Enit, Priante alza la posta: «Serve più budget»
Daniela Santanchè chiama, Alessandra Priante risponde. «Vogliamo un’Italia più sexy», ammicca con grande verve il ministro del Turismo dal palcoscenico di Bmt Napoli. «Il nostro obiettivo è essere il Paese più desiderato, dobbiamo tradurre questo desiderio in clic di prenotazioni», puntualizza nel post inaugurazione la presidente Enit, da poco più di un anno su uno degli scranni più alti dell’Agenzia Nazionale del Turismo, ora Spa. Continue reading Enit, Priante alza la posta: «Serve più budget» at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Daniela Santanchè chiama, Alessandra Priante risponde. «Vogliamo un’Italia più sexy», ammicca con grande verve il ministro del Turismo dal palcoscenico di Bmt Napoli.
«Il nostro obiettivo è essere il Paese più desiderato, dobbiamo tradurre questo desiderio in clic di prenotazioni», puntualizza nel post inaugurazione la presidente Enit, da poco più di un anno su uno degli scranni più alti dell’Agenzia Nazionale del Turismo, ora Spa. Cinquantatre anni, ex direttore per l’Europa dell’Unwto, Priante sfoglia il diario dei suoi primi 12 mesi in via Marghera, con una premessa ben chiara che spazza via scomodi rumors: «Il mio rapporto con il ceo, Ivana Jelinic, è straordinario. E straordinario è il suo lavoro». Punto e a capo.
Esauriti prologo e dediche, è tempo di passare alle 5 C che orientano i singoli capitoli. Corsa: Italia batte Francia; Chiave: riportare gli italiani a fare le vacanze in Italia; Cautela: nessuna previsione per il Giubileo; Calamita Sud: il prodotto di punta da presentare all’estero; Certezza: è una Enit rosa. Su il sipario, che in inglese inizia, appunto, per C: curtain.
L’Italia va di corsa?
«Lo dicono i numeri: è un’Italia da corsa nella classifica degli Stati Ue per presenze, 458,4 milioni nel 2024, boom di stranieri, Francia superata».
La rimonta è servita, davanti c’è solo la Spagna: restiamo in corsia di sorpasso, vero?
«Premessa d’obbligo: parliamo di presenze, quindi non del numero di arrivi, ma di arrivi moltiplicati per i giorni in cui i turisti rimangono, il che significa che siamo stati capaci di farli restare più tempo da noi. Diciamola tutta: ci siamo trasformati in un Paese che prima era al 51% nazionale e 49% internazionale, ora le percentuali si sono invertite. Quindi siamo dipendenti dagli stranieri. Un fattore straordinario, certo, ma che chiaramente ci impone una riflessione: vanno riconquistati i nostri connazionali, perché non vogliamo che vadano in vacanza altrove, ma restino qui».
Con buona pace dei player outgoing.
Italiani in Italia. È questo il focus del 2025?
«Dal mio personale punto di vista è sicuramente una delle priorità, perché sono proprio gli italiani a garantire che il “prodotto Italia” continui a rimanere ad altissimi livelli. Dobbiamo ricominciare ad amare il nostro Paese come merita, consapevoli che è il più bello del mondo. I prezzi che sono aumentati sono stati un grande deterrente, speriamo però che questa si trasformi in un’opportunità e che quindi gli italiani facciano le vacanze qui in stagioni fuori dal comune. Una dinamica simile ci consentirebbe di puntare al secondo obiettivo: la destagionalizzazione».
È l’altro segmento sui cui incidere con grande determinazione?
«Abbiamo un asso nella manica: oltre a un prodotto eccezionale, possiamo sfoggiare diverse tipologie di turismo. Basti pensare a quello dei congressi, dello sport, il turismo religioso, il cicloturismo, l’outdoor, il turismo culturale, il lusso e le terme – il welness sta crescendo moltissimo – e i grandi eventi: siamo in pieno Giubileo e a meno di un anno dalle Olimpiadi di Milano- Cortina. Inoltre, l’anno scorso ci siamo classificati al primo posto in Europa come destinazione Mice. Siamo stati in grado di creare un prodotto esteso in orizzontale, in verticale e in profondità. E sulle varie verticali del turismo dobbiamo continuare a lavorare. Compreso quello per i giovani, perché è importante guardare alle nuove generazioni. È questa è un’altra sfida complessa».
Giubileo, la parola magica del 2025: non era lecito aspettarsi numeri più brillanti?
