Meteo: l’ondata di gelo del Marzo 1987

L’ONDATA DI GELO del marzo 1987 fu uno degli eventi meteo più significativi che abbiano interessato ITALIA nel corso del XX secolo. Questo episodio colpì gran parte della penisola, con particolare enfasi sulle REGIONI ADRIATICHE e sulle aree meridionali, generando NEVICATE imponenti e TEMPERATURE insolitamente basse. L’aspetto più curioso di quell’avvenimento risiede nella sua tempistica: […] Meteo: l’ondata di gelo del Marzo 1987

Mar 17, 2025 - 10:46
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Meteo: l’ondata di gelo del Marzo 1987

L’ONDATA DI GELO del marzo 1987 fu uno degli eventi meteo più significativi che abbiano interessato ITALIA nel corso del XX secolo. Questo episodio colpì gran parte della penisola, con particolare enfasi sulle REGIONI ADRIATICHE e sulle aree meridionali, generando NEVICATE imponenti e TEMPERATURE insolitamente basse. L’aspetto più curioso di quell’avvenimento risiede nella sua tempistica: accadde in un periodo in cui, di norma, ci si sarebbe aspettati un clima decisamente più mite. Fu così che, inaspettatamente, la colonnina di mercurio scese verso livelli eccezionali, determinando conseguenze notevoli sulla vita quotidiana. Molti abitanti ricordano ancora il fascino e il disagio di quei giorni, quando la circolazione si bloccò e le attività ordinarie subirono ritardi.

 

L’ondata di gelo si originò grazie a un nucleo di ARIA GELIDA proveniente dal possente ANTICICLONE RUSSO-SIBERIANO, che trova spesso la sua culla tra le vastità della RUSSIA e della SIBERIA. Questa bolla di freddo intenso scivolò progressivamente verso l’EUROPA centrale, giungendo poi su ITALIA e rimanendo attiva per un lungo intervallo di tempo. L’irruzione fredda si protrasse per gran parte della seconda decade di marzo, dal 4 al 20, dando vita a uno scenario inusuale per quel periodo dell’anno. Il fenomeno fu ulteriormente esacerbato dalla disposizione delle correnti in quota, che favorirono un continuo afflusso di masse d’aria rigide verso le zone centro-meridionali.

Durante questa fase, le TEMPERATURE toccarono valori estremi. Il culmine si ebbe l’8 marzo, quando l’isoterma di -12 °C a 850 hPa avvolse l’intera PUGLIA, producendo un raffreddamento di portata storica. A TORINO, la colonnina di mercurio scese a -10,5 °C, mentre a ROMA si registrarono -4,9 °C. Anche GENOVA e NAPOLI sentirono gli effetti del freddo, con minime di -3,6 °C. In PUGLIA, fu SANTA MARIA DI LEUCA a mettere a referto il mese più freddo degli ultimi 60 anni, superando persino il leggendario febbraio 1956. I valori termici così bassi, uniti a una forte umidità in alcune località, contribuirono a formare strati di ghiaccio pericolosi sia sulle strade sia su aree pedonali. La rarità di simili condizioni in pieno marzo stupì molti esperti e appassionati di meteorologia, che si trovarono a studiare una dinamica tipica dell’inverno più rigido, ma osservata in una fase stagionale solitamente più tiepida.

 

La NEVE fu un’altra grande protagonista di questo evento meteo. Cadute nevose di carattere eccezionale interessarono soprattutto la PUGLIA, con accumuli molto abbondanti. A GIOIA DEL COLLE si toccarono 72 cm, e la coltre bianca rimase al suolo per 9 giorni consecutivi. Altre località come CASAMASSIMA (55 cm), TURI (76 cm) e CASTELLANA GROTTE (80 cm) vennero ricoperte da uno spesso strato di fiocchi. Anche la fascia costiera ionica non fu risparmiata, con LIZZANO che raggiunse i 45 cm di accumulo. A TARANTO, la TEMPERATURA minima toccò i -2,4 °C, accompagnata da precipitazioni nevose che imbiancarono la città e da massime che non oltrepassarono i 2,1 °C il 6 marzo. Risultò evidente come la combinazione fra l’aria fredda e la posizione geografica favorisse la formazione di nubi foriere di NEVE, un fenomeno raro per alcuni tratti costieri del Sud. Nel complesso, il periodo fu un autentico banco di prova per l’intero settore meteorologico, che si trovò a gestire allerte e previsioni su larga scala.

 

L’ONDATA DI GELO ebbe un impatto notevole sulla CIRCOLAZIONE STRADALE, causando ingorghi e ostacolando i collegamenti tra diverse città. Molti automobilisti si trovarono costretti a fronteggiare condizioni difficili, con strade ghiacciate e manto nevoso persistente. Le attività umane subirono ulteriori rallentamenti: scuole chiuse, mercati all’aperto ridotti e trasporti pubblici limitati. Nonostante i disagi, l’atmosfera che si respirava in quei giorni aveva anche un sapore festoso. In tante zone, la gente scendeva in strada per giocare con la neve, costruire pupazzi e scambiarsi fotografie di paesaggi imbiancati. Chi visse quell’esperienza rammenta ancora il contrasto tra la gioia fanciullesca di chi approfittava dell’eccezionalità dell’evento e la severità del gelo che non dava tregua.

 

Da un punto di vista climatologico, il MARZO 1987 viene ricordato come un mese anomalo, in cui flussi d’aria tipicamente invernale si combinarono con un leggero riscaldamento stagionale, generando così situazioni meteo assai complesse da prevedere. Alcuni meteorologi ipotizzano che i cambiamenti nella circolazione atmosferica su scala continentale abbiano enfatizzato la permanenza dell’ANTICICLONE RUSSO-SIBERIANO sui settori orientali d’EUROPA, agevolando la colata fredda verso ITALIA.

 

Nel complesso, l’ondata di freddo che travolse ITALIA nel marzo 1987 ha segnato un capitolo importante nella storia meteo della nostra penisola. Ancora oggi, a distanza di diversi decenni, resta vivo, in chi c’era, il ricordo di quelle giornate insolite in cui la NEVE coprì i paesaggi e le TEMPERATURE pungevano come non mai, ricordandoci che la natura e il meteo possono riservare sorprese in qualsiasi momento.

Meteo: l’ondata di gelo del Marzo 1987