Le ultime parole di Vladimir Komarov, il primo uomo morto in una missione spaziale
Vladimir Komarov è detto “l’uomo che cadde dallo spazio”: morì in una missione spaziale sovietica nel 1967 La storia dell’esplorazione spaziale ricorda fedelmente eroi come Yuri Gagarin e Neil Armstrong, ma nomi come quello di Vladimir Komarov sono spesso ingiustamente dimenticati: il cosmonauta russo è divenuto, suo malgrado, il primo uomo ad essere morto nel […] L'articolo Le ultime parole di Vladimir Komarov, il primo uomo morto in una missione spaziale proviene da LaScimmiaPensa.com.

Vladimir Komarov è detto “l’uomo che cadde dallo spazio”: morì in una missione spaziale sovietica nel 1967
La storia dell’esplorazione spaziale ricorda fedelmente eroi come Yuri Gagarin e Neil Armstrong, ma nomi come quello di Vladimir Komarov sono spesso ingiustamente dimenticati: il cosmonauta russo è divenuto, suo malgrado, il primo uomo ad essere morto nel corso di una missione spaziale.
Un mese dopo aver compiuto 40 anni, nel 1967, guidò un test della Soyuz 1 completando 16 orbite attorno al pianeta in un volo in solitaria di 24 ore. La missione fu tempestata da imprevisti: i due pannelli solari della Soyuz 1 non si dispiegarono del tutto durante l’entrata in orbita, cosa che oscurò parte dell’attrezzatura di navigazione di Komarov.
Avrebbe dovuto orientare la sua navetta verso il Sole, ma non ci riuscì neppure dopo aver effettuato svariati tentativi. Inoltre, la navetta gli consegnava dettagli di status inaffidabili, e finì anche col perdere la comunicazione radio. In seguito gli fu ordinato di riorientarsi utilizzando i sensori di flusso di ioni, ma anche questi fallirono e non aveva il tempo di rientrare manualmente fino alla sua 19esima orbita.
Infine, la tragedia: riuscì a rientrare nell’atmosfera terrestre ma solo per scoprire che un paracadute principale di frenata non funzionava correttamente. A velocità incredibile, la sua navetta raggiunse il suolo senza alcuna resistenza aerodinamica e lo uccise all’impatto. Le sue ultime parole furono catturate da una postazione americana in Turchia, e pubblicate solo nel 2011 nel libro Starman di Jamie Doran e Piers Bizony.
“Questa nave del diavolo! Niente su cui metto le mani funziona come si deve!” Proprio questo disse il povero Komarov in una ultima disperata conversazione con Alexei Kosygin, premier URSS, con il quale doveva evidentemente essere riuscito a mettersi in contatto all’ultimo momento durante la conclusione della missione.
Secondo la trascrizione ufficiale sovietica della conversazione, invece, Komarov disse a Kosygin semplicemente: “Mi sento eccellentemente, tutto quanto è in ordine“. Secondo Doran e Bizony, la navetta presentava ben più di 200 problemi di funzionamento prima ancora di iniziare la missione, tanto che il pilota di backup – che guarda caso era proprio Yuri Gagarin – insistette perché venisse posticipata.
Fonte: LADBible
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