Sid Meier’s Civilization VII Recensione: il riposo del Re!

Sid Meier’s Civilization VII, il cui titolo ufficiale è semplificato in Civilization VII, arriva dirompente nel macro settore dei titoli di strategia, ricordandoci che, di fatto, CIV è LA serie strategica per eccellenza. Quando sei già leggenda puoi permetterti di tutto, e ne sono consapevoli i vecchi volponi di Firaxis Games. Ecco quindi che il […] L'articolo Sid Meier’s Civilization VII Recensione: il riposo del Re! proviene da Vgmag.it.

Feb 12, 2025 - 11:51
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Sid Meier’s Civilization VII Recensione: il riposo del Re!

Sid Meier’s Civilization VII, il cui titolo ufficiale è semplificato in Civilization VII, arriva dirompente nel macro settore dei titoli di strategia, ricordandoci che, di fatto, CIV è LA serie strategica per eccellenza. Quando sei già leggenda puoi permetterti di tutto, e ne sono consapevoli i vecchi volponi di Firaxis Games. Ecco quindi che il nuovo sontuoso gioco, già CIV7 per gli appassionati storici ed anche per i passanti casuali ignari di trovarsi di fronte una (ennesima) installazione, ma sarebbe meglio dire reincarnazione, di una pietra miliare senza tempo. Granitica, immobile, come un diamante grezzo, ma allo stesso tempo usurata dalle intemperie, e con la voglia di sperimentare, per quanto possibile, qualcosa di nuovo. Un capitolo senza dubbio di passaggio, che sembra quasi, parafrasando echi tolkeniani un “riposo del Re”, ormai saldo al governo su un trono che nessuno può togliergli, stanco ma allo stesso tempo ancora desideroso di provare vie nuove.

Sid Meier's Civilization VII
Alcuni scorci di CIV7 sono davvero spettacolari!

Sid Meier’s Civilization VII: il sequel spiazzante e divisivo che non ti aspetti di una serie in bilico tra tradizione ed innovazione

Un modo nuovo di fare le cose può essere migliore della tradizione?  Un approccio meno strategico ed immediato è ammissibile in un genere di fatto immobile e costretto a reiterare sempre se stesso in modo pedissequo, piuttosto che restare un semplice, per quanto brillante, relitto dello scenario? Queste alcune delle domande che il talentuoso team di Firaxis Games deve essersi posto. Perché, lo sappiamo, sui nostri computer c’è sempre spazio, nell’angolino del desktop per un CIV*.exe qualunque, ormai da oltre un trentennio. Di acqua sotto i ponti e di polvere nelle rumorosissime ventole dei PC d’epoca ne è passata tantissima!  Il primo, indimenticabile, CIV è infatti stato rilasciato originariamente in esclusiva per Sistema Operativo testuale MS-DOS, persino, in tempi non sospetti, in una deliziosa limited da collezione, detta Sid Meier’s Civilization (Master Players’ Edition) con esclusivo pad Civilization brandizzato, mappa e guida ufficiale, alla faccia del “digital only” a cui ci costringe l’industria odierna.

Il titolo, distribuito su floppy disk, dal 1991 in poi, diventa uno dei più installati di sempre, tallonando il primo DOOM, ed entrando nei giochi di culto.  Tra sequel, riedizioni, sperimentazioni e famigerate versioni console, “rigorosamente senza anima”, come direbbero i puristi storici, siamo arrivati al 2025. Un anno che, nella mente dei veterani, è fantascienza, ma in cui invece ci troviamo, ancora una volta, a deliziarci con l’opera simbolo del geniale Sid Meier. Spazio quindi, al nuovo CIV, pronto a regalarci ore di divertimento puro, seppur con tagli alla strategia più certosina e prendendosi delle licenze di libertà creativa. Ma quando il settore è in crisi, ed i “giuovini” spendono tutte le loro finanze per skin ed accessori di Fortnite, CIV resta una certezza simulativa, un fermo punto di riferimento.

