Sconfort Zone, recensione: Maccio Capatonda è rinato (ma ha dovuto tradire il suo pubblico, finalmente)

Maccio Capatonda è in crisi: da questa premessa nasce Sconfort Zone, una serie tv con cui l'autore vuole staccarsi dal suo passato e offrire una riflessione sul ruolo della risata, oggi

Mar 20, 2025 - 12:28
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Sconfort Zone, recensione: Maccio Capatonda è rinato (ma ha dovuto tradire il suo pubblico, finalmente)

Esistono in Italia altri comici come Maccio Capatonda? Diremmo di no: il suo humor paradossale e non-sense, i suoi personaggi inventati ma che aderiscono molto bene alla realtà e lui stesso, Marcello Macchia, interprete perfetto con la sua faccia di gomma delle situazioni da lui stesso immaginate sono un unicum. Ma cosa potrebbe succedere se il Maccio che abbiamo conosciuto non esistesse più, se grattassimo oltre la superficie del personaggio per incontrare la persona? La provocazione giunge da lui stesso con Sconfort Zone, su Prime Video da oggi, giovedì 20 marzo 2025. E no, non è la classica serie “alla Maccio”.

La trama e il cast di Sconfort Zone

Maccio Capatonda sta attraversando un periodo di profonda crisi, personale e professionale, che lo blocca da mesi e mette a rischio la scrittura della sua prossima serie tv. Crede di aver perso l’ispirazione fino a che, sulla sua strada, incrocia il Professor Braggadocio (Giorgio Montanini), un luminare della psicologia.

Lo psicologo promette di curarlo con una nuova terapia d’urto. Lo obbligherà ad uscire dalla sua confort zone, sottoponendolo a una serie di prove in grado di capovolgere radicalmente la sua esistenza. Ogni settimana, Maccio dovrà portare a termine un compito che metterà in crisi un ambito della sua vita e lo costringerà ad affrontare le sue più grandi paure, dalla morte all’ansia di perdere il controllo, dalla dipendenza affettiva all’attaccamento ai beni materiali. Entrare nella sua, personalissima, Sconfort Zone, sarà il modo migliore di superare la crisi?

Il cast di Sconfort Zone include anche Francesca Inaudi, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini e con la partecipazione di Andrea Delogu, Enzo Salvi, Dario Cassini, Samanta Togni, Maria Teresa Di ClementeIlaria Galassi.

La serie è prodotta da Banijay Italia in collaborazione con Prime Video, scritta da Marcello Macchia, Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati, Danilo Carlani e Valerio Desirò, diretta da Alessio Dogana e Marcello Macchia.

Fuori dal Maccioverse, tra luci e ombre delle risate

Uscire dalla propria comfort zone: quante volte lo abbiamo consigliato o ce lo siamo sentiti consigliare? Quella che, ad oggi, è diventato quasi un cliché dei suggerimenti da dare quando ci si trova davanti ad una persona in crisi (quasi da risultare fastidiosa e a tratti ipocrita…). Capatonda ha deciso di farlo per davvero, uscendo dalla propria confort zone, ovvero dal Maccioverse da lui stesso creato in passato per raccontare come, a volte, le proprie idee e i propri successi possano diventare delle armi a doppio taglio.

Lo fa con una serie tv che, da Maccio, non ci si aspetterebbe: abituati ai suoi personaggi iconici, al suo stile demenziale e alle sua battute fulminanti, in Sconfort Zone la storia si basa invece su una trama che ha uno sviluppo lineare, che sa dove sta andando a parare ma che, soprattutto, ha qualcosa da dire oltre la semplice risata.

Una risata che, sia chiaro, non manca: in Sconfort Zone diventa però a tratti amara e più vicina alla nostra contemporaneità. Perché se Maccio, prima di questa serie, ci ha mostrato solo il lato divertente e di successo del suo mestiere, ora ha deciso di rivelarci anche le ombre che si stagliano mentre si salgono le scale della popolarità.

Il “tradimento” di Maccio Capatonda

Maccio Capatonda mette a segno con questa serie (che potremmo definire la sua prima vera serie tv a tutti gli effetti) un piccolo tradimento nei confronti dei suoi fan: non è il Maccio che abbiamo conosciuto, ma è qualcuno di differente, di migliore. Lui stesso ha raccontato che questa storia è in buona parte autobiografica: mettersi a nudo (non a caso sì è presentato come mamma l’ha fatto durante la promozione della serie a Stasera c’è Cattelan) diventa così l’unico modo per continuare ad essere se stesso, anche se questo significa rinnegare in parte chi è stato.

Ma questo tradimento diventa necessario, per Maccio, per stabilire alcuni nuovi punti nel rapporto con il pubblico: il primo è che Capatonda non è i personaggi che interpreta, non ci deve essere la totale identificazione con Mariottide e Padre Maronno, o almeno non ci deve essere più.

Il secondo è che anche le idee più assurde, geniali e apparentemente semplici, sembra voglia dirci, sono frutto di riflessioni, dubbi e ripensamenti: Maccio, in altre parole, svela un processo creativo che non è mai tutto rose e fiori ma, al contrario, è un percorso spinoso in cui il traguardo non è sempre garantito.

Con Sconfort Zone Maccio Capatonda è rinato

In conclusione, il Maccio di Sconfort Zone è nuovo, più fresco e rigenerato: finalmente, Capatonda ha trovato il coraggio di uscire dalla sua reale zona di comfort e aprirsi al pubblico senza maschere, svelando i retroscena del lavoro dell’autore comico senza risparmiare frecciatine al mondo da cui lui stesso proviene, in cui la mancanza di idee può trasformarsi in un’arma a doppio taglio e regalare, sì, idee geniali, ma al tempo stesso offrire trappole micidiali.

Facendosi affiancare da un cast di attori, colleghi e amici (divertenti gli intermezzi con Edoardo Ferrario, Gianluca Fru e Valerio Lundini, con quest’ultimo molto più in sintonia con le intenzioni comiche del protagonista) Maccio Capatonda crea il proprio personale cortocircuito tra fantasia e realtà, tra risata e ghigno, tra disperazione e necessità. Nel farlo, ritrova la freschezza che aveva un po’ perso nei suoi ultimi lavori, si riprende un posto in prima fila tra gli autori comici italiani e ci ricorda che, tra una zona di comfort e una “sconfort zone”, è sempre meglio seguire la propria strada e i propri tempi.