I 7 parchi più belli di Roma da visitare in primavera
Dal Giardino degli Aranci al Parco degli Acquedotti, dall’Appia Antica a Tor Fiscale: i parchi in cui godersi natura e antichità a Roma.

La primavera è arrivata, con l’equinozio che ha ufficialmente dato il via alla nuova stagione lo scorso giovedì 20 marzo, dopo una splendida Luna rossa solo qualche giorno prima. Così, le temperature si fanno via via più miti – al netto, ovviamente, delle bizze metereologiche tra piogge e risvegli in cui il freddo è ancora pungente –, perfette per vivere al meglio gli spazi aperti. Anche la città, infatti, ha cominciato a fiorire e Roma è pronta a regalare i suoi scorci più belli. Non a caso, la Città Eterna è tra le capitali più verdi d’Europa e, non appena il clima lo consente, la natura si risveglia trasformando i parchi della città in una meta imperdibile per chi cerca bellezza, relax e un contatto più autentico con il verde.
Se, infatti, tra le prime immagini che vengono in mente pensando alla primavera di Roma ci sono i sampietrini lucidi sotto il sole o i Fori Imperiali che si stagliano contro il cielo nitido, c’è un altro volto della città che sa conquistare. Perché i parchi sono oasi in cui la natura sembra prendersi la sua rivincita sul caos urbano. È, il caso, dunque, di lasciare per qualche ora i vicoli affollati e infilarsi in un angolo di pace animati dalla curiosità di scoprire rifugi nel verde che sono anche testimonianza di una storia che ci parla oggi come ieri.
Camminare tra gli alberi che si risvegliano, con i fiori che spuntano qua e là e la magnificenza artistica dell’antica Roma a punteggiare il paesaggio è un’esperienza dai tratti poetici da non perdere. Ma quali sono i parchi più belli che la capitale custodisce? Ne abbiamo scelti sette, proprio come i suoi colli, nei quali scoprire come la storia si mescola alla natura per poter quasi ascoltare il respiro della città sotto i piedi.
Il Giardino degli Aranci, un balcone fiorito sull’Aventino
Il nostro itinerario parte dal colle Aventino dove, per 8mila metri quadrati, si estende il Giardino degli Aranci, il cui nome ufficiale è Parco Savello. Quest’area verde accoglie i visitatori con la sua quiete quasi sospesa sopra la città di cui si gode una splendida vista che spazia dall’Altare della Patria al Gianicolo, con l’Isola Tiberina e San Pietro a fare da cornice. La storia moderna del parco ha inizio nel 1932, quando Raffaele De Vico trasforma un terreno dimenticato in un parco pubblico. Prima, vi sorgeva una fortezza dei Savelli, costruita tra il 1285 e il 1287 vicino a Santa Sabina, di cui restano solo pochi resti sotterranei dopo la demolizione del 1613.
I frati dominicani lo usavano come orto, ma De Vico immagina un giardino simmetrico, con un viale centrale – oggi dedicato a Nino Manfredi – che conduce a un belvedere mozzafiato. La leggenda aggiunge fascino a questa oasi cittadina: si racconta, infatti, che San Domenico abbia piantato qui il primo arancio nel 1220, visibile ancora oggi nel chiostro di Santa Sabina. In primavera, i fiori degli aranci amari profumano l’aria, evocando proprio quel passato lontano.

Il parco è aperto ogni giorno gratuitamente (l’orario di chiusura in inverno è alle 18, in primavera alle 20 e durante l’estate alle 21). L’ingresso in piazza San Pietro d’Illiria è impreziosito da un portale del 1937 e da una fontana con un mascherone di Oceano. A due passi, il celebre “buco della serratura” del Priorato dei Cavalieri di Malta regala San Pietro al tramonto, un’immagine che incanta.
Nel Parco degli Acquedotti per un viaggio tra storia e natura
La seconda tappa si trova nel cuore del quartiere Appio Claudio, nella zona sud di Roma, dove ci si può immergere nel Parco degli Acquedotti, un’immensa distesa verde di 2,5 milioni di metri quadrati. Parte del Parco Regionale dell’Appia Antica, questo luogo regala a chi lo visita scorci della campagna romana che sembrano dipinti su tela, grazie alle rovine che hanno ispirato artisti e poeti romantici tra Settecento e Ottocento.
A contraddistinguere il parco sono i suoi sette acquedotti – dall’antico Anio Vetus, oggi sottoterra, all’imponente Aqua Claudia fino all’Acqua Felice di epoca papalina – disegnano il paesaggio, intrecciandosi tra arcate e condotte. Camminando in questi prati, il passato emerge prepotente tra la “tomba dei cento scalini” che nasconde misteri sotterranei e la villa delle Vignacce che svela resti di terme e cisterne. È visibile anche il Casale di Roma Vecchia, torre medievale che un tempo si pensava appartenesse a un’altra città perduta.
Aperto giorno e notte senza biglietto, il parco è un rifugio di pace e biodiversità. Tra i suoi prati e boschetti di lecci e sughere spuntano oltre 500 specie di piante, come orchidee e lentischi si fanno spazio nella storia. Facilmente raggiungibile con la metro A (stazioni Giulio Agricola o Subaugusta), è una tappa imperdibile per chi vuole scoprire un volto meno turistico della città.
La Valle della Caffarella, polmone verde di Roma
Nascosta nel quartiere Appio Latino, a sud di Roma, la Valle della Caffarella si apre come un respiro di natura e memoria. Con i suoi 1,9 milioni di metri quadrati, è il cuore verde del Parco dell’Appia Antica, un accesso privilegiato a un mondo antico. Il nome richiama la tenuta dei Caffarelli, ma la storia affonda radici più lontane, nel Triopio di Erode Attico, un vasto fondo agricolo del II secolo, dono della moglie romana Annia Regilla.
Qui, tra il fiume Almone – sacro ai Romani – e la via Appia, il passato si intreccia con prati e rovine, in un silenzio che racconta. La valle è un mosaico vivo: boschi di lecci e roverelle si alternano a pascoli e campi, dipingendo il paesaggio della campagna romana. In primavera, l’area di San Urbano si accende di trifogli bianchi, ginestre e fiori selvatici, un contrasto vibrante con i resti archeologici. La macchia mediterranea – lentischi, mirti, aceri – ha riconquistato spazi un tempo degradati, mentre l’Almone scorre tra sorgenti e memorie.