Sid Meier's Civilization VII
Sid Meier’s Civilization VII offre un panorama ambientale veramente dettagliato!

Sid Meier’s Civilization VII: siamo aperti a forme di governo inusitate, con meno riflessioni e ripensamenti, senza lasciarci influenzare troppo dalle religioni, ed un approccio Arcade, se ancora vi ricordate cosa sia l’universo della grande A!

Anticipiamolo subito, moltissimi giocatori, dopo aver sperimentato per la prima volta le dinamiche e le scelte di game design di Sid Meier’s Civilization VII, presi da nostalgia, tireranno fuori le vecchie copie di CIV2 o il più recente CIV6 per vedere se le differenze eclatanti sono solo nei loro edulcorati ricordi del glorioso passato o se, davvero, siamo di fronte ad un “CIV innovativo”. Ci vuole coraggio e sangue freddo, lo ammettiamo, per mettere insieme le due parole, in una della saghe più tradizionaliste di sempre, si persino negli spin-off “malvagi” come Colonization o Civilization Revolution! un esempio di questo approccio è il relativo abbandono del fattore religioso, che, seppur presente, non è incisivo e determinante come nel passato. Molto del divertimento di una run ai CIV precedenti derivava da quello, lo sappiamo, specialmente se unito ad una lunga e fine riflessione strategica, psicologica e valutativa delle mosse da svolgere per la corretta gestione della civiltà.

E se togliessimo anche i momenti più strategici per tentare un approccio più “Arcade”? Molti griderebbero all’eresia, i più aperti di mente ad una necessaria rivoluzione innovativa. Civilization è morto, viva Civilization. Ok, forse è una esagerazione drammatica, ma dovete prepararvi al fatto di essere di fronte a quello che non si pone l’obiettivo di essere il miglior CIV mai creato, siamo lontani, ne il più tradizionalista, anzi, proprio il contrario. Piuttosto che un “More of The Same” qui abbiamo un coraggioso tentativo di introdurre novità nel gameplay di base, non solo di snellire alcune dinamiche ormai davvero troppo pesanti, persino per “gli invasati del genere” (come chi scrive, sia chiaro!), ma anche perché trent’anni di evoluzione del medium stesso si devono far necessariamente sentire. Un punto purtroppo dolente è quello che affronteremo tra poco, ovvero l’ininfluenza delle religioni sul tutto, certo, fattore secondario, ma da sempre marchio di fabbrica della saga, ed oggi relegato a comprimario del tutto accessorio. Ma prima, analizziamo le nuove fondamenta.

Sid Meier's Civilization VII
Sid Meier’s Civilization VII offre animazioni dettagliate e molto piacevoli, confuse solo quando ci sono troppi elementi a schermo

Il coraggio! Le tre ere! Il comandante!

Il nuovo Sid Meier’s Civilization VII, per quanto sarà sicuramente un gioco che spezzerà a metà la fanbase del franchise, è, preso da solo, un eccellente titolo, divertente, solido, ben strutturato, con dinamiche facili da imparare, anche da neofiti se necessario. Il gioco andrebbe valutato senza lo spettro della sua pesante eredità, senza rimpiangere secondo, quinto o altri capitoli random solo per la loro eccellenza, necessariamente. Certo, non siamo di fronte ad un Final Fantasy qualunque, che di fatto è una saga che  presenta capitoli slegati tra loro, ma bisogna entrare nello spirito e nell’anima più pura di CIV7, con il suo coraggio di osare, e lecitamente sbagliare, nella consapevolezza di aver comunque provato vie nuove. Solo sperimentando si settano nuovi parametri, al netto di clamorosi tuffi nel vuoto, senza il coraggio, quello “senza rete” non avremmo Resident Evil 4, ma nemmeno il Virtual Boy.

