All’estero il tema della “tassa sui turisti” si sta sempre di più evolvendo verso l’attenzione alla sostenibilità, ed i fondi ricavati prendono chiara direzione in tal senso. Ne dà conto l’Osservatorio nazionale di Jfc curato da Massimo Feruzzi, amministratore della società.
La tassa di soggiorno all’estero
Il concetto sul quale tali destinazioni stanno riflettendo può essere così espresso: “Considerando che l’impatto del sovraffollamento turistico è strettamente connesso con la singola destinazione e rapportato al numero dei residenti, appare evidente che l’aumento del numero dei turisti che alloggia nella località ed ancor di più dei daily user che la frequentano solo per qualche ora, obbliga l’amministrazione comunale a degli extra-costi per la gestione del proprio territorio”, spiega Feruzzi.
Le scelte di Londra e Barcellona
A Londra il Sindaco Sadiq Khan ha proposto l’introduzione dell’imposta di soggiorno che, secondo i primi calcoli, potrebbe generare 285 milioni di euro di incassi/anno. I turisti che sceglieranno di soggiornare in Catalogna e a Barcellona per la propria vacanza si troveranno, quest’anno, a dover sostenere un ulteriore aumento della tassa di soggiorno: tassa che potrebbe raddoppiare e raggiungere i 15 euro a persona per notte a Barcellona e che raggiungerà, invece, i 6 euro altrove in Catalogna, ma pagheranno anche i passeggeri a bordo delle navi da crociere attraccate al porto di Barcellona.
In Thailandia e in Grecia
Dopo diversi rinvii, verrà definitivamente introdotta la tassa di soggiorno anche in Thailandia: ogni visitatore pagherà, per entrare nel paese, circa 8 euro.
Intanto, in Grecia la tassa di soggiorno viene trasformata in climate resilience tax, indicata come funzionale a far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, con un incremento differenziato per tipologia ricettiva. Incrementi superiori al raddoppio e che portano i turisti a pagare sino a 10 euro a persona a notte. Anche nell’isola greca di Santorini si sta ragionando sulla possibile introduzione di una tassa di accesso sul modello di Venezia, proprio a causa del continuo incremento dei flussi di visitatori che sbarcano sull’isola dalle navi da crociera.
Il caso delle Baleari
Il caso più rilevante è, di certo, quello delle Baleari, che sta discutendo sull’approvazione, nel corso del 2025, di una serie di misure di “contenimento dei flussi turistici”, basate esclusivamente sull’aumento della tassa di soggiorno nei mesi di punta e sull’introduzione di un’imposta sui veicoli a noleggio. Nello specifico, la tassa di soggiorno (definita Its) passerà da 4 euro ad un massimo di 6 euro, mentre per ognuna delle oltre 60.000 automobili affittate sulle isole ai turisti verrà richiesto di pagare tra i 50 e gli 85 euro.
Cosa succede a Kyoto
Nel frattempo, Kyoto si prepara già al 2026 avviando l’iter per un considerevole aumento dell’attuale imposta di soggiorno: oggi si pagano al massimo 6 euro a notte per persona, ma da marzo del prossimo anno questa tassa decuplica e raggiungerà i 60 euro, sempre a notte per persona; anche Edimburgo si prepara al 2026 avendo già approvato l’introduzione di una tassa che equivale al 5% del prezzo per il pernottamento.
A
questo link ecco cosa succederà in
Italia. Il 2025 per il nostro Paese sarà un
anno record per gli incassi generati dall’
imposta di soggiorno, sia per l’adesione di nuovi comuni sia per l’aumento consistente delle tariffe.
Laura Dominici
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