Il turismo industy energivora che vuole migliorare
Il turismo è un’industy energivora, ma si sta impegnando a sviluppare il proprio business mitigando quelli che sono gli effetti negativi prodotti dai grandi numeri, dai flussi di massa, cercando di invogliare il turista a optare per soluzioni di trasporto eco-friendly, così come di soggiorno. In linea con le esigenze di quel viaggiatore che sceglie ... L'articolo Il turismo industy energivora che vuole migliorare proviene da GuidaViaggi.

Il turismo è un’industy energivora, ma si sta impegnando a sviluppare il proprio business mitigando quelli che sono gli effetti negativi prodotti dai grandi numeri, dai flussi di massa, cercando di invogliare il turista a optare per soluzioni di trasporto eco-friendly, così come di soggiorno. In linea con le esigenze di quel viaggiatore che sceglie mete e strutture in virtù di quella attenzione alla sostenibilità di cui tanto si parla. Ad aprire una finestra sul tema, cinque realtà del travel, che si sono confrontate durante un panel sul tema in occasione dell’ultima edizione di Bit.
Lo scalo di Trieste carbon neutral nel 2027
L’aeroporto di Trieste sarà il primo aeroporto in Italia a diventare carbon neutral nel 2027. Un obiettivo in linea con quella che è la posizione del Friuli Venezia Giulia, in termini ambientali e paesaggistici, “lo spirito è quello di intraprendere un percorso che porterà come obiettivo alla riduzione drastica – spiega Marco Consalvo, ceo Aeroporto Fvg -. È un percorso iniziato da qualche anno. Abbiamo contabilizzato le emissioni di CO2, abbiamo un impianto importante per le nostre dimensioni, ed è un percorso portato avanti con la regione. Il 70% del fabbisogno energetico è coperto con questo impianto”.
Sul fronte della decarbonizzazione, lo scalo prevede degli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni di CO2, Scope 1 (emissioni dirette delle fonti di proprietà o controllate dall’azienda) e Scope 2 (emissioni indirette di gas a effetto serra derivanti dall’energia acquistata o acquisita, generati fuori sede e consumati dall’azienda) riferibili alla gestione aeroportuale. I dati parlano di 1,27 kg di CO2 prodotta a passeggero nel 2023, che ha avuto una “riduzione del 50% nel 2024. L’obiettivo 2027 è superare il 90% di riduzione di CO2. Azzerare è impossibile – riconosce il manager -. Lo Scope 3 è legato alle compagnie aeree. I vettori incidono più del 50% delle emissioni di CO2, mentre gli aeroporti incidono in modo variabile tra il 10 e il 20%. Ci stiamo lavorando e contiamo di avere ottimi risultati”.
Inoltre, l’Aeroporto di Trieste è un polo intermodale che funziona grazie alla apertura della stazione ferroviaria Trieste Airport. “E’ una sorta di metropolitana regionale”, commenta il manager.
Sea e il territorio
Restando sempre in ambito aeroportuale nell’area del Nord Italia, gli scali di Milano (Malpensa e Linate) portano avanti un approccio alla sostenibilità dal punto di vista del servizio al passeggero che si esprime garantendo una connettività di qualità.
“Gli aeroporti milanesi hanno avuto un buon 2024 – testimonia Aldo Schmid, head of aviation marketing & traffic rights Sea Milan Airports -, che ha fatto seguito a un 2023 che è stato altrettanto positivo. I volumi di traffico sono cresciuti dell’11,5%, più della media nazionale. Malpensa è cresciuta dell’11%, Linate del 13%. Sul fronte dei volumi siamo molto contenti, ma non è un lavoro solo di volumi”, ci tiene a precisare il manager, che aggiunge altri dati: “Nel 2024 abbiamo lanciato 44 nuovi servizi, tra destinazioni, compagnie, incrementi di frequenze su servizi già esistenti, 20 nuove destinazioni. In particolare, sul lungo raggio, che è importante dal punto di vista della sostenibilità”.