Cuore pulsante, circondato da solide arterie, a prova di colesterolo (controllatelo sempre!), del titolo sono senza dubbio LE TRE ERE. Tre macro periodi storici a loro modo indipendenti, ma al contempo propedeutici l’uno al successivo. Il bello delle ere, però, è che non legano la singola partita (o run, come dicono i giocatori moderni o semplicemente anglosassoni), e che non sono obbligatorie per tipologia di civiltà. Possiamo partire con l’antico Egitto, per poi evolvere nella seconda con i Romani, e magari tornare in Egitto con la terza era! Confusi? Anche noi lo eravamo all’inizio, ma si chiama libertà di scelta, inusitata, strana, chiamatela come volete, ma libertà. A capo di ogni era c’è uno specifico COMANDANTE, che è la figura cardine del periodo storico scelto, ma che, come ovvio, non ci seguirà per tutta la durata della partita. Peraltro i Coloni, da sempre caratteristica importante del titolo, sono ora trattati come unità semplici e facilmente sostituibili. Dobbiamo vedere ogni singola era come una sorta di livello, o stage di larga veduta. Vinto il primo, semplicemente, si prosegue, ma come in un R-Type si può scegliere come proseguire, in un virtuale percorso a bivi. Una successiva run, ad esempio, potrà essere gestita in maniera totalmente diversa per vedere dove porta il risultato.

Questo approccio, di fatto, facilita l’accesso e rende meno vincolante il passare del tempo, visto che alcuni errori di valutazione della precedente area vengono “perdonati” o dimenticati nella successiva. Migliore o peggiore dei classici CIV punitivi e sadici verso il giocatore? Semplicemente diverso! Certo, il fatto di vedere resettate le nostre città, pur costruite con meno fatica del solito, è triste, ma ogni stage è di fatto un nuovo inizio. La relativa brevità della durate delle ere, oltretutto, rende le partite più semplici, più veloci, più Arcade. Valutare se questo sia un bene o un male sta solo al singolo giocatore.

Civilization VII
Sid Meier’s Civilization VII, preferirete egiziani o antichi romani? A voi la scelta!

Siamo pronti a pregare, siamo pronti a combattere, per il nostro stanco Re!

Tornando alle religioni, ecco quello che, per molti, sarà persino più del gameplay basato sulla tripartizione randomica delle ere, una vera pregiudicante. Parliamo della totale ininfluenza delle stesse sul gameplay di base appena analizzato. Non sono un fattore qualunque, non è un frame rate basso o un paio di poligoni che si compenetrano tra di loro allegramente, come se fossimo su XHamster. No, quello che per molti, soprattutto della vecchia guardia, è un comprovato difetto di Sid Meier’s Civilization VII, non può essere assolutamente giustificato come tentativo di innovazione. Non che l’offerta contenutistica sia scarsa, intendiamoci, se si gioca “per passare il tempo” è possibile creare meraviglie a tema religioso, templi, costruzioni ed eventi spettacolari, sia chiaro. Ma al succo del risultato, gli aspetti legati ai diversi culti dei popoli da noi amministrati, sono puri accessori visivi, con pochissima o nulla importanza nel risultato finale della partita, già di per se molto semplificata ed edulcorata. Un aspetto che, lungi dall’essere noioso o accessorio, è sempre invece stato fulcro del titolo stesso, in quasi tutte le sue incarnazioni del passato.

