La tragedia di Forcella Giau. Ancora due scialpinisti morti sotto una valanga

Non ce l’hanno fatta Elisa De Nardi e Abel Ayala Anchundia, estratti già in condizioni disperate della massa nevosa che li aveva travolti durante una gita di scialpinismo. Ancora una volta il CNSAS invita alla prudenza L'articolo La tragedia di Forcella Giau. Ancora due scialpinisti morti sotto una valanga proviene da Montagna.TV.

Mar 17, 2025 - 08:59
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La tragedia di Forcella Giau. Ancora due scialpinisti morti sotto una valanga

Non ce l’hanno fatta due dei tre alpinisti travolti ieri da una valanga nei pressi di Forcella Giau, nelle Dolomiti Bellunesi. Troppo gravi i traumi riportati e devastanti gli effetti dell’ipotermia scatenata dai lunghissimi minuti passati sotto la neve prima di essere riportati in superficie.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 13 mentre un gruppetto di quattro scialpinisti si trovava a una quota di circa 2300 metri. Tre di loro sono stati investiti dalla valanga, ma mentre uno è riuscito a rimanere in superficie e a venire estratto tempestivamente dal compagno riportando danni tutto sommato limitati, Elisa De Nardi e Abel Ayala Anchundia sono stati sommersi e trascinati a valle dalla pesante neve primaverile. Invisibili.
Sul posto sono intervenuti in tempi brevissimi circa 40 soccorritori del CNSAS e della Guardia di Finanza in parte trasportati in elicottero (ben tre i mezzi impiegati nell’operazione). La ricerca dei due, però, è stata laboriosa. Prima è stato trovato l’uomo, recuperato sotto circa due metri di neve e trasportato immediatamente all’ospedale di Mestre. Ancora più spesso, quasi quattro metri, lo strato di neve che seppelliva la De Nardi, al punto che sebbene il segnale Artva  fosse chiaro i soccorritori non riuscivano a individuarla in quanto le sonde non arrivavano a tale profondità. E’ stato decisivo l’intervento di un cane da valanga, che ha iniziato a scavare inducendo i soccorritori a concentrarsi proprio in quel punto per abbassare il livello della massa nevosa, finché il sondaggio ha rivelato finalmente l’esatta posizione della donna. Estratta dalla neve in gravissime condizioni, la donna è stata trasportata all’ospedale di Treviso. Ma anche per lei non c’è stato nulla da fare.

Una tragedia evitabile, anche in considerazione che i bollettini segnalavano pericolo 3 marcato? Non è il momento delle polemiche queste sono le ore del silenzio, sebbene come sempre accade in questi casi i social traboccano di commenti inappropriati.
Conviene forse fare proprie le parole di Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, Presidente del CNSAS Veneto, raggiunto telefonicamente al termine di una giornata particolarmente impegnativa: :”Occorre essere sempre prudenti e sapere, davvero, effettuare una valutazione corretta dei rischi, pendio per pendio. E bisogna anche essere consapevoli che l’attrezzatura di autosoccorso è sì importante (oltre che obbligatoria), ma ARTVA, pala e sonda non equivalgono a un’assicurazione sulla vita”.

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