A Malpensa i servizi sull’Asia, nuove mete in Cina, “abbiamo riaperto Bangkok, dopo tanti anni è stato riaperto il Tokyo Haneda. Il long haul nel 2024 ha avuto una crescita di circa il 14% di capacità a Malpensa e un +17% di passeggeri”. In totale sono circa 100 le compagnie che operano su Malpensa e Linate, 80 country market. Un approccio alla sostenibilità che tiene conto del territorio, quindi.
Italo e l’elettrodomestico di classe A
Qual è la strategia di Italo per ridurre l’impatto ambientale? “Abbiamo due tipologie di materiale rotabile, tutti i convogli viaggiano su energia elettrica. E’ come avere un elettrodomestico di classe A. Abbiamo lavorato sui motori di trazione”, spiega Fabio Sgroi, direttore health & safety Italo.
Italo porta avanti la formula treno+bus, a seguito dell’acquisizione di Itabus da cui è nato un gruppo multimodale in grado di offrire un servizio di mobilità integrata. In flotta ci sono 100 bus di nuova generazione. Itabus viaggia in Italia con il biocarburante diesel HVOlution di Enilive, “che abbatte dell’80% le emissioni di CO2”.
La formula treno+bus offre “un’intermodalità che garantisce una raggiungibilità sempre più capillare. Lo Scope 1 e lo Scope 2 di una azienda sono collegati alla sua produzione. Sullo Scope 3 si può agire, lavorando sui fornitori. Ad esempio, le pulizie, il rifornimento, che si possono allineare alla politica di riduzione di CO2 portata avanti dall’azienda”.
La sostenibilità leva di marketing
Hospitality e destinazioni come affrontano il tema? “C’è sempre più attenzione nei confronti della sostenibilità – afferma Marco Baroni, ceo & co-founder, Titanka! che offre strumenti e soluzioni per il turismo -. E’ una leva di marketing incredibile, ma non tutti l’hanno compreso. Le strutture sono scelte per l’attenzione che mostrano verso l’eco-sostenibilità, però le destinazioni non hanno la stessa attenzione di alcuni privati e di alcune strutture. Se l’avessero potrebbero attrarre un maggior numero di turisti”.
E questo perché l’ecosostenibilità “tocca la sensibilità delle persone”. A detta di baroni ci sono realtà “con progetti importanti che non sempre hanno la forza di raccontare in modo mainstream. Il mondo alberghiero si trova in una situazione di causa-effetto immediato, nel senso che se dimostra di essere attento alla sostenibilità attrae il cliente sensibile al tema”.
Lo stesso vale per le destinazioni, quelle che hanno avuto una maggiore attenzione “possono attrarre una clientela più ampia, che decide di allungare il soggiorno medio non solo perché ci sono le attività, ma anche per l’attenzione dimostrata verso la sostenibilità, appunto. E la vera sfida, si sa, è trattenere il turista almeno un giorno in più”.
La mobilità elemento strategico
A parlare di sostenibilità è Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, nato in Svizzera, dal 2002 presente in Italia, sviluppa servizi dedicati alla mobilità elettrica e ha di recente pubblicato la nona edizione del White Paper. “Per noi è quasi un elemento di posizionamento e strategia, oltre al bisogno tecnico di spostarsi nello spazio – spiega Laura Testa, sales promotion specialist Repower -. Una struttura che risponde in modo integrato alla domanda del turista come raggiungo quella meta? Il cliente però deve sapere anche dove poter ricaricare, ma anche quello che può fare durante la sosta in attesa che l’auto si ricarichi. Il dialogo con gli stakeholder è la risposta. La mobilità non è un elemento a se stante rispetto al turismo, ma un elemento strategico“. Testa invita anche a considerare che ci sono nuovi player che si affacciano sul mercato “con tecnologie migliori e che stanno tracciando la strada agli operatori”.
Uno sguardo al futuro
Qual è lo sguardo al futuro che danno i player intervenuti alla tavola rotonda? Sea prosegue sulla connettività di qualità. “I primi mesi del 2025 sono partiti bene – dichiara Schmid -, gennaio e febbraio mostrano uno-due punti percentuali in più sul 2024. Per la Summer avremo una crescita del 9% in termini di posti offerti a Malpensa”.
