L’Ezhaya-pensiero dalla A alla Zeta
Senza peli sulla lingua, dritto all’obiettivo, fiducioso al massimo. Da qualunque prospettiva lo osservi, Pier Ezhaya avvince e convince. Sarà perché ci guarda tutti dall’alto, una volta salito sul palco del View Bouznika di Casablanca, la location baciata dall’Oceano e sede di connAction di The Event Welcome Travel Group, dove il network gestito a metà tra Alpitour e Costa Crociere ha dato appuntamento alle agenzie di viaggi affiliate. Continue reading L’Ezhaya-pensiero dalla A alla Zeta at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Senza peli sulla lingua, dritto all’obiettivo, fiducioso al massimo. Da qualunque prospettiva lo osservi, Pier Ezhaya avvince e convince. Sarà perché ci guarda tutti dall’alto, una volta salito sul palco del View Bouznika di Casablanca, la location baciata dall’Oceano e sede di connAction di The Event Welcome Travel Group, dove il network gestito a metà tra Alpitour e Costa Crociere ha dato appuntamento alle agenzie di viaggi affiliate. Sarà perché il mondo del travel ha fretta e lui tempo da perdere ne ha poco, ecco la sintesi dell’Ezhaya-pensiero: fare sistema, creare qualità, aprirsi alle novità.
Adriano Apicella, che di Welcome Travel Group è il ceo, lo ha invitato a sedersi sulla poltrona di fronte alla sua per un confronto “da scudetto” (uno dell’Inter, l’altro del Napoli, tra battute e schermaglie più che di prologo è più giusto parlare di calcio d’inizio). Insomma, dallo speech in Marocco del general manager tour operating di Alpitour scaturisce un estratto del turismo che verrà e che vorrebbe. Così abbiamo provato a raccontarvi Pier Ezhaya in pillole dalla A alla Z. Sperando di non aver omesso nulla
A – Alpitour&Astoi: Pier Ezhaya è general manager – tour operating di Alpitour (quindi l’evento lo coinvolgeva particolarmente) e presidente di Astoi Confindustria Viaggi – Associazione Tour Operator Italiani.
B – basta così: il disappunto espresso nei confronti di alcuni agenti di viaggio che anzichè prendere posto in sala si attardavano nella hall: «Serve più partecipazione da parte di tutti».
C – cataloghi: il travel può farne a meno? «Noi spendiamo 3,4 milioni di anno sui cataloghi e io mi e vi chiedo: è ancora uno strumenti di vendita? Per ora non abbiamo una risposta, per cui non abbiamo preso alcuna decisione. Allora facciamo focus group sul tema e presto capiremo se esiste uno strumento alternativo. Io penso che si possano anche non stampare più, ma comunque va cercata un’alternativa».
D – divisioni: il vero pericolo del turismo: «E mi dispiace. Ci sono 6-7 associazioni di categorie del travel in Italia, arriviamo a 10 con quelle più piccole. Appena due per gli alberghi. Eppure servirebbe unità, indispensabile nei confronti istituzionali. Vorrei vedere la parte sana che scende in campo a prendere posizione».
E – evoluzione: «I cambiamenti vanno accettati. Dobbiamo accogliere l’evoluzione dei costumi e della società, ma c’è troppa ritrosia da questo punto di vista. Invece serve uno spirito più aperto. Va fatto un salto di scala».
F – forza: «Ci avevano dati per morti come sistema già all’inizio anni 2000 con internet, poi con le Torri Gemelle, infine con il Covid. Eppure siamo sopravvissuti, significa che il nostro settore ha forza e resilienza. Ora si dice che l’intelligenza artificiale ci sfratterà. Qualche insidia c’è indubbiamente, perché la socialità delle persone muterà, ma tutti i cambiamenti vanno governati e sono certo che il settore saprà farlo».
G – guadagno: «Mai ignorare il guadagno singolo per le volte in cui possiamo moltiplicarlo».
H – hotel: «Ai posti che scegliamo per le mete turistiche sono allegati gli hotel più iconici di ogni destinazione».
