L’inizio di Maggio 2025 si apre con un segnale meteorologico inquietante: l’espansione verso nord dell’
alta pressione africana che, proveniente dal
deserto del Sahara, si sta spingendo con crescente insistenza verso il
Bacino del Mediterraneo e l’
Italia. Questo fenomeno, seppur non inedito, rappresenta un indizio climatico che non dovrebbe essere sottovalutato:
il rischio di un’estate torrida, lunga e precoce è ormai concreto.
Alta pressione africana: un’anomalia sempre più frequente Nei primi giorni di
Maggio, l’anticiclone subtropicale africano sta invadendo l’
Italia centro-meridionale, con effetti marcati già sulla
Sardegna, sulla
Sicilia, sulle regioni del
Sud e, in parte, anche su quelle del
Centro. Questo tipo di configurazione atmosferica, secondo i dati diffusi dalla
National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), si sta verificando
con maggiore anticipo rispetto al passato e con una frequenza preoccupante.
Negli ultimi cinque anni, l’alta pressione africana ha cominciato a manifestarsi già tra
fine aprile e
inizio maggio, rompendo i tradizionali equilibri meteorologici primaverili, soprattutto a latitudini più elevate. Questa
tropicalizzazione del clima italiano non è più un’ipotesi teorica, ma una realtà consolidata, come confermato anche dal
Copernicus Climate Change Service (C3S), il programma europeo di monitoraggio ambientale che ha registrato
temperature record in Nord Africa e nel Mediterraneo già a fine aprile.
Il Nord Africa brucia: temperature fuori scala a inizio stagione La regione del
Sahara, in particolare
Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, sta vivendo in questi giorni
ondate di calore estreme, con punte che hanno superato
i 44-45°C già nei primi giorni di maggio, come riportato dal
World Meteorological Organization (WMO). Tali anomalie termiche non restano confinate al deserto, ma rappresentano
una massa d’aria incandescente che, spinta dai venti meridionali,
raggiunge il Sud Europa, investendo
Spagna, Francia meridionale, Grecia e, naturalmente, l’
Italia. Questo trasporto di calore, accompagnato da
polveri desertiche in sospensione che opacizzano il cielo e alterano il bilancio radiativo atmosferico, può durare
settimane intere, soprattutto se supportato da un
jet stream polare debole, incapace di contenere l’espansione delle masse d’aria subtropicali. Anche il fenomeno del
blocco anticiclonico, con l’alta pressione africana incastrata sul Mediterraneo centrale, è stato frequentemente osservato nei modelli di
proiezione ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts), evidenziando una
persistenza anomala dei pattern atmosferici estivi in anticipo di due mesi.
Centro e Sud Italia, Sardegna e Sicilia verso una precoce estate Gli effetti più evidenti dell’alta pressione africana si stanno facendo sentire in modo netto nel
Centro-Sud Italia, dove le temperature massime hanno già superato i
30°C in diverse località costiere e interne, ben al di sopra delle medie stagionali. Le
isole maggiori,
Sardegna e
Sicilia, sono tra le aree più vulnerabili, non solo per la vicinanza geografica con il continente africano, ma anche per la loro
ridotta capacità di dispersione del calore. In particolare, nelle pianure dell’entroterra siciliano, si sono già registrati valori prossimi ai
33°C, con un’umidità relativa molto bassa, tipica dei flussi sahariani. I
modelli previsionali del Met Office britannico indicano che questa situazione potrebbe non essere transitoria: l’
anticiclone africano mostra segnali di
stabilità prolungata, suggerendo che
le prime ondate di calore stabili potrebbero iniziare già
dalla seconda metà di maggio, portando le regioni meridionali italiane in un
regime climatico estivo con largo anticipo rispetto alla data canonica del solstizio.
Nord Italia: tra caldo improvviso e temporali refrigeranti La situazione meteorologica al
Nord Italia, almeno per ora, si presenta più articolata. L’arrivo dell’aria calda africana si scontra con le
correnti oceaniche atlantiche, le quali riescono ancora a
penetrare sul settentrione italiano, determinando fenomeni di
instabilità atmosferica. Come spesso accade nel mese di
giugno, anche in
maggio potremmo assistere a
forti temporali di calore, con grandinate improvvise, colpi di vento e locali nubifragi, che rappresentano uno sfogo energetico dell’atmosfera compressa tra due masse d’aria in conflitto. Questo tipo di
instabilità convettiva è già stato ampiamente documentato da
Climate Prediction Center (CPC) della NOAA, che evidenzia come la
frequenza e l’intensità dei temporali estivi in Europa centrale sia aumentata negli ultimi anni, a causa della
maggior energia latente disponibile nell’atmosfera, favorita proprio da
ondate di calore premature. Tuttavia,
dopo la metà di giugno, anche il
Nord Italia sarà esposto a
risalite sahariane molto più potenti, capaci di spingere le temperature ben oltre i
35°C, come già osservato nei
giugno 2022 e 2023, mesi che hanno battuto numerosi record storici di caldo.
Un presagio climatico: il caldo estivo è dietro l’angolo L’arrivo anticipato dell’
alta pressione africana in Italia nei primi giorni di maggio non è solo un evento meteorologico isolato, ma rappresenta
un campanello d’allarme per ciò che ci aspetta nei mesi a venire. Il
clima italiano, un tempo dominato da una transizione graduale tra stagioni, si sta rapidamente trasformando in un sistema
dominato da estremi:
inverni miti e secchi,
primavere ridotte e
estati lunghe, roventi e talvolta aride. L’
Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), nel suo recente rapporto annuale, ha sottolineato che l’
area mediterranea è una delle regioni che si sta
riscaldando più rapidamente al mondo, con un incremento medio delle temperature di oltre
+1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Se il trend attuale dovesse proseguire,
entro il 2030 l’Italia meridionale potrebbe affrontare tra i 90 e i 120 giorni l’anno con temperature superiori ai 35°C, con tutte le conseguenze che ciò comporta per la
salute umana,
l’agricoltura, il
sistema energetico e la
biodiversità.
Le proiezioni dei grandi centri di calcolo climatico Le
simulazioni numeriche prodotte dai principali centri di ricerca meteorologica mondiale – come
Met Office,
NOAA,
IPCC e
ECMWF – concordano su un punto essenziale: il
rafforzamento dell’anticiclone africano sul Mediterraneo centrale rappresenta
una delle dinamiche chiave del cambiamento climatico in corso. Il
ciclo di retroazione positiva, per cui il calore favorisce la stazionarietà dell’alta pressione, che a sua volta impedisce l’arrivo di piogge e determina ulteriore riscaldamento, sta trasformando il clima italiano in modo strutturale. Non si tratta più di un
fenomeno passeggero, ma di
una nuova normalità climatica, in cui
gli eventi estremi – dalle ondate di calore alle
bombe d’acqua – convivono in un equilibrio precario. L’attuale presenza dell’alta pressione africana nei cieli d’Italia, già a
inizio maggio,
è dunque un pessimo presagio: l’estate
è alle porte, ma
non quella che conoscevamo un tempo. Sarà
più lunga,
più calda, e
molto più pericolosa.
Meteo Maggio: primo “malsano” assaggio d’Estate africana