Intervista a Gaia: “Stralunata e consapevole, sono pronta per un nuovo viaggio”

Gaia racconta "Rosa dei venti", il suo album più personale tra consapevolezza, libertà e nuove sfide personali e artistiche. L'articolo Intervista a Gaia: “Stralunata e consapevole, sono pronta per un nuovo viaggio” proviene da imusicfun.

Mar 18, 2025 - 23:36
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Intervista a Gaia: “Stralunata e consapevole, sono pronta per un nuovo viaggio”

Gaia raccontaRosa dei venti“, il suo album più personale tra consapevolezza, libertà e nuove sfide personali e artistiche.

“Mi sento stralunata, ma ogni tanto bisogna partorire e non tenere sempre in grembo le proprie idee”, racconta Gaia mentre presenta Rosa dei venti, il suo nuovo album, il primo interamente in italiano. Un disco che segna un ritorno alle origini, ma anche un passo in avanti nella sua ricerca artistica e personale.

Ecco la tracklist.

  1. Beijo (Intro)
  2. Fumo Blu
  3. Addicted (feat. Guè)
  4. CHIAMO IO CHIAMI TU
  5. Rosa dei venti
  6. Maratona
  7. Ti fidavi (feat. Capo Plaza)
  8. Bulletproof
  9. Twin Flames
  10. Moon Veleno
  11. RJ (feat. Lorenzza)
  12. Cicatrice
  13. Vento (feat. Toquinho)

Dopo anni di sperimentazione tra italiano e portoghese, dopo un Sanremo importante e un’estate di successi, la cantautrice ha raccolto in questo progetto il frutto di viaggi, incontri e riflessioni. Tra testi profondi, collaborazioni speciali e un sound contaminato da mille influenze, Gaia si prepara anche a portare il disco dal vivo con un evento speciale il 7 maggio al Fabrique di Milano. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

Intervista a Gaia

“Rosa dei venti” è il tuo terzo album, ma anche il primo interamente in italiano. Come è nato questo progetto?

È un disco che ho scritto negli ultimi tre anni. Arrivavo da un periodo particolare: il mio secondo album era uscito in un momento in cui non avevo avuto la possibilità di confrontarmi davvero con il pubblico. Sentivo la necessità di tornare a un ciclo naturale di vita, viaggiando, scrivendo, prendendomi il tempo per capire dove volevo andare artisticamente. “Rosa dei venti” mi è stato suggerito da una serie di segnali: vedevo questo il simbolo pressochè ovunque! Di solito i titoli dei dischi mi arrivano subito, ma questa volta no. Poi ho scritto la title track ed è diventato chiaro che quello fosse il titolo migliore per questo viaggio musicale.

Nel disco racconti il tuo rapporto con la scrittura in italiano. Come ti sei approcciata a questa sfida?

Ho lavorato tanto per trovare una mia identità, per esplorare la musicalità della lingua italiana in un modo che mi appartenesse davvero. Mi ha divertito molto, perché avevo voglia di ricordarmi e ricordare al mio pubblico quanto la poesia dell’italiano sia potente. Questo è un disco di cui sono molto fiera, perché è una celebrazione di me stessa e della mia crescita. Ho avuto la fortuna di collaborare con artisti che stimo tantissimo, molti dei quali ascolto nelle mie playlist quotidiane.

Il disco si apre e si chiude con le voci della tua famiglia. Cosa rappresenta per te questa scelta?

L’intro è un augurio, una lettera di mia nonna, accompagnata dalle voci delle mie sorelle e di mio padre. Il disco poi si chiude con mia madre, che mi augura di riuscire a volare. Per me è stato importante creare questo legame emotivo e simbolico. Chiudere il disco con la voce di chi mi ha dato la possibilità di essere qui è un modo per spiccare il volo con consapevolezza e gratitudine.

Hai portato Chiamo io chiami tu a Sanremo. Avevi pensato di presentare un altro brano?