Il manager osserva che, sul lungo raggio “si procede bene, l’Asia ha mostrato una vocazione di crescita e avremo un posizionamento eccellente. Ci sono destinazioni nuove come Philadelphia, Boston con voli diretti da Malpensa, Hanoi”.
Sul breve e medio raggio il manager cita Tbilisi, Göteborg. Quanto all’interesse da parte dei vettori cinesi, fa sapere che “atterreranno nella Summer. Nel 2024 è stato registrato un +60% sulla Cina. Sono 11 le destinazioni cinesi servite, con voli di linea operati da 6 compagnie diverse. E non è escluso che nel 2025 ci possano essere altre novità”, annuncia.
Nel 2035 ci saranno 51mila aeromobili
Interpellato sui punti di svolta nel settore aviation sul fronte sostenibilità e se il net zero nel 2050 sia raggiungibile, Baroni afferma che “ci sono tanti veggenti. L’obiettivo c’è. L’aeromobile oggi rispetto a dieci anni fa consuma un 30% in meno di emissioni. Il Saf servirà molto alla transizione, con il 70-80% di riduzione delle emissioni, ma con un costo che è di 4-8 volte superiore a quello del carburante”.
Oggi sono “28mila gli aeromobili che viaggiano, il 70% è in mano a fondi e a banche – prosegue Baroni -. Dieci anni fa erano il 50% in meno. Nel 2035 saranno 51mila gli aeromobili. C’è un equilibrio economico da mantenere, la vedo difficile, ma non impossibile. Già avere una riduzione dell’80% sarebbe un successo”. A suo dire l’aeromobile elettrico “è per il corto raggio, per quello a idrogeno la tecnologia consentirà in modo maggiore la riduzione delle emissioni. La vita media per ammortizzare un aeromobile è di almeno 25 anni per uno a idrogeno”.
Il futuro su treno e gomma
Il net zero è tra le ambizioni. Si parla di elettrico e sembra tutto facile, ma quali sono gli ostacoli infrastrutturali e come sarà il futuro della mobilità ferroviaria e su gomma tra dieci anni? Sgroi precisa che “l’elettrico per il treno è diverso rispetto a quello per le macchine. Noi siamo collegati con un filo elettrico che è soggetto a guasti. Un aspetto su cui si può lavorare, porta con sè un lavoro fatto a monte di produzione di energia elettrica. L’Italia si è data un obiettivo sfidante: ridurre la CO2, il che lo si può ottenere aumentando la quota di fonti rinnovabili, ma le imprese ferroviarie non sono autonome, dipendono dal gestore delle infrastrutture che deve potenziare il parco fornitore di energia”.
Il futuro? Il manager riconosce l’avanzamento dal punto di vista tecnologico, “l’Alta velocità c’è da oltre 20 anni. Il sistema è più avanzato dal punto di vista della sicurezza. Per quanto riguarda il trasporto su gomma – aggiunge – la chiave per la riduzione di CO2 è legata all’uso del biocarburante. Servono però più posti dove fare il rifornimento, è una sfida”, afferma.
Pensare in ottica di territorio
Alla domanda su quale sia la sfida nella creazione di un ecosistema turistico, secondo Testa la risposta passa “da come si riesce a raggiungere una destinazione e con quale energia. Non si può più ragionare in termini di scelta tra territorio e approvvigionamento, ma bisogna pensare in ottica di territorio che include. Le fonti rinnovabili necessitano di tanto spazio per soddisfare la domanda. Da qui la necessità di realizzare impianti che si possano integrare nel territorio”.
La manager auspica che la tecnologia avanzi “con un impatto molto più basso. La richiesta è più veloce delle infrastrutture, confido negli ingegneri, che vadano a vela piuttosto che a motore”, proprio perché il turismo è un’industry energivora, come si diceva in apertura.
Stefania Vicini
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