Wat Rong Khun, il Tempio Bianco (e stravagante) della Thailandia

Il pittoresco Wat Rong Khun, in Thailandia del Nord, è stato costruito con uno scopo ben preciso: quello di essere il tempio di bello di tutto il mondo

Mar 18, 2025 - 16:30
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Wat Rong Khun, il Tempio Bianco (e stravagante) della Thailandia

La Thailandia è la terra delle spiagge da sogno, della natura rigogliosa e della gentilezza, ma forse in molti non sanno che è anche un Paese altamente spirituale: ci sono ben 40.717 templi buddisti, di cui 33.902 utilizzati attivamente ogni giorno. Molti di questi sono bellissimi, altri un po’ anonimi e altri ancora incredibilmente stravaganti, al punto che osservandoli sembra persino che provengano da altri pianeti. È il caso del Wat Rong Khun, anche conosciuto con il soprannome di “Tempio Bianco della Thailandia”.

La storia del bizzarro (ma bellissimo) Wat Rong Khun

Il Wat Rong Khun, situato a poca distanza della città di Chiang Rai, più che un unico tempio è un complesso templare sorprendente e caratterizzato da uno stile architettonico eccezionale. La sua non è una storia millenaria, poiché risale al 1997 e quindi non ha nemmeno 30 anni. Anzi, ad esser del tutto onesti risulta ancora un’opera incompiuta (come la Sagrada Família di Barcellona, per intenderci), e si presume che potrebbe essere terminato nel (lontanissimo) 2070. Tuttavia, si è già distinto da tanti altri edifici del Paese fino ad essere diventato uno dei punti di riferimento per chi decide di esplorare la Thailandia del Nord.

Il merito è certamente del suo ideatore, Chalermchai Kositpipat, un noto architetto locale che ha deciso di dedicarsi alla realizzazione di questa opera colossale con un obiettivo ben preciso: dare vita al tempio più bello del mondo. Ci è riuscito? Probabilmente no (anche perché, come accennato, non è ancora ultimato), ma di sicuro questo complesso rientra a pieni voti tra i più dettagliati, profondamente simbolici, brillanti e stupefacenti dell’intero globo.

Cosa vedere al Wat Rong Khun

Quando si arriva al cospetto del Wat Rong Khun è impossibile non rimanere colpiti dalla brillantezza quasi accecante che emana: è dovuta al colore bianchissimo e a una serie di specchietti, presenti nell’intonaco, che luccicano con i raggi del sole. Entrambi non sono stati di certo scelti a caso, perché il colore bianco è lì a simbolizzare la purezza del Buddha, mentre gli specchietti ne rappresentano la saggezza.

Passo dopo passo, quindi, il visitatore si sente catapultato in una sorta di mondo dei sogni, o quantomeno di quello del suo autore che regala una visione piuttosto surreale degli insegnamenti buddhisti, rivisitati in chiave moderna e originale. Ogni dettaglio del tempio, infatti, ha un suo preciso e distintivo simbolismo che desidera spingere chiunque si trovi da queste parti a riflettere sugli insegnamenti del Buddha per non cadere in tentazione.

Il Ponte del Ciclo delle Rinascite

Questo nome, Ponte del Ciclo delle Rinascite, sembra quasi poetico e rasserenante ed effettivamente è così, anche se per raggiungerlo occorre quasi meritarselo: prima bisogna attraversare l’Inferno. Tale ponte, che conduce all’edificio maggiore, al suo principio presenta infatti tantissime sculture di mani protese in diversi gesti, che sono state messe lì come simbolo della sofferenza del mondo e dei desideri che prendono il sopravvento sugli esseri umani.

