Intervista a Marko Bošnjak, in gara all’Eurovision 2025 per la Croazia

Intervista a Marko Bošnjak che rappresenterà la Croazia all'Eurovision Song Contest 2025 di Basilea con il brano "Poison Cake" L'articolo Intervista a Marko Bošnjak, in gara all’Eurovision 2025 per la Croazia proviene da imusicfun.

Apr 27, 2025 - 19:49
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Intervista a Marko Bošnjak, in gara all’Eurovision 2025 per la Croazia

Intervista a Marko Bošnjak che rappresenterà la Croazia all’Eurovision 2025 di Basilea con il brano Poison Cake.

Dopo il secondo posto di Baby Lasagna a Malmö 2024, il paese riuscirà a ripetere l’exploit? Il primo obiettivo è conquistare la finale, nella prima semifinale in programma alla St. Jakobshalle Arena il 13 maggio.

Intervista a Marko Bošnjak, in gara all’Eurovision 2025 per la Croazia

Marko Bošnjak, parliamo di Poison Cake. Com’è nata questa canzone?
La canzone è nata da una collaborazione internazionale con un team proveniente dai Paesi Bassi, dal Regno Unito, dall’Irlanda e con il mio produttore a Zagabria. Quando ho ricevuto la prima demo, ho subito sentito il potenziale per creare qualcosa di differente e unico. Ho voluto sviluppare quella visione con il mio team, e sono molto felice del “dolce avvelenato” che abbiamo sfornato.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua canzone?
È un messaggio per chiunque si sia mai sentito emarginato o giudicato per ciò che è. Una canzone potente per aiutare a combattere per se stessi. Il “dolce avvelenato” è una metafora: a volte le cose più belle possono essere tossiche dentro. Non è un inno all’amore o all’unità, ma un’esplorazione delle emozioni più oscure, quelle che non puoi esprimere apertamente in quanto non è socialmente accettato. Parla di forza interiore, di rabbia repressa, di frustrazione, per bilanciare l’universo in qualche modo. Un messaggio complesso e al contempo rischioso.

Per quanto riguarda il videoclip, come è nata l’idea della mela e del serpente?
L’idea è venuta insieme a Elizabeta, che ha curato il video. Volevamo giocare con i concetti di peccato e veleno. L’immaginario del Giardino dell’Eden è perfetto per rappresentare qualcosa di attraente ma pericoloso. Non sempre le cose sono come sembrano, possono sembrare bellissime e al contempo nascondere il veleno. Ci sono anche riferimenti storici, come Cleopatra che si è avvelenata, o Romeo e Giulietta, molte storie includono il veleno. Il video è stato una sfida, ma molto bello! E sì, ho dovuto fare amicizia con un serpente vero, Abdul, lungo due metri e pesante 7 kg! Avevo paura dei serpenti, ma ora l’ho superata.

Cosa vedremo sul palco di Basilea?
Purtroppo non ci sarà Abdul! Ma ci sarà una performance completamente diversa da quella nazionale: nuovi LED, nuove coreografie, nuovi costumi e una maggiore cura vocale. Sarà uno spettacolo teatrale in tre minuti, con molti cambi di scena. Vogliamo davvero sorprendere il pubblico, al momento non ci si aspetta molto da noi. Speriamo apprezzino la teatralità dello staging, in 3 minuti ci saranno tanti cambi, sarà molto dinamico.

Come vedi la scena musicale in Croazia?
Penso che sia ancora poco sviluppata e che manchi varietà. Ma ci sono artisti, me incluso, che stanno cercando di cambiare le cose. Tre anni fa ho partecipato alla finale nazionale con una ballata, arrivando secondo, l’anno in cui l’ESC era in Italia, ora passo a un pezzo più sperimentale e questo ha un po’ spiazzato il pubblico. Per me la musica è libertà, espressione artistica e intuizione. Spero che questo aiuti anche altri artisti croati a osare.

Dopo il successo di Baby Lasagna lo scorso anno, senti la pressione?
Qualcuno cerca di mettermela, ma io rifiuto. Non voglio confrontarmi con nessuno. Il paragone è la morte della propria umanità, non fa bene alla mente. Lui ha fatto un grande lavoro e io lo sostengo, ma stiamo raccontando due storie diverse. Apprezzo il sostegno di chi cerca di farmi pressione, per quel che significa, ma non mi lascio sopraffare.

Come è cambiata la percezione dell’Eurovision in Croazia dopo quei risultati?
Ora tutti sono esperti di Eurovision, proprio come lo sono di calcio, pallamano o tennis. Ma io mi fido del mio team e so che faremo un ottimo lavoro.

Conosci la musica italiana?
Sì, adoro la musica italiana! È affascinante, la lingua è bellissima e molto musicale. Amo la canzone italiana di quest’anno, c’è qualcosa di profondamente artistico in Lucio Corsi e lo si vede dai suoi occhi. Sarà una performance fantastica da vedere.

Cosa pensi dell’intelligenza artificiale nella musica?
R: No, assolutamente no. Sono contrarop! Se può aiutare nella produzione, velocizzarla, va bene. Ma non potrà mai sostituire l’essenza umana, l’anima che mettiamo nella musica. Non ha la stessa intenzione, quindi non potrà mai sostituirci.

Cosa significa per te l’Eurovision?
Praticamente tutto. Sin da bambino sognavo di partecipare, organizzavo serate Eurovision a casa con amici e parenti, crescendo avevamo anche le tabelle per dare i punti ad ogni esibizione! Ora essere parte di questo sogno è incredibile. Ma so che devo ancora lavorare per dare il massimo e realizzare il mio sogno.

C’è una canzone della storia dell’Eurovision che avresti voluto scrivere?
Tra le proposte della Croazia sicuramente Marija Magdalena (Doris Dragović 1999 Ndr) e Moja štikla (Severina 2006 Ndr) entrambe iconiche. Mi sarebbe piaciuto scrivere le due canzoni vincitrici di Loreen. E amo anche pezzi meno noti come Love Injected di Aminata del 2015 o Warrior di Nina Sublatti. Molte canzoni che trovo spettacolari non hanno raggiunto un buon piazzamento in classifica.

Cosa ami di più della community Eurovision?
Il senso di comunità, famiglia, l’inclusività. Ci si sente accolti, chiunque tu sia, supportati, e c’è davvero un’atmosfera speciale. Per noi fan, l’Eurovision è come le Olimpiadi! La comunità è bellissima e ti fa sentire amato, questa è la mia parte preferita.

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