Il Pozzo di San Patrizio e la sequenza di Fibonacci, quando l’architettura incontra la matematica

Il Pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria rinascimentale, si trova ad Orvieto. Opera, forse figlia della matematica, visitabile durante tutto l’anno

Mar 17, 2025 - 17:43
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Il Pozzo di San Patrizio e la sequenza di Fibonacci, quando l’architettura incontra la matematica

Nel cuore di Orvieto, vicino ai giardini con resti etruschi, si trova il Pozzo di San Patrizio. Insieme al Duomo della città, è una delle attrazioni di maggiore importanza che ogni anno attira centinaia di visitatori. Questo imponente pozzo, progettato su volere del Papa Clemente VII rifugiatosi ad Orvieto in occasione del “sacco di Roma”, fu realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane nel 1527. Durante le assenze del Sangallo i lavori furono seguiti da Giovanni Battista da Cortona.

Le parti decorative sono invece di Simone Mosca. Nel 1532, a una profondità di duecento piedi, fu trovato un sepolcro pre-etrusco. Gli scavi vennero fatti prima prima nel tufo e poi nell’argilla e, dopo aver raggiunto la falda acquifera, venne ricostruito in mattoni il cilindro profondo. Si tratta di un capolavoro di ingegneria rinascimentale, concluso nel 1537, per garantire acqua alla cittadina in caso di calamità o assedio della città di Orvieto.

Il Pozzo di San Patrizio: la storia

Il progetto del fiorentino Sangallo si ispirò alla scala a chiocciola della Villa del Belvedere in Vaticano. L’architetto italiano creò un sistema elicoidale di scalinate, servite da due diverse porte, in un modo davvero originale. I percorsi, per scendere e salire all’interno del pozzo di Orvieto, profondo circa 62 metri e largo 13, sono stati fatti in modo da non incontrarsi tra loro per evitare così situazioni di traffico interno durante il trasporto, con i muli, dell’acqua estratta. In fondo alla canna si trova un piccolo ponte che collega le due scale.

All’inizio venne definito il “Pozzo della Rocca” in quanto doveva essere ad uso della rocca fortificata. Successivamente gli venne dato il nome di “purgatorio di San Patrizio” e sembra che solo in epoca ottocentesca, per volere dei frati del convento dei Servi, prese l’attuale appellativo di Pozzo di San Patrizio. Questi essendo a conoscenza della “leggenda del santo irlandese” – secondo la quale Patrizio fosse custode di una grotta molto profonda, da sembrare quasi senza fine, dalla quale dopo aver visto le pene dell’inferno si poteva accedere al purgatorio e addirittura scorgere il paradiso – decisero appunto di cambiargli nome dedicando così il pozzo al santo.

Avendo così il pozzo perso la sua funzione militare originaria, divenne luogo attrattivo per i visitatori che passavano da Orvieto acquisendo un’aurea di sacralità. Al giorno d’oggi, forse per la magia che si respira al suo interno, vengono gettate monetine dai turisti che visitano il Pozzo di San Patrizio con la speranza di tornarvi.

Visitare il Pozzo di San Patrizio

Il Pozzo di San Patrizio da fuori si presenta come una costruzione cilindrica a struttura larga e bassa ornata con i gigli farnesiani di Papa Paolo III Farnese nella quale si aprono due porte situate ai punti diametralmente opposti. Papa Paolo III Farnese fu il successore di Papa Clemente VII che non vide l’opera fino al suo completamento.

Per toccare da vicino quest’opera di grande valore architettonico e esplorarne la sua profondità, dovrete percorrere 248 gradini, facili da attraversare ai tempi anche con le bestie da soma. Le scalinate prendono luce attraverso 72 finestre centinate aperte nella canna. Man mano che si scende la luce si affievolisce fino a diventare penombra.

All’ingresso del pozzo di Orvieto è presente una lapide con la frase “quod natura munimento inviderat industria adiecit” – ciò che non aveva dato la natura, procurò l’industria – che celebra l’ingegno umano in grado di rimediare a mancanze naturali come, in questo caso, quella dell’acqua in città. Oggi con l’espressione “pozzo di San Patrizio” si tende infatti ad indicare una scorta misteriosa di ricchezze.

Inoltre il pontefice dette l’incarico allo scultore Benvenuto Cellini di coniare una medaglia con la scritta “ut populus bibat” – perché il popolo beva. Copia in oro di tale medaglia è conservata ai musei vaticani.

medaglia pozzo san patrizio
Fonte: Ansa
Medaglia con la scritta “ut populus bibat”

Pozzo di San Patrizio orari e prezzi

Consigliata ma non obbligatoria la prenotazione online dei biglietti per la visita al Pozzo di San Patrizio. L’ingresso si trova accanto alla stazione superiore della funicolare della città di Orvieto.

città di orvieto
Fonte: iStock
Panoramica della città di Orvieto in Umbria
  • Visitabile tutti i giorni in Viale Sangallo ad Orvieto (TR);
  • Orario 10-17 gennaio, febbraio, novembre, dicembre | 9-19 marzo, aprile, settembre, ottobre | 9-20 maggio, giugno, luglio, agosto;
  • Si consiglia comunque di verificare la corrispondenza degli orari di apertura, in base alla stagione, direttamente con la struttura;
  • Ingresso gratuito per bambini minori di 6 anni, guida turistica e accompagnatore del diversamente abile;
  • Costo intero del biglietto €6;
  • Costo ridotto per alcune categorie (ragazzi 6-18 anni-studenti under 25-over 65-disabili-soci FAI e Touring Club);
  • La durata media della visita è di circa 20-30 minuti;
  • Sono ammessi solo cani di piccola taglia (12 kg) trasportati in apposite borse o trasportini.

La sequenza di Fibonacci dietro al Pozzo di San Patrizio

Uno studio rivela che dietro alla maestosa opera di ingegneria rinascimentale di Orvieto potrebbe anche esserci una corrispondenza con la costante di Fidia, il famoso 1,618. Le ipotesi di Luciano Cencioni, medico e grande appassionato di storia, che ha studiato le proporzioni del pozzo, suppongono che il Pozzo di San Patrizio sia un’opera figlia della matematica, in particolare della sezione aurea e della sequenza di Fibonacci.

Come per la Piramide di Giza, il Partenone, la Cappella Sistina e la Gioconda, opere caratterizzate da una struttura matematica che ne definisce armonia e bellezza oggettiva, anche per il Pozzo di San Patrizio di Orvieto sembra che si sia seguita questa logica numerica. Come spiega appunto il Cencioni, le opere che condividono questo calcolo numerico appaiono oggettivamente belle quando si ammirano.

Questa magia dei numeri si identifica nella sezione aurea: una proporzione matematica conosciuta fin dal passato e riscoperta poi da Keplero nel 1611 con lo studio della sequenza del Fibonacci. Lo studioso spiega che “se prendiamo il diametro del cilindro interno, pari a 4,65 metri, e lo moltiplichiamo per la costante di Fidia (1,618) otteniamo circa 7,5 metri.” Questo valore sommato al diametro interno restituisce un risultato uguale a quello del cilindro esterno, circa 12,17 metri.

Grazie a questo esito si può dimostrare che anche nel progetto del Pozzo di San Patrizio è presente la proporzione aurea. Non è detto però che l’architetto Sangallo si sia reso conto di questa corrispondenza durante la progettazione dell’opera.