Intervista a Lucio Corsi: “Ho provato a cambiare punto di vista, a parlare delle persone in maniera più concreta”
Intervista a Lucio Corsi, che ha pubblicato in digitale il nuovo album “Volevo essere un duro”, nove tracce ricche di immagini e suggestioni L'articolo Intervista a Lucio Corsi: “Ho provato a cambiare punto di vista, a parlare delle persone in maniera più concreta” proviene da imusicfun.

Intervista a Lucio Corsi, che ha pubblicato in digitale il nuovo album “Volevo essere un duro” (Sugar Music). Disponibile in pre-save e pre-order a questo link nei formati vinile e CD, in arrivo l’11 aprile.
L’artista ha registrato il tutto esaurito per il “Club Tour 2025”, in partenza il 10 aprile, a cui seguirà il tour “Estate 2025”: 25 nuove date – sempre prodotte da Magellano Concerti – nei principali festival italiani che vanno ad aggiungersi agli imperdibili appuntamenti di “Ippodromi 2025” a Roma e Milano (21 giugno al Rock in Roma, Ippodromo delle Capannelle e 7 settembre al Milano Summer Festival, Ippodromo Snai San Siro. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.
Il quarto album in studio si compone di nove tracce, tutte scritte e composte da Lucio Corsi e Tommaso Ottomano, che ne hanno curato anche la produzione insieme ad Antonio “Cuper” Cupertino. A popolarle, molti personaggi come “Francis Delacroix”, amico fotografo, Rocco compagno delle medie in “Let There Be Rocko”, e “Il Re del rave”, sagoma romantica e sgangherata.
Ad aprire e chiudere la narrazione musicale del disco, anche i brani già editi “Tu sei il mattino” – che ci narra di come il tempo scorra inesorabile, come la corrente di un fiume che ci tira sempre e solo da una parte – e “Nel cuore delle notte” – una canzone sull’amicizia, una lunga coda di pianoforte sull’autostrada della luna, presentata a sorpresa la scorsa Vigilia di Natale con una live session -, oltre a “Volevo essere un duro” (il brano indipendente più ascoltato in radio e recentemente certificato disco d’oro), in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo, dove Lucio – al suo debutto sul palco dell’Ariston – si è classificato secondo ed è stato insignito del Premio della Critica “Mia Martini”, entrando nel cuore del pubblico.
Tracklist:
Tu sei il mattino
Sigarette
Volevo essere un duro
Francis Delacroix
Let There Be Rocko
Il Re del rave
Situazione complicata
Questa vita
Nel cuore della notte
Intervista a Lucio Corsi
Lucio, Volevo essere un duro è un disco di racconti e immagini molto vivide, un mix di ricordi veri e falsi. Come sei riuscito a far convivere un filo conduttore comune con delle storie che, di per sé, stanno anche in piedi da sole?
A me piacciono i dischi in cui le canzoni possono vivere anche separate, senza per forza necessitare l’una dell’altra. Allo stesso tempo, però, è importante trovare una chiave per farle stare bene insieme. Mi piace l’idea di creare un piccolo paese dentro il disco, con tanti personaggi che ricorrono tra le tracce.
Hai parlato di una trasformazione soprattutto a livello testuale. Qual è stata la sfida più grande nel cercare una scrittura più diretta e più con i piedi per terra?
La sfida più grande è stata il fatto che non ero mai riuscito a farlo prima. Ho sempre parlato di persone attraverso elementi naturali – il vento, il mare, le onde, la luna, gli animali – ma mai direttamente. Ho voluto provare a imparare a farlo. È un percorso che richiederà tempo, ma l’intento è quello.
Come hai capito che queste canzoni erano quelle giuste per far parte del disco e per convivere all’interno di un unico progetto?
All’inizio c’erano più canzoni, poi le ho selezionate. Amo i dischi brevi, da otto o nove tracce al massimo, perché quelli che preferisco sono così. Poi ovviamente lo capisci lavorandole, quando sei in studio: vedi cosa gira, cosa no, e alla fine trovi quelle che funzionano davvero.
In Sigarette racconti un periodo particolare della tua vita, ma lasci anche molto non detto. Come decidi cosa condividere con il pubblico e cosa tenere per te?
Diciamo che lo capisco mentre scrivo e soprattutto quando canto. Mi chiedo se riuscirò a cantare quella cosa anche tra due anni, se sarà ancora vera per me. Poi magari non succede, magari smetto di riuscire a cantarla, ma ti devi fidare dell’istinto. A me piace rimanere sulle mie per quanto riguarda la mia vita privata, ma inevitabilmente qualcosa finisce nelle canzoni. E ci sta, perché così le canti con una tensione diversa, con un’attenzione speciale.
Francis Delacroix è un personaggio che ha affascinato molti per la sua follia. Quanto c’è di Lucio Corsi in lui?
C’è nella misura in cui ho scritto la canzone, ma in realtà lui è già epico di suo. Non ho dovuto inventare molto, andava solo fermato su carta e su disco.
Questa vita sembra quasi un duello interiore. Ti sei posto una domanda durante la scrittura?
Non una domanda vera e propria. È stato più un dialogo, alla ricerca di risposte. Senza domande precise, solo un tentativo di capire qualcosa in più.
Nel cuore della notte ha una lunga coda di pianoforte, un finale quasi cinematografico. Come nasce l’idea di includere un pezzo così, anche considerando che questo disco arriva dopo Sanremo?
È una canzone a cui tengo molto. È una forma di canzone classica, una struttura che ruota attorno al titolo, con strofe che confluiscono sempre lì e poi ripartono. Una formula usata da tanti, da Dylan a Dalla, da Venditti in poi. Ci tenevo molto perché è stata la prima canzone in cui ho provato a cambiare punto di vista, a parlare delle persone in maniera più concreta, con i piedi per terra. Senza rinunciare al sogno, ma guardando il mondo dall’altezza di un marciapiede, invece che svolazzando sopra.
Nei prossimi mesi ti aspettano il tour, l’Eurovision e tanti impegni. C’è qualcosa che ti spaventa di tutto questo?
No, sono curioso di vivere l’Eurovision e tutto il resto, ma non mi spaventa niente. Farò il mio, come ho sempre fatto in questi dieci anni.
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