Intervista ad ALE: “L’Ep ‘Come fanno i grandi’? La fotografia dell’ultimo anno”
Lo scorso 28 febbraio ALE ha pubblicato l'EP d'esordio "Come fanno i grandi", che racconta un vero e proprio viaggio musicale e personale L'articolo Intervista ad ALE: “L’Ep ‘Come fanno i grandi’? La fotografia dell’ultimo anno” proviene da imusicfun.

Lo scorso 28 febbraio ALE ha pubblicato il suo EP d’esordio “Come fanno i grandi”, che racconta un vero e proprio viaggio musicale e personale partito ormai tre anni fa il cui tema principale è l’amore che fa da sfondo alle tracce.
Traccia dopo traccia, rende il pubblico partecipe dei momenti della sua vita, coinvolgendolo in diverse riflessioni come quelle sui legami al giorno d’oggi.
Di seguito la tracklist di “Come fanno i grandi”
- Come fanno i grandi
- Pe me sta appriess
- Senz’ e te (feat. Voga)
- Particolare
- Te perdon’ ‘o stess’
- Par nu suonn
Intervista ad ALE, l’Ep “Come fanno i grandi”
Come fanno i grandi è il tuo primo EP dopo un percorso fatto di singoli. Che significato ha per te questo progetto e come racconta la tua crescita artistica?
È un passo importante perché permette finalmente alle persone di conoscere meglio la mia musica. Ho sempre desiderato pubblicare un EP o un album, perché offre più spazio per esprimersi e consente agli ascoltatori di entrare davvero nel mio mondo musicale. Questo progetto è una fotografia dell’ultimo anno, il frutto di un lavoro intenso che racchiude le mie emozioni e la mia crescita artistica.
Il disco esplora diversi generi, dall’urban al pop, dall’afrobeats alla dancehall. Come hai lavorato alla costruzione di questa varietà sonora?
Ho collaborato con diversi produttori, lasciandomi influenzare dalle loro idee e sperimentando nuovi suoni. Per esempio, il brano con i Voga nasce dal loro sound e dalla loro versatilità. Alcuni pezzi sono nati chitarra e voce, altri partendo da ritmiche afrobeat o esplorando pattern diversi. Per me, la sezione ritmica è fondamentale: da lì costruisco melodie e strutturo il genere del brano.
L’amore è il filo conduttore dell’EP, ma affrontato in modi diversi. Qual è stata la sfida più grande nel raccontarlo in musica?
La vera sfida è stata guardarmi dentro e affrontare sensazioni che avevo messo da parte. Scrivere può essere doloroso, perché significa scavare nel passato e rievocare emozioni intense. Questo EP riflette quello che ho vissuto nell’ultimo anno, ma in futuro vorrei esplorare anche tematiche più leggere.
La title track Come fanno i grandi è una ballad malinconica che parla di un amore che resta nei ricordi. Quanto c’è di autobiografico in questa canzone?
È totalmente autobiografica. L’ho scritta tra settembre e ottobre 2021, poco prima di entrare ad Amici. È nata di getto in pochi minuti, come una necessità di esprimere tutto ciò che provavo in quel momento.
Senz’ e te è una collaborazione con i Voga. Com’è nata questa sinergia e cosa ha aggiunto il duo al brano?
Abbiamo lavorato insieme in studio e in due sessioni abbiamo chiuso la struttura del pezzo. Poi, con il mio produttore, abbiamo completato la produzione a giugno. Collaborare con loro mi ha aperto a nuove prospettive e mi ha permesso di sperimentare. Amo lavorare con altri artisti perché trovo sia una fonte continua di ispirazione.
In Pe me sta appriess racconti di relazioni che si interrompono improvvisamente. Ti è mai capitato di vivere una situazione simile?
Sì, altrimenti non avrei scritto questo brano. La frase “Forse ti faccio paura perché ci tieni” riassume bene il concetto: a volte si scappa da qualcosa che potrebbe farci stare bene, per paura di soffrire. Il pezzo è ritmato e sembra felice, ma il testo racconta questa dinamica emotiva, creando una dissonanza interessante con la produzione.
Il brano Particolare sembra essere molto personale. Qual è il significato dietro la frase “Tu lo sapevi che ero particolare”?
Significa che sono una persona complessa, ma allo stesso tempo semplice da gestire se si trova il modo giusto. Nelle relazioni sono un po’ una frana: ho mille impegni, mille pensieri, e spesso vedo la fine delle cose già dall’inizio. Però chi mi conosce sa com’è il mio modo di vivere i sentimenti.
Par nu suonn è una sorta di manuale della GenZ, mentre Te perdon’ ‘o stess’ ha un’anima più leggera ed estiva. Ti senti più vicina alla tua parte riflessiva o a quella più spensierata?
In questo momento mi sento più vicina alla mia parte riflessiva. Sto analizzando me stessa, cercando di capire i miei atteggiamenti e di esprimere tutto questo nella mia musica. Scrivere brani leggeri è più difficile, ma sto lavorando anche su questo.
Napoli è una presenza forte nella tua musica. Quanto ha influito la tua città sulla tua identità artistica?
Napoli è fondamentale per la mia identità artistica. Se non fossi nata qui, non canterei in questo modo e non farei certe melodie. È qualcosa di naturale e spontaneo, che spero si percepisca anche nei brani scritti interamente in italiano. Napoli è una fonte inesauribile di ispirazione.
I tuoi testi alternano italiano e napoletano. Come scegli quale lingua usare in un brano?
Non lo decido a priori, mi lascio guidare dalla produzione e dalla melodia. A volte alterno le due lingue nella stessa frase, perché per me è un gioco e un modo di divertirmi mentre scrivo. Quando questa spontaneità porta a qualcosa di interessante, la mantengo nel pezzo.
Dopo questo EP, hai già in mente il prossimo passo del tuo percorso musicale?
Sto già lavorando a un album, un percorso iniziato lo scorso ottobre. Alcuni brani di questi mesi sono finiti nell’EP, altri li conservo per un progetto più ampio. Prima dell’album vorrei pubblicare un singolo estivo per chiudere questo capitolo. Da ora in poi, voglio costruire prima gli album e poi estrapolare i singoli.
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