Alienoid: robot, alieni e viaggi nel tempo nel blockbuster coreano | Recensione
Corea del Sud, 1391. Sul finire della dinastia Goryeo, i guardiani alieni Guard e Thunder vegliano sulla razza umana, minacciata da una civiltà extraterrestre che prende possesso degli individui per loschi scopi. Il compito di questi protettori è quello di viaggiare avanti e indietro nel tempo per affrontare quel pericolo costante, ma durante una delle […]


Corea del Sud, 1391. Sul finire della dinastia Goryeo, i guardiani alieni Guard e Thunder vegliano sulla razza umana, minacciata da una civiltà extraterrestre che prende possesso degli individui per loschi scopi. Il compito di questi protettori è quello di viaggiare avanti e indietro nel tempo per affrontare quel pericolo costante, ma durante una delle loro missioni Guard e Thunder salvano una neonata e decidono di “adottarla”, portandola con loro nel futuro e crescendola come fosse la loro figlia e nipote.
In Alienoid infatti hanno la capacità di assumere sembianze umane e fino ad oggi la piccola non ha covato nessun sospetto sulla loro reale identità. La verità è però destinata a venire alla luce, mentre gigantesche astronavi fanno la loro comparsa nei cieli e il nemico da altri mondi ha fatto il suo ritorno. Ancora una volta sarà necessario tornare in un’epoca antica, in un gioco tra le ere dal quale potrebbero dipendere le sorti del mondo intero.
Alienoid: di qua e di là – recensione
Se già la sinossi appena esposta vi appare ricca, sappiate che l’abbiamo condensata molto e che nel corso delle due ore e venti di visione la varietà di situazioni e personaggi è ancora maggiore, per un racconto che richiede un certo impegno dal pubblico per restar dietro a tutte le varie sottotrame. Certo l’anima blockbuster è palese e in fin dei conti il nocciolo della questione è la classica battaglia del bene contro il male, qui trasfigurata da un insolito mix di generi e atmosfere.
Dai film in costume che guardano a grandi classici orientali come la trilogia di Storia di fantasmi cinesi o ancora al più recente dittico di Journey to the West, alla fantascienza iconica, con robot e alieni tentacolari a fare la loro comparsa nella sempre più intricata trama: Alienoid non pecca di ambizione e il frullato, pur imperfetto e a tratti eccessivo, può dirsi effettivamente riuscito nel suo compito di puro intrattenimento a prova di grande pubblico.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Il comparto tecnico mette in mostra i muscoli con effetti speciali che nulla hanno da invidiare ad omologhe produzioni hollywoodiane, con esplosioni e scene di massa che mettono in mostra un notevole dispendio di mezzi e comparse. Un’estetica roboante che si rispecchia anche nelle gradevoli sequenze d’azione, che tra slow-motion e pose iconiche richiamano un immaginario nel quale gli appassionati di wuxia e affini si ritroveranno in breve tempo.
Colori sgargianti e ambientazioni rurali del passato si alternano al presente della grande metropoli, con uno stacco abbastanza netto tra le due dimensioni temporali. E proprio nel tentativo di unire due film parzialmente diversi in un unico progetto ricco di suggestioni potrebbe parzialmente spiazzare un target non preparato, che rischia di essere disorientato dalla poliedricità dell’assunto. Chi invece apprezzerà l’originalità alla base, potrà avere diverse soddisfazioni, con quell’epilogo aperto al sequel Alienoid: Return to the Future (2024), uscito due anni dopo per chiudere il cerchio.
Conclusioni finali
Al momento in cui scriviamo tra i film più popolari su Amazon Prime Video, Alienoid è un blockbuster coreano che ci trascina a spasso nel tempo per raccontare un’incedibile avventura che spazia tra i generi. Film in costume e fantascienza in un ibrido accattivante, perfettibile ma già godibile così nella sua strabordante varietà di toni e umori, con azione e umorismo quale contorno alla fagocitante sceneggiatura.
Una messa in scena di livello, con effetti speciali convincenti e un’anima giocosa sempre al servizio dell’intrattenimento, e un cast relativamente adatto ai rispettivi ruoli riescono a tenere il ritmo su buoni livelli, per un’operazione tanto potenzialmente sbilenca quanto più riuscita del previsto.