La Cina blocca ancora le salite su Shisha Pangma e Cho Oyu delle spedizioni straniere

Cattive notizie per i collezionisti di Ottomila. La China Tibet Mountaineering Association ha deciso di continuare a vietare alle spedizioni straniere le salite su Shisha Pangma e Cho Oyu. Al netto di sempre possibili eccezioni, che non sono mancate anche in tempi recentissimi, e di permessi speciali ad personam, lo stop blocca così i sogni di molti alpinisti in procinto di completare l’agognata collezione di vette. Lo Shisha Pangma si trova infatti interamente in territorio cinese. Quindi niente da fare fino a nuove disposizioni, che si spera possano riaprire la montagna almeno per la prossima stagione autunnale.

Diverso, ma non troppo, il discorso per il Cho Oyu. Il versante nepalese della montagna  è effettivamente percorribile ma è tecnicamente molto impegnativo  e le probabilità di successo sono scarse. Pare però che alcune agenzie si stiano organizzando per attrezzare la linea di salita proprio su quel versante, ma a meno di sorprese dell’ultima ora anche per questa opzione occorrerà attendere la fine dell’estate.

Anche in caso di riapertura delle due montagne  molti dovranno fare i conti con le norme emanate lo scorso anno dalle autorità cinesi che prevedono tra l’altro l’obbligo di utilizzare l’ossigeno al di sopra dei 7.000 metri o l’obbligo di essere accompagnati da una guida. Va detto, in verità, che lo scorso anno diversi alpinisti hanno disatteso queste regole, portando a termine le salite nel modo previsto. A quell’altezza i controlli sono inesistenti e in caso di infrazioni accertate se ne parla una volta tornarti al campo base.

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