I – investimenti: «Soprattutto in tecnologia. Una trasformazione ciclopica, una rivoluzione copernicana. Siamo sempre in movimento e quando sarà completata ci sarà un momento rivoluzionario per la vendita: sarà “lo squalo nell’acquario”. Investiamo sulla flotta aerea e su asset alberghieri (Tanka Domus in Sardegna). Stiamo rifacendo il Villa do Farol a Capoverde, stanziati 28 milioni di euro».
J – Jfk: «Dobbiamo fare sistema. Per questo prendo in prestito la celebre frase di John Fitzgerald Kennedy, pronunciata il 20 gennaio 1961, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca: “Non domandate cosa può fare il Paese per voi, ma quello che potete fare voi per il Paese”. Parafrasandolo mi viene spontaneo dire: Non domandatevi cosa può fare il network per voi, ma ciò che potete fare voi per il network. Se faremo squadra non ce ne sarà più per nessuno».
L – lettera: applausi dagli agenti di viaggio per la dura lettera aperta scritta a Bruxelles dal presidente di Astoi a proposito dell’ultima bozza della nuova direttiva pacchetti Ue, che dovrebbe essere varata prima dell’estate. «Se c’è una cosa dell’Italia che odio è il fatto che non si riesca a creare un intento comunque, anche su questo fronte che è importantissimo: infatti ho ricevuto insulti sotto la lettera, anche di colleghi, che dicevano che non potevo parlare a nome di tutti».
M – ministri (del turismo): «In 5 anni ho parlato con tre ministri diversi, quindi ogni volta bisogna ricominciare da capo. Manca continuità».
N – network: «Spero che questa immensa platea non smetta di credere nel network. Bisogna starci dentro, supportandolo nelle linee guida. Welcome Travel Group è uno dei più grandi player del turismo mondiale e vuole guardare sempre avanti, anche a 10 anni di distanza, traghettandovi verso il futuro. Se rimanete dentro per le commissioni migliorative, allora dovreste uscire. Serve fiducia, invece, anche a rischio di esporsi alla delusione. Perché se non hai fiducia hai già perso in partenza».
O – organizzato: «Investite in comunicazione, dobbiamo difendere il turismo organizzato e questo punto è fondamentale».
P – pandemia: «Tempesta Covid definitivamente alle spalle: il 2023 è stato un annus mirabilis e il 2024 non è stato da meno. Risultati importanti, il tour operating è da sempre considerato un volano di volumi».
Q – qualità: «Create qualità, perché in questa maniera si crea fidelizzazione. E il cliente tornerà da voi».
S – sfide: «Ne abbiamo molte da affrontare in futuro, ma insieme possiamo vincerle».
T – turismo organizzato: «Va difeso a tutti i costi».
U – unione: «L’unione produce risultati: 740.000 posti aerei garantiti, 100% sulle spalle di Alpitour e ben sparpagliati sulle varie destinazioni, 240.000 sull’Egitto, 86.000 sulla Grecia, più di 40.000 sull’Oceano Indiano».
V – Voyager: «Non basta vendere viaggi, dobbiamo vendere esperienze indimenticabili. Con l’offerta Voyager in 23 Paesi abbiamo creato linea “travelling” per chi non vuole viaggiare in gruppo: ho chiesto al mio team di andare in giro per il mondo e cercare posti sfiziosi da poter vendere. I risultati? Eccoli. West 1924: un indiano Navajo conduce i turisti nella sua casa della Monument Valley, con aperitivo al tramonto. New York: il Moma chiude? E noi entriamo dentro senza nessun altro visitatore, vivendo un’esperienza irripetibile. In Sudafrica si vive la storia: Christo Brand, la guardia carceraria di Mandela a Robben Island, ci racconterà aneddoti unici. Piccole chicche, ma esclusive».
Z – Zenit: in senso figurato, colmo, apice, il punto più alto. L’obiettivo del travel italiano.
Così è, se vi pare.