono dalla terra.

Il Geoparc Bletterbach, grazie al centro visite, permette di approfondire ogni dettaglio di questo incredibile patrimonio naturalistico.

Alpe di Siusi

L’Alpe di Siusi si regala come un’immensa distesa verde ai piedi delle Dolomiti, con ben 56 chilometri quadrati che la rendono il più vasto altopiano d’alta quota d’Europa. A oltre 2.000 metri di altitudine, sopra i paesi di Castelrotto, Siusi allo Sciliar e Ortisei in Val Gardena, è uno scenario da cartolina, dove la natura regna sovrana.

D’estate, il paesaggio si anima di fiori e di escursionisti che percorrono la fitta rete di sentieri a piedi o in bicicletta, tra prati fioriti e rifugi accoglienti; durante l’inverno, invece, l’Alpe diventa un paradiso per sciatori e fondisti, con piste che lambiscono boschi incantati e panorami che tolgono il fiato.

Da ogni punto si gode di una vista spettacolare sulle Dolomiti con il gruppo del Sassolungo, il Sassopiatto e lo Sciliar.

Come arrivare e come muoversi in alto Adige

Raggiungere l’Alto Adige è semplice e comodo, sia che scegliate di viaggiare in auto, in treno o in aereo.

In auto, la via più diretta è l’Autostrada A22 del Brennero, che attraversa tutta la regione da nord a sud, regalando scorci sempre più spettacolari man mano che si sale verso le montagne. Per chi arriva da sud, vi sono varie uscite strategiche a seconda della destinazione: Egna/Ora, perfetta per chi punta alla Bassa Atesina; Bolzano sud, ideale per chi vuole raggiungere Merano e i suoi dintorni; Bolzano nord per immergersi nei paesaggi della Val d’Ega. Proseguendo verso nord, le uscite di Chiusa/Val Gardena, Bressanone/Varna, Vipiteno e Brennero aprono la strada a gioielli come la Val Pusteria, le Tre Cime, Plan de Corones e l’Alta Badia.

Se invece il vostro viaggio parte da ovest, potrete ammirare scenari da fiaba passando per il Passo Resia o il leggendario Passo dello Stelvio, quest’ultimo percorribile però soltanto nei mesi estivi. Chi arriva da est, invece, potrà scegliere l’ingresso dalla Val di Landro da Cortina d’Ampezzo o Misurina, oppure attraversare il Passo Monte Croce da Sesto, proprio nella suggestiva zona delle Tre Cime di Lavaredo.

Per chi preferisce il treno, la tratta principale è quella che collega Verona a Monaco, passando per Trento e il Brennero. Le stazioni più importanti dove scendere sono Bolzano, Bressanone, Vipiteno e Brennero, collegate alle principali località turistiche. Accanto a questa linea internazionale, due tratte secondarie arricchiscono l’offerta ferroviaria: la linea Bolzano-Merano-Val Venosta e quella che da Fortezza sale verso Brunico, San Candido e persino Lienz, già in territorio austriaco.

I collegamenti ferroviari sono frequenti e comodi: i treni Frecciargento partono ogni giorno da città come Verona, Firenze, Bologna, Roma e Trento, con otto corse giornaliere durante la settimana e dieci nei weekend. Se invece siete a Milano, Torino, Venezia, Udine o Trieste, potete salire a bordo dei Frecciabianca fino a Verona, dove troverete coincidenze rapide per l’Alto Adige. Non mancano neppure i collegamenti internazionali grazie ai treni DB/ÖBB, che attraversano il Brennero collegando l’Alto Adige direttamente all’Austria e alla Germania.

Anche arrivare in aereo è una scelta pratica. Gli scali più vicini sono quelli di Verona e Innsbruck, ma nelle vicinanze si trovano anche gli aeroporti di Venezia, Milano, Bergamo, Treviso e Brescia, tutti ottimi punti di partenza per una vacanza tra le vette.

Una volta arrivati, spostarsi in Alto Adige è davvero semplice grazie a un’efficiente rete di trasporti pubblici. Citybus, autobus urbani ed extra-urbani, treni regionali, funivie panoramiche e pittoresche linee ferroviarie come quella della Val Pusteria o della Val Venosta vi permetteranno di raggiungere ogni meta con facilità.

Tra un viaggio sul trenino del Renon, una corsa sulla funicolare della Mendola o una salita con le funivie di Verano, Meltina, Colle, Renon e Maranza, potrete esplorare paesaggi incantevoli senza mai stancarvi della varietà dei panorami. Anche con il solo treno della Val Pusteria raggiungerete luoghi ricchi di fascino, come il forte di Fortezza o il Castello di Brunico, immergendovi a ogni fermata in un nuovo stralcio di storia e natura altoatesina.