Aperta dalle 8 alle 21 senza biglietto, offre sentieri, aree gioco, noleggio bici e visite guidate. È un rifugio dove la natura abbraccia la storia, a due passi dalla metro Colli Albani, perfetto per chi cerca pace e bellezza senza tempo.
Il parco di Tor Fiscale e l’acquedotto nascosto
Meno conosciuto ma altrettanto affascinante, nel quartiere Appio-Tuscolano si apre il Parco di Tor Fiscale, 11 ettari di verde che custodiscono un pezzo di Medioevo e di Roma antica. Al centro svetta la torre del Fiscale, un gigante di quasi 30 metri eretto fra il XII e il XIII secolo, lungo il percorso degli acquedotti Claudio e Felice. Un tempo si pensava fosse una sentinella per la città, ma oggi si sa che proteggeva le terre dei nobili romani.
Attorno, il parco abbraccia resti di acquedotti, la via Latina con le sue tombe e frammenti di ville imperiali. Qui, il Casale Museo svela sale romane sotterranee con mostre, mentre il Punto Ristoro offre sapori locali e il Punto Informativo guida tra escursioni, bici e storie.
L’affaccio sulla città dal Parco di Monte Mario
Sulle alture di Roma, il Parco di Monte Mario si erge come un guardiano silenzioso. Con i suoi 139 metri, è il rilievo più alto dei Monti della Farnesina e regala una vista che abbraccia la città intera. La riserva naturale che lo avvolge è un’oasi di biodiversità che in primavera regala un’esplosione di vita grazie a querce, lecci e pini. Dalla terrazza dello Zodiaco, San Pietro e il Gianicolo sembrano a portata di mano, mentre ville storiche come Villa Madama e Villa Mellini – quest’ultima casa dell’Osservatorio Astronomico – punteggiano il paesaggio. Perfetto per chi ama passeggiare o fare fotografie, il parco offre sentieri immersi nel verde e un’atmosfera di quiete, ideale per una fuga dal ritmo urbano.
Parco di Centocelle: l’oasi archeologica di Roma Est
Situato nel quartiere omonimo, il Parco di Centocelle è una sorpresa nella periferia orientale di Roma. Con i suoi 120 ettari, è un mix di natura, storia e modernità. In primavera, i vasti prati si animano di famiglie e sportivi per qualche ora all’ombra degli immensi pini marittimi. Il parco custodisce tesori preziosi come i resti della Villa della Piscina, antica residenza romana, e i tunnel sotterranei usati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Raggiungibile con la metro C (stazione Centocelle), l’area verde è un esempio di come Roma sappia integrare il suo passato con spazi verdi rigenerati. In marzo e aprile, la luce primaverile rende le passeggiate ancora più piacevoli, tra profumi di erba fresca e scorci inattesi.

Parco delle Valli: la riserva segreta del Nomentano
Nel quartiere Conca d’Oro, il Parco delle Valli è un segreto ben custodito. Lungo il fiume Aniene, questa riserva di RomaNatura si accende in primavera con fiori e zone umide che ospitano aironi e anatre. I sentieri sterrati chiamano famiglie e corridori, mentre un capanno offre uno scorcio sul mondo degli uccelli. Raggiungibile con la metro B1, si anima grazie agli “Amici di Conca d’Oro” con eventi per i più piccoli. È un rifugio di pace, lontano dalle rotte più battute.