Per contro, l’aspetto bellico è spettacolare, corposo ed altamente funzionale agli altri aspetti del gameplay puramente ludico. Oltre alle solite truppe da combattimento, che accumulano punti esperienza, abbiamo la nuova figura dei CONDOTTIERI, unità leggendarie di comando che, non solo sono capaci di assorbire XP in maniera egregia, ma contribuiscono anche alla quasi sicura vittoria in caso di buona gestione. Purtroppo non sono unità particolarmente forti, e, una volta morti, la loro scomparsa potrebbe destabilizzare l’esito della partita, ma proteggendoli bene, ed imparando ad utilizzare al meglio le tradizionali skill attive e passive, queste figure fanno davvero la differenza. Vi ricordate l’implacabile Tanya Adams di Command & Conquer? Ecco, l’idea è quella, ma con le stelline del comando appuntate sul petto. La gestione economica dell’arte della guerra di Sid Meier’s Civilization VII è ben bilanciata e, al netto di alcune facilitazioni gratuite, che però piaceranno ai neofiti, appare semplice e mai troppo complessa, soprattutto piacevole da amministrare, cosa ottima, visto che combattere sarà sempre una delle azioni più utili nel corso del gioco. Per chi non ama invece pugnar col nemico, è buona norma riuscire a gestire al meglio la nuova valuta del titolo chiamata “influenza”, ma combattere è maggiormente divertente. A tal proposito va notato che la gestione della IA nei combattimenti, come del resto in quasi tutti gli altri aspetti automatizzati, è veramente notevole, ed è uno dei punti forti di CIV7! Un lavoro ottimo sotto questo aspetto.

Civilization VII
Riconoscete l’epoca?

Cosmesi che vince non si cambia, un aspetto audiovisivo in linea col passato

Paradossalmente uno degli elementi che non osa rompere col passato è proprio quello che davvero ci interessa di meno! Andiamo, ammettetelo, chi acquista Sid Meier’s Civilization VII per vedere quali miglioramenti grafici abbia fatto il nuovo capitolo? Poteva essere un discorso sensato nelle vecchie versioni che passavano da DOS a Windows, dal sonoro gracchiante dei floppy disk alla spettacolarità audio dei Compact Disc, o i filmati lunghi ed in alta definizione del formato DVD. Ma ormai davvero non sono parametri che hanno senso, soprattutto in un franchise che, di fatto, è leader del mercato da sempre nella sua nicchia, e che soprattutto i fan storici comprerebbero anche se avesse la grafica minimalista di Vib Ribbon per la prima PlayStation. Ebbene, il nostro caro Sid Meier’s Civilization VII osa ovunque dal punto di vista del gameplay e gestionale, ma resta ancorato al passato per quanto riguarda il comparto audiovisivo. Sid Meier's Civilization VII Civilization VII Civilization VII sid meyer civilization vii

 Non una fotocopia di CIV6, certo, ma un cugino di primo grado molto somigliante. Alcuni evidenti passi avanti nelle animazioni di edifici e personaggi ci sono, al netto di un senso di confusione di base nelle scene più pregne di elementi grafici, ma non tali da giustificare un nuovo episodio. Allo stesso tempo le musiche che, pur ben scritte e coinvolgenti, che vantano nomi come quelli del veterano Cristopher Tin, restano un pelo anonime, non riuscendo mai a compiere quel salto di qualità che sembrano sempre voler fare. Il doppiaggio è di qualità eccezionale, come ci si aspetterebbe da un CIV. Nota molto positiva per chi non ha i proverbiali PC della NASA, Sid Meier’s Civilization VII gira praticamente ovunque, bhe, forse a parte il Watara SuperVision, come potete vedere dai requisiti ufficiali, di cui abbiamo parlato in questa pagina.


Alla fine della fiera questo nuovo Sid Meier’s Civilization VII è un titolo che piacerà ad un pubblico trasversale, ma che rischia di deludere, paradossalmente, proprio lo zoccolo duro dei fan storici. Un gioco che, spogliato di tutte le caratteristiche ludiche accessorie, per quanto intriganti, di fatto offre delle partite più o meno facili e veloci, basate su tre diverse ere progressive, intercambiabili, in cui molto del materiale creato si perde nel passaggio tra uno stage e l’altro. Alcuni parametri sono eccelsi, come la gestione dei combattimenti e l’ottima implementazione del fattore IA, altri quasi trascurati, come quello della religione, del premiare la strategia più fine, in favore di un approccio quasi Arcade per neofiti! Il tutto in una cosmesi che invece non osa molto, pur volando alto come qualità. Non certo il miglior CIV di sempre, quindi, ma un buon capitolo di passaggio, con scelte coraggiose che esplorano formule nuove e diverse dalla tradizione.


 

 

 

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