Sì, inizialmente avevo pensato di portare Cicatrice, che è una canzone molto emotiva e intima, ma poi ho scelto Chiamo io chiami tu perché Sanremo è un palco che richiede anche una performance visiva forte. Il mio brano era più da Festival di Amadeus che da Festival di Conti. Quest’anno c’è stato un Sanremo più cantautorale e il contesto ha fatto notare il mio brano in positivo e in negativo, ma va bene così. Ho vissuto l’esperienza con serenità.

Nel disco c’è anche una collaborazione speciale con Toquinho, con cui hai duettato anche a Sanremo. Com’è stato lavorare con lui?

I grandi dimostrano sempre una grande umiltà e umanità. Toquinho ama la musica in tutte le sue forme e lo dimostra in ogni momento. Lavorare con lui mi ha permesso di divertirmi come mai mi era capitato prima. Sanremo è sempre una sfida, un palco che incute timore, ma quando si è circondati dalle persone giuste tutto diventa più leggero.

Parliamo di Vento, un brano su cui hai lavorato con Franco126, Michelangelo e Alessandro La Cava. Com’è nato?

C’è stato un grande lavoro autorale dietro. Abbiamo iniziato nello studio galleggiante di Michelangelo, imbastendo la canzone con Franco126. Poi abbiamo sentito il bisogno di un tocco più fresco e giovane e abbiamo coinvolto Alessandro La Cava, che ha dato il suo contributo dal punto di vista melodico. E poi è arrivato Toquinho, che ha reso il pezzo ancora più speciale. È una canzone senza tempo, potrebbe raccontare la Gaia di anni fa come quella di oggi.

Cicatrice è una delle canzoni più intime del disco. Un brano in cui ti metti a nudo.

Sì, è un brano che mi commuove ogni volta. L’ho scritto di getto, in due ore, perché sentivo la necessità impellente di raccontarmi senza filtri. È un pezzo doloroso, ma allo stesso tempo liberatorio. È una canzone in cui sento tutto il peso delle mie esperienze, delle mie insicurezze, delle mie cicatrici.

Il 7 maggio sarai al Fabrique di Milano per un concerto evento. Cosa dobbiamo aspettarci?

Sarà una serata speciale. Ci saranno tanti ospiti e sarà un concerto pensato per far convivere i brani nuovi con quelli del passato. Grazie alla band, il suono sarà più amalgamato e lo show sarà qualcosa di mai visto prima. Ho voluto creare un’esperienza non solo musicale, ma anche visiva ed emotiva.

Sesso e Samba ha avuto un successo incredibile, te lo aspettavi?

Assolutamente no! Ha avuto un impatto che nemmeno immaginavamo. Mi ha dato la fiducia per chiudere il disco con serenità e mi ha aiutato ad accettare tutte le parti di me. Sono una figlia del pop, amo sperimentare e Sesso e Samba mi ha dato la libertà di divertirmi con la mia musica senza pensare troppo alle etichette.

Gaia, hai viaggiato molto in questi anni. Quanto hanno influenzato la tua musica?

I viaggi sono fondamentali per il mio percorso artistico e di vita. Quando sono stata in Amazzonia ho capito che esiste un prima e un dopo quell’esperienza. Mi ha cambiata profondamente, mi ha fatto capire che avevo bisogno di essere completamente sincera con me stessa. Anche l’Islanda è stata un viaggio fondamentale nel mio percorso di crescita umana. Ogni luogo lascia un segno che si avverte distintamente nella mia musica e nel mio modo di scrivere.

Cosa ti ha insegnato questo disco?

Mi ha dato una nuova consapevolezza. Il processo più speciale è stato quello dell’accettazione. Ho imparato a essere più gentile con me stessa, a smettere di nascondere le emozioni sotto il tappeto. Rosa dei venti è una playlist emozionale dei miei vent’anni, un viaggio tra libertà, cicatrici e nuove partenze. Sono pronta per spiccare il volo.

Foto di Michele Perna

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