«Alt: di numeri non parlo. Nel senso che a me, un anno fa, sono state riferite cifre che giudico un po’ allarmistiche, perché noi italiani siamo bravi a farci del male. Ricordo benissimo che la forbice prospettata era fra 35-50 milioni di pellegrini, che è statisticamente irrilevante: è come voler dire “è bianco, ma è anche nero”. Una previsione, quindi, che ha finito con lo scoraggiare tante persone che sarebbero volute venire a Roma “nonostante” il Giubileo.
Quello che intendo dire è che non si può comunicare a priori che la città sarà piena: la Capitale, invece, non solo è prontissima, ma c’è stato un grande upgrade del trasporto pubblico e di quello ferroviario. Quindi, il primo comandamento è smetterla di far scattare l’allarme su situazioni che non esistono. Riassumendo, dunque, io non avevo alcuna aspettativa sul numero dei turisti per il Giubileo e non voglio averla. I consuntivi si fanno alla fine. È ora di imparare ad avere, anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, strumenti predittivi più idonei. Essere più precisi e dire: “In base alla nostra previsione, dobbiamo intercettare i visitatori, portarli fuori da Roma per mostrare loro le bellezze dell’Italia e, ovviamente, tenerli più giorni nel nostro Paese”».
Siamo a Napoli oggi. Quale cartolina se non quella del Sud è l’ideale per rappresentare all’estero un Paese bello da cima a fondo?
Priante annuisce e rilancia: «È il nostro prodotto più interessante e profondo da narrare e che possiamo esibire come biglietto da visita in tutto il mondo. Le fiere continuano a essere centrali e a rappresentare un importante punto di incontro: sono un perno fondamentale e un validissimo supporto per veicolare le meraviglie che costellano l’Italia. Che grazie anche alla Bmt continua a recitare il ruolo di centro aggregatore, potendo contare su un’offerta dinamica, innovativa e, al contempo, tradizionale. Perché è in grado di comunicare le sue essenze, sapendo che può farlo anche meglio. E noi, come Enit, saremo al fianco delle istituzioni locali per alimentare la nostra ambizione».
E i numeri premiano la “visione” meridionale suffragata dalle parole di Priante: nel 2024 il Mezzogiorno ha visto una crescita delle presenze turistiche del 2,8% rispetto al 2019, totalizzando quasi 89 milioni di pernottamenti. Il settore turistico ha generato nell’anno da poco concluso un valore aggiunto di circa 103,6 miliardi di euro, contribuendo al 5,9% del Pil nazionale. Considerando l’indotto, l’impatto complessivo raggiunge il 10,8% del Pil.
«È la conferma – sottolinea con decisione la presidente Enit – che il turismo, anche grazie al Sud, resta il settore più resiliente del Paese, oltre a essere il più “umano”. A dimostrazione di questo, il Meridione si è dimostrato anche molto creativo, ribadendo un concetto importante: l’ospitalità è mediterranea. Il Sud sta diventando una vera e propria best practice. E il discorso non vale solo per l’Italia, ma nell’ambito di tutto il bacino».
La Sala Mediterraneo si sta svuotando, ma prima dei saluti finali un’ultima curiosità, ci perdoni presidente Priante (che infatti accenna a una timida protesta: «Ma la precedente non doveva essere l’ultima domanda?»): un breve bilancio a un anno dal suo insediamento in un’Enit declinata sempre più al femminile.
«Amo profondamente l’Agenzia, sostenuta con i fatti dal Mitur, che ha sempre prestato ascolto alle nostre esigenze. Ho iniziato a occuparmi di turismo quando venne tolto alla presidenza del Consiglio e “trasferito” al ministero dei Beni Culturali, ed è da lì che vengo. Le Agenzie come la nostra sono importanti e in tutto il mondo sono tenute in grande considerazione, anche con budget molto rilevanti: tanto per fare un esempio. Turespaña può contare su 300 milioni di euro solo per la promozione, noi invece viaggiamo disponendo di un decimo di questa cifra.
Eppure riuciamo a fare un grande lavoro, grazie a un mnagement particolarmemte efficiente, composto all’80% da donne. Lo conferma il fatto che la mia compagna principale è l’ad Ivana Jelinic, così come il direttore generale è una donna, Elena Nembrini. Senza dimenticare che anche le nostre 26 sedi estere sono animate da donne di alto profilo, che lavorano con grande cuore per il sistema Italia al di fuori del nostro Paese».
Morale della favola?
«Italiani, tornate a fare le vacanze in Italia».
Repetita iuvant.