
Ho sempre trovato affascinante la complessità geologica e la
STRUTTURA della vasta area dei
CAMPI FLEGREI. Quando penso a questo sistema vulcanico, immagino un luogo in cui la
TERRA colloquia con l’uomo, inviando segnali a volte silenziosi e altre volte decisamente intensi. Recentemente, alcuni articoli hanno parlato di presunte novità riguardanti la possibile scoperta di un nuovo
VULCANO davanti ai
CAMPI FLEGREI. Sono emersi dati concreti che confermino tali voci. Gli studi scientifici si sono concentrati su scoperte molto più rilevanti: una ricerca sulla storia antica delle eruzioni e sull’incremento di specifici sciami sismici. È stato sorprendente leggere come i ricercatori, incluso l’
ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA (INGV), abbiano individuato un’antica
ERUZIONE verificatasi circa 109.000 anni fa. Questa manifestazione, paragonabile per potenza alla celebre
IGNIMBRITE CAMPANA, getta nuova luce su quanto siano imponenti e complesse le dinamiche della caldera flegrea. In passato, la conoscenza della storia
ERUTTIVA di questa regione risultava ben definita soltanto negli ultimi 40.000 anni, mentre ora si dispone di elementi che retrodatano gli episodi vulcanici di circa 70.000 anni, rivelando scenari ancora più ampi e suggestivi. E’ stimolante pensare a come questa scoperta possa influenzare la nostra comprensione dell’evoluzione geologica dell’
ITALIA meridionale e di parte dell’
EUROPA. Secondo la rivista
NATURE, simili scoperte allargano i confini della ricerca sui fenomeni vulcanici di aree densamente abitate, offrendo informazioni che possono contribuire a migliorare i modelli di valutazione del
RISCHIO. A partire dal 2021, l’area dei
CAMPI FLEGREI ha visto un incremento di
SEQUENZE SISMICHE classificate come “burst-like”, cioè fenomeni rapidi di piccoli
TERREMOTI localizzati. È affascinante notare come tali eventi, analizzati in uno studio congiunto dell’
INGV e del
CNR e pubblicati su
NATURE COMMUNICATIONS, offrano ulteriori prove di una possibile instabilità in crescita all’interno della
CALDERA. Seppur di magnitudo ridotta, questi
TERREMOTI frequenti contribuiscono a delineare un quadro di
DINAMICHE sotterranee sempre più complesse. Personalmente, trovo che ciò evidenzi come la
SCIENZA sia fondamentale nel monitorare processi profondi che un tempo potevamo solo intuire.
Negli ultimi mesi, per esempio, ci sono stati episodi sismici che hanno attirato l’attenzione della comunità locale e degli esperti. 13 marzo 2025 – Magnitudo 4.6 Inizialmente stimata a
4.4, l’
INGV ha successivamente aggiornato la magnitudo a
4.6, rendendola la più forte degli ultimi
quarant’anni nell’
area. L’
epicentro è stato localizzato tra
Pozzuoli e il quartiere
Bagnoli di
Napoli. La scossa ha causato danni lievi, tra cui il crollo di un controsoffitto che ha ferito una donna.
20 maggio 2024 – Magnitudo 4.4 Una scossa di magnitudo
4.4 ha colpito la
zona, provocando oltre
150 eventi sismici in poche ore. Sono stati segnalati danni leggeri e l’evacuazione di
39 nuclei familiari. È stata considerata la scossa più intensa degli ultimi
quarant’anni fino a quel momento.
26 luglio 2024 – Magnitudo 4.0 Registrata alle
13:46 con
epicentro nel
Golfo di Pozzuoli a una profondità di
4 km, la scossa è stata avvertita in diversi quartieri di
Napoli e nelle isole di
Ischia e
Procida. Non sono stati segnalati danni rilevanti, ma la circolazione ferroviaria sulle linee
Cumana e
Circumflegrea è stata sospesa per accertamenti. Nella settimana dal
7 al 13 aprile 2025, l’
Osservatorio Vesuviano ha registrato
118 eventi sismici nell’
area dei Campi Flegrei, con una magnitudo massima di
2.9. Il sollevamento del suolo prosegue a una media di
2 cm al mese, segno della continua attività
bradisismica. Questa serie di fenomeni si lega al
BRADISISMO, un lento innalzamento e abbassamento del suolo che caratterizza l’intera area flegrea. Tale processo, tipico di un sistema vulcanico attivo, richiede un monitoraggio costante. Anche la
SMITHSONIAN INSTITUTION ha più volte evidenziato come la collaborazione internazionale sia cruciale per comprendere appieno l’evoluzione di ambienti complessi come i
CAMPI FLEGREI. Mi interessa molto la delicatezza dell’equilibrio tra la tranquilla quotidianità delle popolazioni che vivono intorno al
GOLFO DI NAPOLI e la potenza geologica racchiusa in quest’area. È vero, però, che la notizia di un nuovo
VULCANO non è stata completamente confermata da alcuna pubblicazione scientifica riconosciuta; tuttavia, i dati emergenti offrono una visione sempre più dettagliata sul passato e sul presente di questa zona vulcanica. La
CALDERA dei
CAMPI FLEGREI si dimostra un sistema in continua evoluzione, dove un singolo
TERREMOTO di bassa magnitudo può suggerire variazioni significative nelle profondità terrestri. Ritengo che queste informazioni siano fondamentali sia per la ricerca scientifica sia per la protezione civile, poiché comprendere la storia
ERUTTIVA e la dinamica attuale può fornire indicazioni strategiche sulle misure di sicurezza da adottare in caso di segnali d’allerta più significativi. Secondo
NATIONAL GEOGRAPHIC, tenere sotto controllo la sismicità e il
BRADISISMO in aree densamente popolate è una sfida cruciale del nostro tempo, specialmente in regioni come la
CAMPANIA, dove la presenza dell’uomo si interseca con la forza della
NATURA. Mi colpisce pensare che, sebbene l’attenzione popolare spesso si concentri su eventi eclatanti, come la scoperta di un nuovo
CRATERE o l’eruzione di un
VULCANO, la vera rivoluzione scientifica avvenga grazie allo studio costante dei segnali sottili.
Scoperto super vulcano in mare, di fronte ai Campi Flegrei