Roma esoterica: i luoghi della Capitale avvolti dal mistero

Alcuni luoghi nascosti e non molto noti di Roma nascondono leggende e miti: ecco cinque luoghi da scoprire nella Capitale legati a misteri e a esoterismo.

Mar 17, 2025 - 10:42
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Roma esoterica: i luoghi della Capitale avvolti dal mistero

Nell’anno del Giubileo, il flusso turistico a Roma ruota soprattutto intorno ai luoghi di culto, frequentati dai pellegrini finalmente giunti nella Capitale per attraversare le Porte Sante. Roma tuttavia, con i suoi millenni di storia, non disdegna angoli e luoghi che si allontanano dalla religione per avvicinarsi più al mistero.

Le vie della Capitale, del resto, nel corso dei secoli sono state calpestate non solo da Papi e religiosi, ma anche da studiosi, alchimisti, chimici che – in qualche modo – hanno lasciato la loro impronta invisibile nella città. Non solo: Roma – con i suoi musei e monumenti – non omaggia solo la storia e l’arte. Alcuni posti ricordano piuttosto le brutture dei tempi che furono (è il caso del Museo Laboratorio della Mente, ad esempio) oppure sono testimonianza di efferati omicidi e, per quanto bellissimi, i romani amano tramandare le leggende che contengono piuttosto che la loro bellezza.

Posti esoterici, come la Porta Magica, dalle origini incerte o semplicemente avvinti dall’enigma di qualche leggenda: Roma non è solo luci, ma ha anche tante ombre. Scopriamo alcuni di questi luoghi oscuri e misteriosi.

La Porta Magica

Ha tantissimi nomi – Porta Magica, Porta Alchemica, Porta Ermetica e Porta dei Cieli – ma ciò che conta è che la riconoscerete subito in mezzo ai giardini di Piazza Vittorio Emanuele II. È tutto ciò che resta di Villa Palombara (non la sua posizione originaria, in realtà, che era circa cinquanta metri verso l’incrocio di via Carlo Alberto con via di San Vito), proprietà di Massimiliano Savelli Palombara, Marchese di Pietraforte. Il Marchese – probabilmente anche grazie alla frequentazione con Cristina di Svezia – era un grande appassionato di alchimia e costruì la porta (una di cinque a dire il vero) tra il 1655 e il 1681.

Le iscrizioni su di essa – epigrafi, simboli esoterici e legati all’alchimia – risalgono invece con più probabilità agli anni tra il 1678 e 1680 e furono opera del Marchese e di Giuseppe Francesco Borri, suo ospite e noto alchimista (accusato persino di eresia e veneficio nel 1659 dalla Santa Inquisizione). Inutile sottolineare che la Porta Magica porta con sé una leggenda: Borri (nei racconti spesso diventa un anonimo pellegrino), ospite della villa, attraversò la porta svanendo per sempre e lasciando dietro di sé pagliuzze d’oro e una carta piena di simboli magici. Si narra che, in effetti, cercasse nel giardino della residenza proprio un’erba magica, capace di trasformarsi in oro. La trasmutazione fu, dunque, riuscita mentre la carta magica avrebbe rivelato – sempre stando alla leggenda – il segreto della pietra filosofale.

Il Marchese provò per anni a decifrare il messaggio ma – non riuscendoci – lo rese pubblico incidendolo sulle cinque porte della Villa. Nella speranza che qualcuno, prima o poi, fosse riuscito nell’impresa.

Roma, la Porta Magica a Piazza Vittorio Emanuele II
Fonte: 123RF
La Porta Magica a Roma

Il Museo delle Anime del Purgatorio

All’interno della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio sorge un piccolo museo, unico nel suo genere. Nella sagrestia, il Museo delle Anime del Purgatorio raccoglie infatti documenti e testimonianze che proverebbero l’esistenza del Purgatorio. Don Victor Jouët, missionario marsigliese fondatore della stessa Chiesa, ne era certo soprattutto dopo un incendio che – nel 1897 – devastò la cappella dedicata alla Vergine del Rosario. Tra le ceneri, Don Victor Jouët vide un’anima in pena che – dal Purgatorio – tentava di mettersi in contatto con i vivi.

Decise quindi di viaggiare per tutta l’Europa alla ricerca di testimonianze che avvalorassero ciò che aveva sperimentato in prima persona ed è questa la collezione che troverete nel Museo romano. Il reperto più antico è del 1637, ma esposti ci sono tanti oggetti – del periodo compreso tra XVIII e XIX secolo – con impronte di fuoco: panni, lenzuola, camicie da notte che portano il segno dell’aldilà e della volontà dei defunti (imprigionati nel Purgatorio) di mettersi in contatto con i vivi.

Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma, con il Museo delle Anime del Purgatorio
Fonte: 123RF
La Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma

Museo Laboratorio della Mente

In Piazza Santa Maria della Pietà, nel 2000 ha aperto i battenti il Museo Laboratorio della Mente, realizzato da Studio Azzurro in collaborazione con la ASL Roma 1. È un museo – cosiddetto – di narrazione: documenta e racconta, in breve, la storia dell’istituzione manicomiale con l’obiettivo di scatenare una riflessione. Di fatto, ci troviamo nel VI padiglione dell’ex manicomio Santa Maria della Pietà di Roma: il percorso – interattivo e multimediale – vi condurrà proprio alla scoperta della vita all’interno del manicomio tra realtà e virtuale.

Attualmente, il Museo è chiuso per lavori di ristrutturazione e per l’ampliamento del percorso espositivo. La buona notizia, però, è che sul sito è possibile anche partecipare a un tour virtuale: è realizzato talmente bene che vi sembrerà di camminare all’interno del manicomio, con tanto di momenti di tensione e suspence.

Il Cimitero Acattolico

Visitato in realtà per la sua atmosfera tranquilla e per le celebri tombe che protegge, il Cimitero Acattolico resta comunque un luogo di non-vita. Come dice lo stesso nome, è il luogo destinato alla sepoltura dei non cattolici. Ed è così dal 1671, anno in cui il Sant’Uffizio acconsentì ai Signori non cattolici di essere sepolti in quell’area all’epoca completamente sgombra. Fino ad allora, le famiglie dei non cattolici erano infatti costrette a seppellire i propri cari segretamente e in fretta, per non essere scoperti dalle guardie. Negli anni, dunque, l’area divenne un vero e proprio cimitero destinato – potremmo dire – prevalentemente agli stranieri: qui giace la tomba di John Keats, ma anche quella di Percy Bysshe Shelley. C’è anche la tomba di Rosa Bathurst, ragazza inglese morta nel 1824, a 15 anni, cadendo nel Tevere.

E gli italiani? Nulla vieta agli italiani non cattolici di essere sepolti qui, ma – dato lo spazio esiguo – la sepoltura viene concessa solo ad italiani illustri, considerati stranieri nel proprio paese e non aderenti al cattolicesimo. Troverete qui quindi le tombe di Antonio Gramsci (ateo dichiarato e sposato, tra l’altro, con una donna russa), Andrea Camilleri (le spoglie dello scrittore sono state portate lì il 18 luglio 2019) e – ultimo in ordine cronologico – Giorgio Napolitano, l’11º presidente della Repubblica Italiana, sepolto nel Cimitero Acattolico il 26 settembre 2023.

Cimitero Acattolico
Fonte: 123RF
Il Cimitero Acattolico di Roma

Vicolo Scellerato

Il suo nome – più o meno – ufficiale è Via di San Francesco di Paola (di fatto si trova in Piazza di San Francesco di Paola), ma i romani chiamano questa scalinata Vicolo Scellerato o anche la salita dei Borgia. Siamo nel rione Monti: da via Cavour, trovate facilmente questa stradina che vi porterà direttamente in Piazza di San Pietro in Vincoli, passando sotto un arco di Palazzo Borgia. Il luogo è uno dei più suggestivi di Roma e, di fatto, è da cartolina con l’edera che scende dal Palazzo e una scomposta scalinata che apre a meraviglie inattese. Perché allora è scellerato e perché i romani lo collegano a misfatti e omicidi? Sembra che qui si concluse la vita di Servio Tullio, sesto re di Roma, nel peggiore dei modi. Come racconta Tito Livio nel suo Ab Urbe Condita, Servio Tullio fu ucciso da Lucio Tarquinio, figlio di Tarquinio Prisco (il quinto re di Roma).

La mente dietro l’omicidio fu tuttavia Tullia Minore, figlia proprio di Servio Tullio. La donna – sposata in seconde nozze con Lucio Tarquinio (entrambi hanno ucciso i rispettivi consorti per coronare il loro sogno d’amore) – era ormai desiderosa del potere. Lucio Tarquinio – che una volta al trono sarà chiamato Tarquinio il Superbo – gettò Servio Tullio dalle scale della Curia. Ferito ma non morto, il Re fu finito dalla figlia che gli passò sopra con un carro trainato da cavalli. Il luogo dell’omicidio? La scalinata di cui vi stiamo parlando, soprannominata da allora Vicus Sceleratus.

Vicolo Scellerato o la Salita dei Borgia
Fonte: 123RF
Vicolo Scellerato a Roma