Ponte del Ciclo delle Rinascite, Tempio Bianco
Fonte: iStock
Il Ponte del Ciclo delle Rinascite del Tempio Bianco

Bisogna quindi superare questa prima zona della struttura in modo da riuscire a lasciarsi alle spalle tutto ciò che è “impuro”, per poi avvicinarsi al mondo di Buddha. L’architettura ha perciò lo scopo di invitare a concentrarsi sul proprio mondo interiore per trovare la pace, e raggiungere nella piena consapevolezza e serenità la porta (del Paradiso) che si trova proprio in fondo al ponte stesso, mentre si è attentamente sorvegliati da due notevoli Kinnaree, creature mitiche del Buddismo per metà umane e metà uccello.

Una piccola curiosità: il ponte ha questo nome perché per il buddismo tutti gli esseri viventi sono soggetti ad un ciclo continuo di morte e rinascita, che termina solo con il raggiungimento della felicità eterna (Illuminazione).

La Porta del Paradiso

Si trova sul lato opposto dell’Inferno e si presenta altissima, bianchissima e brillantissima ma, come già accennato, controllata da due statue di creature mitiche che sono state erette per intimorire e far comprendere agli esseri umani se sono davvero pronti a varcare la soglia del mondo illuminato, oppure tornare indietro per reincarnarsi in una nuova vita.

Ubosot

L’Ubosot è la struttura principale del complesso, quindi l’edificio in cui si entra varcando la straordinaria Porta del Paradiso. Dalla classica architettura thailandese (tetto a tre livelli impreziosito da un abbondante uso di serpenti Naga), tra le sue mura nasconde tantissimi elementi decisamente sbalorditivi: il bianco incontaminato viene, in alcuni casi, sostituito da murali che raffigurano fiamme arancioni e volti di demoni, poi ancora idoli e persino supereroi occidentali, come Michael Jackson, Neo di Matrix, Batman, Spiderman e molti altri ancora.

Ci sono poi immagini di guerre nucleari, attacchi terroristici (come quello alle Torri Gemelle del 2001), e poco più in là Harry Potter e Hello Kitty. Niente di tutto ciò, chiaramente, si trova al suo interno in maniera fortuita perché la morale che l’Ubosot vuole raccontare è sempre e solo una: le persone sono crudeli, e c’è una continua lotta tra il bene e il male.

Ubosot del Wat Rong Khun
Fonte: iStock
Il bellissimo Ubosot del Wat Rong Khun

Edificio Dorato

Un altro dei punti di interesse del Wat Rong Khun è l’Edificio Dorato, costruito con questo colore – in totale contrasto con il bianco candido – per rappresentare il desiderio per i beni materiali dell’uomo, completamente opposto al simbolismo di purezza dell’animo e della mente simboleggiato dal bianco.

Crematorio

Del tutto candido è anche il Crematorio, che si mostra pure abbastanza imponente e con uno stile architettonico molto elaborato. La solennità della struttura è stata scelta come dimostrazione che alla morte, gli uomini, non possono sottrarsi anche perché, secondo il buddismo, è una sorta di fase di transizione tra una vita e l’altra, che può poi terminare esclusivamente con il raggiungimento dell’Illuminazione, quindi attraversando la bellissima Porta del Paradiso.

Dove si trova e come arrivare al Wat Rong Khun

Il Wat Rong Khun sorge a circa 15 km di distanza dalla città di Chiang Rai, nel Nord del Paese. Per arrivarci ci sono varie soluzioni, che possiamo riassumere in:

  • Tuk-tuk: probabilmente il mezzo più veloce se si soggiorna a Chiang Rai;
  • Bus: partono dalla stazione vecchia dei pullman (Old bus station), sempre di Chiang Rai;
  • Taxi: prenotabili tramite applicazione;
  • Escursioni organizzate: private e comprensive di altre tappe di questa affascinante zona della Thailandia.

Info generali: orari e costi d’ingresso

La Thailandia è un Paese in cui le regole cambiano piuttosto velocemente, e per questo il consiglio è quello di verificare sempre sui siti ufficiali prima di organizzare le proprie attività da fare. A livello generale possiamo però dire che il Wat Rong Khun è aperto tutti i giorni dalle 08:00 alle 18:00, e che il costo del biglietto è di 100 bath a persona (circa 3 euro).